Donna Presidente? Sì! Cerchiamola

Il Presidente Napolitano dichiara di essere alla fine del suo mandato e di auspicare che una donna prenda il suo posto.  Subito parte il toto nomine: –qui il sondaggio del Corriere della Sera –qui un articolo della giornalista/amica Laura Preite

Sto in ascolto. Da qualche tempo cerco di stare in relazione con emozioni profonde e vere, mie e delle migliaia di persone che incontro. Cerco di stare in contatto  con quell’energia che cambia il mondo. Leggo i nomi delle papabili. Non un fremito. Leggo di Lella Golfo che propone Letizia Moratti e mi chiedo come le venga in mente.   Leggo di poltiche scomparse dalla scena che appartengono ad un epoca remota e obsoleta e mi domando perchè dovrebbero rappresentarci. Non basta aggiungere la desinenza “A” per cambiare il mondo, suvvia,  basta ipocrisie.

Lorenza Lei è donna. Emma Marcegaglia è donna. Letizia Moratti è donna

Potrei continuare. Finora è stato un  processo comprensibile: in un mondo dominato da logiche maschili, l’unico modo per insinuarsi tra loro era adottarne le logiche. Ora è tempo di cambiare.

Non c’è, tra quelli ventilati sino ad ora un NOME di DONNA che oltre ad essere capace e meritevole ci faccia fremere: sì, è lei che voglio mi rappresenti! Coraggiosa e poco incline alla posizione subordinata verso  logiche maschili. Cerchiamola la nostra Donna Presidente! I nomi scegliamoli anche noi, non facciamoceli imporre. ATTENZIONE: tutto ad un tratto da Sofri a Gramellini a Fini dichiarano che è tempo di ascoltare le donne. …

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Un'Alternativa alla Violenza di Genere?

Un’Alternativa alla Violenza di Genere?

C’è stato a Torino un importante evento”Culture Indigene di Pace: donne e uomini oltre il conflitto“. Purtoppo ero a Viterbo e non ho potuto esserci. Ho chiesto di inviare un report a chi fosse andato, e Emanuela Chiarini, amica lettrice del blog e blogger lei stessa, ci ha inviato questa sua importante riflessione. Badate che quanto accade qui sul blog è preziosissimo: quando chiedo aiuto/supporto, dalla rete arriva generosamente aiuto. Non è cosa da poco. E non è detto che non si possa renderla pratica comune. Grazie Emanuela.

Sabato 17 e domenica 18 marzo a Torino ho assistito e partecipato al convegno “Culture Indigene di Pace – donne e uomini oltre il conflitto” organizzato dall’Associazione Laima e patrocinato dal Comune di Torino e dalla Commissione regionale Pari Opportunità. Partecipato come tutte le tantissime persone presenti, perché è stata un’esperienza che ha unito con efficacia la teoria con il praticare. L’incredibile lavoro delle organizzatrici, traduttrici e traduttore e tutti gli individui che hanno reso possibile l’evento merita un grande ringraziamento per aver strutturato una tre giorni intensa e profonda, con tempi ben studiati e precisi, costi per la partecipazione accessibili, organizzando vitto e alloggio in una accogliente e ben attrezzata struttura. Un evento che ha indagato con attenzione i molteplici aspetti che il tema suggeriva. L’introduzione di Morena Luciani, Sarah Perini e Luciana Percovich ha inoltre sottolineato proprio quella relazione tra le generazioni che rende possibile unire esperienza, conoscenza e passione che tutte ci auspichiamo già da tempo. Il

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Un Gioco da Ragazze

Un Gioco da Ragazze

Tenace caparbia infaticabile il ministro è la lady di ferro del governo Monti chiamata a sfidare i sindacati sul tabù dell’articolo 18 fino alla caduta di un altro feticcio: l’accordo a tutti i costi.

