La Fine del Coraggio?

La Fine del Coraggio?

di Giulia Camin corrispondente da PARIGI

“La posta in gioco stessa del coraggio è di mettere alla prova la natura della volontà e della libertà del soggetto. Noi non saremmo liberi se non alla stregua della messa alla prova del coraggio? Eppure, niente di più certo di un soggetto che, alla chiamata del dovere del coraggio, si sente già condannato. Che cos’è volere? Che cos’è il volere se non già il manifestarsi di una certa forma di coraggio? Poiché volere, vorrà dire affrontare il passaggio verso il potere. Volere non è ispo facto potere. Non basta volere per potere. Oppure sì. Basta. Ed è così che il territorio immenso della volontà si apre, come un abisso. E la posta in gioco diventa chiara. Il coraggio, sarà già il volere. Decidere di volere. Nient’altro che ciò”( Da “La fin du courage” di Cynthia Fleury) 

 Ieri ho guardato un telegiornale italiano in streaming; sono pochi quelli visibili gratuitamente per gli italiani all’estero. Non lo guardavo da tempo, più o meno da quando mi sono arresa alle evidenze: venti minuti dedicati ai problemi giudiziari di pochi, cinque minuti per accennare ai problemi reali di un intero paese. Ma ieri ne sentivo il bisogno, ero ansiosa di partecipare, anche se da lontano, ai funerali di Lea Garofalo. Fremevo dalla commozione e avevo necessità di vedere una folla oceanica pronta a rappresentare anche la mia di vicinanza a Denise, sua figlia. Lea, che esempio immenso di coraggio e di amore per la legalità. Quanta

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Ma Dimmi: E' Coraggioso?

Ma Dimmi: E’ Coraggioso?

Avevo diciotto anni e stavo raccontando ai miei di un ragazzo che avevo appena conosciuto. Sorridevo mentre parlavo e certo si capiva che mi piaceva. “Ma dimmi, è coraggioso?” mi chiese ad un certo punto mio padre. Ci sono delle qualità ritenute desuete, fuori moda e non adeguate ai tempi. Poi basta che qualcuno abbia il coraggio di riproporle e ci accorgiamo di quanto oggi quelle doti sarebbero utili. Prendete l’indignazione. Quando è uscito Indignez Vous di Stéphane Hessel, il libro è andato a ruba, nonostante fosse scritto da un anziano signore, il massimo del fuori moda si sarebbe detto. Eppure di capacità di indignarsi c’è così bisogno, perchè è questo sentimento che conduce all’azione, mentre la critica sterile non conduce a nulla.

“Ho visto il suo lavoro Zanardo, Il Corpo delle Donne” mi dice la Direttora di un’importante agenzia di pubblicità “bello, ben fatto, fa riflettere..” poi fa una pausa e continua quasi complice “però non diciamolo troppo spesso perchè altrimenti ci danno delle moraliste” e intanto mi guarda di sottecchi. Se c’è una qualità che mi riconosco è il coraggio, e ne sono orgogliosissima.

Con questa dote non credo di esserci nata. Anch’io come molte ho fatto scelte nella vita da gragaria. Non saprei dire se la fatica immensa vissuta  talvolta in azienda e che mi portò a posizioni di prestigio fosse motivata da un reale interesse o dal bisogno di approvazione, che è giustificato, ci mancherebbe! in alcune fasi della vita ma che diventa …

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Ciò che è di Tutti: Dare i NUmeri con Livia

Ciò che è di Tutti: Dare i NUmeri con Livia

Livia da Berlino ci propone un esercizio interessantissimo, leggete e proviamo a dare i numeri anche noi. E da lì ripartire o riflettere.

