Sguardi

La Deumanizzazione delle Donne nella Politica Italiana

Ricevo e pubblico con grande piacere questo articolo che ci invia la Prof. Chiara Volpato, università Milano Bicocca. E’ uscito di recente il suo libro “Deumanizzazione” ed. Laterza, di cui vi ho già parlato.

La strumentalizzazione del corpo femminile per usi politici ha raggiunto in questi giorni forme di estrema severità. In alcune città venete sono comparsi dei manifesti che mostrano, fianco a fianco, una donna dal prosperoso seno nudo, eretta a simbolo di un federalismo capace di promuovere il Veneto a stato autonomo, e una donna piegata dall’anoressia, simbolo, invece, dell’inconsistenza del finto federalismo romano-padano. Poco importa che i manifesti siano stati sconfessati dal Movimento Veneto Libero, sotto la cui sigla sono comparsi. Quello che conta è che con la loro affissione si è valicata un’ultima frontiera: l’oggettivazione dell’immagine femminile nella propaganda politica è stata spinta fino all’uso estremo della sofferenza finale, dato che l’immagine raffigurata pare essere quella di Isabelle Caro, morta qualche mese fa proprio di anoressia. Gli ideatori hanno così impiegato le immagini di una persona vittima di una sofferenza estrema, sulle soglie dell’agonia. La strumentalizzazione del corpo femminile è divenuta un atto di deumanizzazione estrema.

Altri segnali, di pari gravità, sono comparsi in questi giorni sulla scena politica a dirci che siamo di fronte a uno scenario di conflitto, che evoca la guerra civile. Ci riferiamo alle ripetute dichiarazioni del nostro premier che accusa i magistrati di essere un cancro della democrazia e a quelle di Daniela Santanché che ha paragonato Ilda Boccassini a una …

Continua a leggere...

Elezioni Milanesi

Trovo la proposta di Marina Terragni interessante e condivisibile. Trovo che sia una proposta ragionevole e quindi spero vivamente che il candidato Pisapia la faccia sua.…

Continua a leggere...

Il Riformista risponde alla nostra denuncia “Expo Macho”

Il riformista in un articolo di Cinzia Romano risponde alla denuncia di Marina Terragni e di Lorella Zanardo sul’ Expo Macho di Milano.…

Continua a leggere...

Interrogazione Parlamentare dell’Italia dei Valori in difesa di Striscia la Notizia

Ricevo dall’Ufficio stampa di Striscia e pubblico:

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05108 Atto n. 4-05108

Pubblicato il 3 maggio 2011 Seduta n. 547

LANNUTTI – Ai Ministri dello sviluppo economico e degli affari esteri. – Premesso che: la trasmissione “Striscia la Notizia” – che usa le veline come metafora di un giornalismo paludato, popolato in special modo da giornalisti economici che, invece di fare i cani da guardia del potere, fungono da cani da riporto, limitandosi a riportare spesso le veline degli uffici stampa con i quali intessono rapporti amichevoli, quando non vengono foraggiati da regalie, viaggi in località esotiche e prebende senza sviluppare alcun senso critico nei confronti di banche, banchieri, assicuratori, potentati economici, autorità di controllo come Banca d’Italia, Isvap, Consob ed Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), monopolisti elettrici e del gas e dei cosiddetti capitalisti delle bollette e dei pedaggi, irrispettosi degli interessi dei consumatori e delle famiglie vessati da rincari di prezzi e tariffe e dalla sistematica distruzione del sudato risparmio con il fenomeno del “risparmio tradito” – non si è mai inginocchiata, a differenza di testate storiche più antiche e blasonate, al cospetto del potere economico e politico, sviluppando, al contrario, una funzione di supplenza anche dell’autorità giudiziaria e delle distratte autorità, che non sempre sembrano agire con la necessaria indipendenza, funzione che dovrebbe caratterizzare il mestiere e la professione giornalistica di contraltare ad usi, abusi e quotidiani soprusi; i servizi degli inviati di “Striscia la Notizia”, come di Valerio …

Continua a leggere...

Flash Book

Ricevo da Lorenzo, 20enne tra gli ideatori del Flash Book e volentieri pubblico.

Esporsi alla città in poche decine o centinaia di persone, solo leggendo senza aprire bocca, senza poter spiegare perchè si legge, perchè con altre persone, perchè in un luogo pubblico e soprattutto cosa si legge può sembrare una protesta sterile. Molti ci accusano di intellettualismo, di snobismo o fastidioso cripticismo. Io ritengo, oggi come al primo Flash Book dell’11 dicembre, che non manifestare il motivo per cui si protesta non voglia sempre dire non avere motivi affatto. Nel Flash Book significa rispetto per le motivazioni altrui: nello stesso luogo, nello stesso tempo, nella stessa protesta, protestiamo per motivi diversi, testimoniamo, con la semplice presenza, l’adesione a crociate di fede opposta. Niente allineamenti, solo la rivendicazione dello spirito critico individuale, integralmente individuale. Ci sono moltissimi luoghi adibiti al compromesso, al confronto o allo scontro di idee, alla soluzione dei problemi. Flash Book non è uno di quelli. Flash Book vuole solo ricordare, in silenzio, che i problemi ci sono e che la riflessione, simbolizzata nel libro, è un modo migliore di altri per rilevarli, e quindi il primo passo per risolverli.Qui non compaiono parole da difendere, slogan a cui adeguarsi, battaglie da portare avanti. Compare soltanto il simbolo di ciascuna di queste battaglie, incarnate nei silenziosi lettori in mezzo alla strada; trapela soltanto l’allusione a una quantità potenzialmente infinita di idee a cui dedicare la vita, di cause per cui combattere. Ma altrove, dopo. Non qui. Flash Book

Continua a leggere...

El Pais intervista Lorella Zanardo

“Un’altra Italia esiste e resiste”: Intervista del quotidiano spagnolo El Pais a Lorella Zanardo. “Lo tenemos crudo hoy, en este país. Y si eres una mujer que no se calla, vives un cerco continuo”… continua Chi potesse fare la traduzione dallo spagnolo darebbe un prezioso contributo.…

Continua a leggere...

Brutta

“Oggi però l’idea di normalità è rinchiusa in canoni così angusti da risultare mortificanti. Lo straniero è pericoloso e nemico, il disabile impedisce il correre forsennato delle nostre esistenze, il povero è imbarazzante e ci fa da cattiva coscienza. Poi c’è il canone della bellezza che definisce forme, misure, accessori e anche l’età. Se non si è giovani si è brutti.

Continua a leggere...