Avevo 28 anni, una laurea e un Master e per giustificare la mia entrata di  prima donna  in azienda, il Direttore mi presentò così ai membri del Board:” Ecco la Zanardo. E’ una donna ma ha le palle”. Sono passati molti anni, a molte di noi questa rappresentazione di sé  ha provocato danni notevoli, la crescita di un pene simbolico ad esempio. I danni sono stati consistenti  anche per le aziende, imprigionate in un eccesso di maschile, e per il Mondo, impoverito per mancanza di apporto creativo del 51% della popolazione.

Nel titolo dell’Espresso è racchiuso  IL PROBLEMA. Analizziamo: –Il Ministro: propongo di definire Fornero, che è donna, La Ministra. Ricordo che Merkel, non una mammoletta, chiese di essere definita DIE KANZLERIN all’indomani della sua nomina. Nominare il mondo al femminile ha molti risvolti sorprendenti. Empowerment delle piu giovani ad esempio. Consiglio il  libro di Irene Biemmi “Educazione Sessista” Rosenberg Sellier. –Lady di Ferro: non è un gran complimento. Riporta a  Margareth Thatcher, che è ricordata per avere contribuito a demolire il welfare britannico. Consiglio di  leggere: Toni Judt “Guasto è il Mondo”Laterza. –Sfidare i Sindacati: Che brutta espressione! Vecchia e obsoleta!  Proporrei invece di chiamare una Ministra perchè provi a mettersi in relazione prevedendo anche l’ascolto. Veramente Fornero è …

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Quarto Potere... maschile

Quarto Potere… maschile

Questi sono i numeri delle presenze femminili in Rai (fonte CPO FNSI)  

33,7 per cento: giornaliste Rai.

4 per cento: donne dirigenti Rai.

2: donne direttore Rai.

3: donne vicedirettore Rai (a fronte di 33 uomini).

63: donne caperedattore Rai (236 gli uomini).

 

Questi sono i numeri delle presenze femminili nelle notizie Rai (dati Monitoraggio OERG Osservatorio di Pavia),

58 per cento: conduzione di Tg da parte di donne.

10 per cento: opinioniste autorevoli.

66 per cento: opinioniste “volanti”, cioè donne interpellate per strada (senza che di loro si sappia nulla: professione, età, scelte politiche).

16 per cento: donne “notiziate” in quanto vittime (contro il 6 per cento degli uomini). 11 per cento: donne “notiziate” per questioni politiche o economiche.

In Rai le italiane non fanno notizia, anche se raccolgono, diffondono, scrivono notizie. Quasi mai potendo scegliere quali notizie, come impaginarle, e in quale gerarchia.

Questa è invece la situazione della stampa nazionale italiana (fonte FNSI).

5: donne direttore di quotidiani (113 gli uomini).

5: donne vicedirettore di quotidiani (99 gli uomini).

67: donne redattore-capo nei quotidiani (477 gli uomini).

 65 per cento: donne giornaliste rimaste dentro le aziende editoriali a seguito di stati di crisi. Tra queste, solo il 30 per cento ha un contratto. Tutte le altre sono precarie.

Fino al 40 per cento: gap di stipendio tra giornalisti uomini e donne.

Tirando le somme:

In Italia il quarto potere è in mano agli uomini in percentuali addirittura superiori a quelle che ci …

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LA RAI ai CITTADINI, ROMA 23 marzo

LA RAI ai CITTADINI, ROMA 23 marzo

Domani h 17 a Roma partecipo a questo incontro. Aderisco e intanto porto una proposta per INNALZARE IL NUMERO DI DONNE all’interno dell’ente pubblico. Senza un numero sufficente di donne, non c’è cambiamento.

“l’equilibrio fra genere è ormai un principio di diritto positivo, è una realtà non più solo delle molte legislazioni straniere,  ma anche del diritto italiano (si pensi alle norme sugli enti locali, ai vari codici delle pari opportunità, alle leggi europee che ci governano o ci dovrebbero governare, alle quote nei cda ec…). Non crediamo che sia  rivoluzionario, ma semplicemente attuativo di principi che già esistono, dire che è necessaria la presenza massiccia del genere femminile nei vertici rai, ma anche e soprattutto fra gli autori, per garantire la quale appare chiaro che nel nostro paese non si possa che ricorrere al mezzo delle quote.”