13 Ottobre 2013, Berlino, Germania – EU. Sincerità è anche trasparenza e trasparenza significa, a volte, dare i numeri. Quei numeri cha vorremmo avere da chi governa ciò che è di tutti. Comincio a darli io, i numeri, le cifre, senza commentarle. Magari poi ne parliamo insieme. Intanto: La filosofia (politica) di Confucio, all´oggi – come ben fa notare l´artista e attivista Ai Waiwei – strumentalizzata dal partito comunista cinese, poneva la sincerità e la conoscenza di sè a fondamento della buona organizzazione dello Stato:“ Questo è il significato del detto: “ Lo stato non è prospero per il profitto (pecuniario), è prospero per la giustizia”. Quando chi sovrintende ad uno stato o ad una casata pensa soprattutto alle entrate, è sicuramente sotto l´influenza di un uomo meschino. Colui lo considererà eccellente, ma quando un uomo meschino amministra lo stato o la casata, calamità e danni non tardano ad arrivare: anche le persone migliori non potranno farci nulla. Questo vuol dire che lo stato non è prospero per il profitto, ma è prospero per la giustizia. (…)Ecco che cos´è la giustizia: trattare ogni cosa come le si addice. Onorare i virtuosi è la più grande (giustizia). (…)Tutti coloro che governano l`impero, lo stato e la famiglia hanno nove norme: perfezionare la propria persona, onorare i virtuosi, amare i parenti, rispettare i grandi ministri,

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Cherau o delle Nostre Rinunce Quotidiane

Cherau o delle Nostre Rinunce Quotidiane

PATRICE CHERAU non c’è più. Perdonate se occupo questo spazio nostro, con una notizia che forse a molte non interesserà. Cherau era un grande regista, di cinema ma ancor piu di teatro. Anni fa ricordo una messa in scena favolosa di “DANS LA SOLITUDE DES CHAMPS DE COTON” con la musica dei MAssive Attack e lui e il copratogonista tra il pubblico in un dialogo serrato. Mi piacque così tanto che tre mesi dopo presi un treno e andai a PArigi per rivederlo. Poi, al termine dello spettacolo, feci la coda fuori dal camerino per dirgli grazie. QUanto mi pesa in questi giorni occuparmi sempre di bruttezza, di politica italiana, di femminicidi, di cose che non funzionano, di gente poco seria. Sarebbe magnifico ritrovare il tempo della bellezza. Mi manca la poesia, mi manca il teatro. Non come esercizi di cultura, ma come pratiche che migliorano la mia vita. DOvere sopravvivere, lotttare per uscire dalle gabbie, lavorare perchè la voce delle donne non si affievolisca, non lascia il tempo alla vita. E voi, a cosa state rinunciando?

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Se Laura Boldrini è incompetente, lo sono anche Onu, Cedaw e Parlamento Europeo

Se Laura Boldrini è incompetente, lo sono anche Onu, Cedaw e Parlamento Europeo

Mi ero ripromesso di restare fuori dalla gazzarra generata dalla chiacchierata tra Giuseppe Cruciani e Guido Barilla.L’indegna deriva denigratoria, ai danni della Presidente della Camera, mi crea però un profondo disagio. Civico e umano. Impossibile assistere in silenzio.

L’intervista di Cruciani a Guido Barilla è stata chiaramente concepita per creare un bel vespaio intorno alle dichiarazioni rilasciate da Laura Boldrini, il 24 settembre, al convegno “donne e media”.

Per chi non lo sapesse, l’Onorevole Boldrini si era dichiarata sconcertata dagli spot ancora ancorati allo stereotipo mamma-moglie che serve la famiglia a tavola.

Non è difficile immaginare il tenore dell’invito rivolto da Cruciani a Guido Barilla: “Laura Boldrini ce l’ha con i suoi spot pubblicitari, vuole venire in trasmissione a parlarne?”

Poi, la registrazione della puntata è andata come sappiamo tutti. Tanta di quella “carne al fuoco” che in redazione si saranno leccati le dita. Quasi non sapevano scegliere il piatto forte.

Il 26 settembre mattina, alle 11.57, il mittente “G La Zanzara” ha inviato alla propria mailing list un’anticipazione sulla trasmissione prevista nel tardo pomeriggio.

