Posts tagged "giornalismo"

Grasso e le donne

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Gad Lerner su Vanity Fair:

Dopo vent’anni abbondanti di lavoro in televisione contravverrò parzialmente, per una volta, alla regola che da solo mi ero autoimposto fin dall’inizio: mai replicare alle recensioni dei critici, per rispetto della loro autonomia di giudizio. Niente ringraziamenti quando parlano bene, niente proteste quando parlano male, niente precisazioni o arruffianamenti sotterranei. Che sia proibito a chi fa tv intrecciare un dialogo con chi per mestiere valuta le sue creature. Se faccio un’eccezione con Aldo Grasso, che detiene la rubrica televisiva sul “Corriere della Sera” da prima ancora che io cominciassi a lavorare nell’elettrodomestico rettangolare, è perché sono reduce da una manifestazione promossa da donne arrabbiate che hanno fatto sentire efficacemente la loro voce in ogni contrada d’Italia. Da decenni la questione femminile non assumeva nel nostro paese un tale rilievo pubblico, dando luogo a discussioni appassionate e civili, nonostante il ministro dell’Istruzione che ha qualificato in anticipo le manifestanti come “poche radical-chic” (peccato che la Gelmini non legga Grasso, altrimenti avrebbe potuto mutuarne la variazione altrettanto sarcastica ma più originale di “sinistra Vanity Fair”). Cosa c’entra Aldo Grasso con le donne arrabbiate, vi chiederete? Per carità, poco o nulla. E’ solo per via del suo mestiere, il critico televisivo. Possibile che non fosse venuto in mente a lui di esercitare, nel corso della sua lunga carriera, una critica al modo in cui sono mostrate e trattate le donne nella tv italiana? Eppure inchieste comparative sul trattamento dell’immagine della donna nelle diverse

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Sul TG2

Il 10 febbraio, nell’edizione delle 20,30 il Tg2 ha mandato in onda questo servizio sulla manifestazione del 13: cosa ne pensate? E’ il numero 8.

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Le Monde e il Corriere della Sera

Tra ieri e oggi due dei principali quotidiani di Italia e Francia si sono occupati di noi: Le Monde trattando del nostro lavoro nelle scuole in un articolo di Philippe Ridet che parla del “movimento” delle donne italiane, lo trovate qui sotto; il Corriere della Sera attraverso questo articolo del suo opinionista televisivo Aldo Grasso. Giudicate voi.

Une minute de silence, suivie d’un cri. Un hurlement pour dire “Basta !”. Dimanche 13 février, de Turin à Palerme, des dizaines de milliers d’Italiennes libéreront ainsi leur colère contre SilvioBerlusconi. Basta !, ses call-girls qui s’offrent au sultan en échange d’un petit rôle à la télévision, d’une place éligible sur les listes électorales ou d’argent. Basta !, les orgies du bunga-bunga. Basta !, ce modèle de femmes jetables et interchangeables dans lequel elles refusent de se reconnaître. Leur mot d’ordre : “Maintenant ou jamais.” Plus de trente ans après les grandes batailles des féministes italiennes pour le divorce (1974) et l’avortement (1981), une nouvelle vague voit le jour. Le déclic ? Les affaires Noemi, puis Patrizia, puis Nadia et enfin Ruby : autant de jeunes femmes, parfois mineures, qui ont fréquenté les nuits d’Arcore (la résidence milanaise de M. Berlusconi), jetant une lumière crue sur une “putanocratie” où la promotion des femmes est une question de tour de poitrine plus que de mérite. Samedi 29 janvier, déjà, plusieurs centaines d’entre elles ont manifesté, une écharpe blanche autour du cou, derrière une banderole où l’on pouvait lire “L’Italie n’est pas un bordel”. Plusieurs

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Shakira batte Carlassare 1 a 0

Repubblica non ha trovato spazio per il migliore intervento di ieri: quello di Carlassare, vecchia costituzionalista di Padova, donna imperdibile che correrò ad intervistare non appena avrò un minuto di tempo. Forte, coraggiosa, corpo superbamente aperto verso il pubblico: non resta traccia del suo intervento. Però su Repubblicatv stamane c’è il video di Shakira che va in convento per amore.

La realtà è dura, più dura di quella tratteggiata ieri: il problema non è Berlusconi.  Il problema è Berlusconi, ancor di più il Berlusconismo e a pari merito l’informazione vecchia obsoleta, legata alle leggi neoliberiste/berlusconiane, incapace di riconoscere il nuovo nell’intervento di una poco nota ed anziana rottamabile? costituzionalista.

Protesto, ora telefono, scrivo chiamo. Protesto. Protestate. Non state inerti. E’ questa la nostra rovina. E,’ come dice Giorgia Vezzoli e il suo appello su Facebook che vi invito a firmare subito qui a dx., la vergogna di giornali che fanno a pezzi il premier per il suo uso del corpo femminile e intanto nella sidebar a dx delle loro homepage mettono tette e culi.

Basta! Diciamolo questo basta! non è sufficiente andare in piazza contro berlusconi. Il problema è molto più grave, diffuso e necessita di tutte le nostre forze oppositive.…

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Un Altro Giornalismo è Possibile: la Storia de Il Corpo delle Donne arriva in Olanda e oltre..

Iniziamo l’Anno 2011 pieni di energia: questo è il nostro regalo per le ragazze e i ragazzi italiani, per dimostrare loro che tutto è ancora possibile. Buona visione, buon Anno, forza che ce la facciamo!  Qui il link all’articolo che è uscito oggi in Olanda e che racconta di noi e di quelle persone che stanno provando a cambiare il mondo. Spero in un’amica olandese che traduca per tutti noi!…

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Pubblicità sessista

Questo è il video dell’intervento di Lorella Zanardo su Rai1, discutendo di pubblicità sessista con addetti ai lavori e altri ospiti.

Qui di seguito il contributo al dibattito della giornalista Sabina Ambrogi, che ci ha inviato questo suo articolo, apparso anche su Il Manifesto, che volentieri pubblichiamo:

Corpi in vendita per cancellare tutti i conflitti.

La  pubblicità  di un’azienda del nord Italia che vende assorbenti e fazzolettini umidificanti è questa:  compri due o tre prodotti, mandi all’azienda il codice a barre, e poi viene estratto un premio.  Non si  tratta di una somma di denaro che  puoi  spendere come credi, ma la tua  scelta deve avvenire   tra un paio di tette  o un paio di chiappe  nuove, o altre parti del corpo chirurgicamente modificabili entro i seimila euro. È escluso l’arco dentale. Nel cavilloso e burocratico dossier che illustra il  concorso si precisa che la vincitrice verrà sottoposta a una visita psicologica prima dell’operazione. Hanno pensato proprio a tutto: pure a arginare e capire paternalisticamente la disistima appena incoraggiata.  Questa pubblicità passa  attraverso la rete con un sito internet, e tappezza  Roma con le  due parti rilevanti della donna moderna: un paio di tette o in alternativa un culo,  giganteschi e minacciosi. Il claim è:te le pago io/te lo pago io.

Ogni strategia di marketing è sempre  il risultato di  un’industria che suggerisce,impone o crea contenuti. Ma poi questo contenuto  deve entrare in un tessuto culturale pronto a recepire. E due sono i processi rilevanti in corso che

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Tette o talento?

Su Repubblica di oggi 6 settembre questo articolo di Gad Lerner.…

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