La Riforma “La Rai ai Cittadini” da spingere nel prossimo Parlamento

5 punti per garantire un bene pubblico

3 Leggi spinte da MoveOn Italia – Muoviti Italia insieme ai cittadini nel prossimo Parlamento per rendere più libera l’Italia 

Per una tv libera, indipendente e con i cittadini-utenti partecipi nelle decisioni del servizio pubblico Venerdì 23 marzo ore 17,00 – Città dell’Altra Economia, Largo Dino Frisullo, Roma (ex mattatoio – testaccio)

Evento Fb

Hanno finora confermato la loro presenza e la loro adesione:

Tana De Zulueta, Moni Ovadia, Francesca Fornario, Carlo Freccero, Lidia Ravera, Corradino Mineo, Lorella Zanardo (autrice de “Il corpo delle donne”), Udo Gumpel, Giovanni Anversa (RaiTre “Racconti di …

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POETE e POETESSE: BUONA PRIMAVERA e buona giornata della POESIA!

POETE e POETESSE: BUONA PRIMAVERA e buona giornata della POESIA!

Invadetemi lo spazio, ma più di tutto l’anima, che sono esausta delle mie parole vuote ormai prive di senso. Aiutatemi a dire quel che ormai pare non avere più né senso né peso. Soccorreteci. Inviatemi le vostre poesie!

GIORNATA MONDIALE della POESIA! Che oggi sia una bella giornata amiche carissime.

Voi poete o poetesse sapete cogliere ciò che noi non vediamo. Mostratecelo, indicatecelo, suggeriteci la via. “La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?”

Vi abbraccio. Qui a Milano è veramente Primavera, e lì da voi?

Aspetto con trepidazione

Auguri anche da loro! http://www.youtube.com/watch?v=q2xcQluVtgo&feature=related

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Italiane Deboli Codarde Sottomesse

Italiane Deboli Codarde Sottomesse

Potrei aggiungere incapaci di tutelare le loro figlie, nipoti, sorelle.

Qui Marina Terragni. Qui il mio post di qualche giorno fa.

Negli ultimi due giorni un bollettino di guerra tra stupri e femminicidi. Oramai le donne vengono buttate  giù dai viadotti come rifiuti  e si stuprano bambine nel silenzio generale. Cosa ci devono fare per reagire? Cosa deve accadere ancora per insorgere? Violentarci i figli e le figlie? Chiuse in un individulismo selvaggio, bisognose dell’approvazione maschile, che sia di un vecchio marito reazionario o di un rampante gionalista di sinistra che trova non sia fico pubblicare le notizie di stupri. Paura di non piacere, di non essere accettate. Questo è il PROBLEMA, la ragione di questa mancanza di reazione.

Perchè le giornaliste di sinistra non parlano? Dandini, Guzzanti, Bignardi? Perchè Marcegaglia e Camusso non parlano? Abbiamo vergogna di lottare per i nostri diritti. Capaci solo di tutelare gli interessi di tutti, in piazza con i metalmeccanici certo, questo è giusto. Contro la finanziaria, certo è ancora più giusto. Ma per tutelare la nostra pelle, meglio, la pelle delle nostre figlie?

Questa non è emancipazione, ricordiamocelo. Adeguarsi agli usi e costumi maschili NON E’ EMANCIPAZIONE. NON LO E’, CAPITO? Fare la manager facendo finta di essere UN manager, fare la giornalista colta facendo finta di essere UN giornalista colto: che sia chiaro che non è emancipazione, è sudditanza. Non c’è alcuna differenza tra donne con posizioni di rilievo che non tutelano gli interessi primari delle donne e una casalinga …

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