Per brevità riporto solo la “subjectline” della email arrivata in bold:

Guido Barilla (presidente gruppo Barilla) choc a La Zanzara su Radio24: “Mai spot con una famiglia gay, sono per famiglia tradizionale”. “In azienda abbiamo concetto sacrale della famiglia”. “Gay? Rispetto tutti, basta che non disturbino gli altri”

Lo stesso mittente, il giorno dopo, tra le 15.13 e le 15.14 ha inviato altre due email. Questi gli “urli” sparati in subject line e sempre in

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Vi Prego: Facciamo Attenzione

ATTENZIONE. per favore FACCIAMO ATTENZIONE. Milano, zona semicentrale. Entro di corsa a comperare un paio di scarpe in un negozietto senza pretese. Il venditore all’interno è di mezza età, vestito con cura e modestia. Mi accoglie gentilmente, gesti lenti. Io sono di fretta. Provo e dico ” vanno bene”. Lui sorride mesto. Vado alla cassa ” Signora le faccio 5 euro di sconto, le farei di più ma non posso ” capisco” dico frettolosa. “NOn posso signora perchè mi stanno strangolando, tra poco mi sa che chiudo anch’io…ora aumentano anche l’iva.” Resto interdetta, sono di corsa ma resto immobile ” Vede io tutta la vita sono stato un uomo morigerato. Ho sempre pagato le tasse, sono un uomo..ordinato” Lo guardo. Penso che in passato ha votato sicuramente DC. “Però vede, io ultimamente non so…credo che..io scenderei in piazza. Io non ce la faccio più signora” E quando ha detto così ho avuto un brivido perchè con piazza, non intendeva una manifestazione pacifica. Per chi come noi è attivista e passa giorni ad incontrare le persone, queste dichiarazioni sono ormai la norma. E chi le pronuncia non ha l’aspetto barricadero, non ha le sembianze del riottoso. Lo affermano persone miti, studentesse, lavoratori. Maestre. Ieri sera REPORT su RAI 3 ha spiegato con le immagini perchè siamo arrivate/i a questo punto. Una banda di INCOMPETENTI eletti durante le ultime elezioni. LE ULTIME ELEZIONI, capite? quando già il Paese era devastato, quando già si sapeva che c’era urgenza di competenze, di esperienza. Pur

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Và a Dar Via I Ciapp!

Và a Dar Via I Ciapp!

“Và a Dar Via i Ciapp” che sarebbe un bel vaf….. nel nostro bel dialetto lombardo. La signora che pronuncia l’invito ad alta voce poi scoppia in una fragorosa risata. Riprende le sue sporte pesanti ed esce lenta dalla panetteria a pochi metri da casa mia. Ho portato dal fornaio dove vado normalmente e dove c’è un bel giro di donne che “servono” nel senso reale della parola, gli articoli tra i più dibattuti di questi giorni, quelli sul ruolo della donna nella pubblicità. Ma ho privilegiato quelli scritti da donne colte ma col mestolo pronto come  questo  o questo o l’ormai blockbuster della signora pdellina felice di servire, questo. Quindi, circondata da massaie, (quelle che si fanno il culo intendo 1 marito muratore, 3 figli ecc ), donne di servizio plurietniche, alcune italiane, ho letto a voce alta gli articoli  qui sopra. Ci fosse stato Cesare Cantù, il regista de Il Corpo delle Donne, ne sarebbe emerso un video pasoliniano. “Và a dar via i pè!” grida allegra la sciura Maria rivolta alla Cirocchi  autrice della memorabile frase nel blog   di Grillo “Dopo una giornata di duro lavoro a preparare una cena per  marito e figli, servirli a tavola e trascorrere con loro probabilmente l’unico momento della giornata davvero in famiglia”. “Perchè Maria manda  a quel Paese la Cirocchi?” chiedo sorniona. “Cara la mia tusa (ragazza  ) mi, dopo un dì che g’ho sgobà ( che ho lavorato) di servire non ho minga voglia. Tè

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