Impegno e militanza

Incontrarsi

Carissimi e carissime,

ce ne andremo in vacanza per un paio di settimane.

Sono stati mesi speciali, densi di attività, mail, post, inviti.

Qualcosa si è mosso.

L’inerzia che pareva averci bloccato da anni, forse sta lasciando il posto a un nuovo stato d’animo, a cui non è ancora possibile dare un nome e che ancora non sappiamo verso quale tipo di azione ci condurrà.

Molti di voi chiedono un’ azione concreta e nota: manifestare pubblicamente e fisicamente ha ancora un senso in quest’epoca dominata dai media? Non ho una risposta, ci sto pensando. Certo è che in un momento storico dove “se non appari non esisti”, perché una manifestazione abbia risonanza dovrebbe coinvolgere migliaia di persone e anche così non è garantita sempre e comunque la visibilità.

La rete.

Per noi de IL CORPO DELLE DONNE Internet ha significato moltissimo.

Visibilità, passaparola efficace, diffusione capillare in Italia e all’estero. Dibattiti, festival, confronti e la conferma che c’è un’Italia che non appare ma che esiste ed è ora che venga allo scoperto.

Il come è tutto da inventare.

Internet ci permette di tessere delle relazioni a volte profonde. La rete ha reso il nostro blog un punto di incontro importante.

L’enorme differenza rispetto ad anni fa è la non fisicità della nostra relazione.

Noi che lottiamo intorno e per il corpo delle donne, non abbiamo corpi, la rete non li prevede.

Anni fa, come diceva Susan George, bastava scendere in piazza e unirsi ad una manifestazione e subito si aveva …

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Ci piace di più il nostro, di modo di vivere

In Repubblica di oggi Serra evidenzia la frase più significativa espressa da Nanni Moretti nell’intervista rilasciata ieri “Mi piace più il mio, di modo di vivere”. Esprime, sostiene Serra, ”la certezza che si possa stare in una società di massa senza farsi troppo ricattare dalle mode, e condizionare dal terrore di essere in minoranza. Descrive esattamente il sentimento che è mancato a gran parte della sinistra italiana… L’orgoglio in overdose può essere letale… ma la sua mancanza trasforma in imbelli e in depressi.”

Di che cosa abbiamo paura? Chiediamo alla fine del documentario IL CORPO DELLE DONNE. La risposta non può essere solo una ma certo è che ci siamo fatte ricattare anche noi donne dal terrore di essere in minoranza, condizionate dalla moda che ci imponeva i suoi diktat da schiavisti, senza il giusto orgoglio che ha preservato Moretti, e dunque ridotte ad essere oggetti ad uso e consumo della società mercantile.

Ad uso e consumo del mercato sostengo, non degli uomini presi nella loro singolarità.

Gli uomini non ci vorrebbero oggetti a loro uso e consumo, non vorrebbero grechine e veline copie di personaggi web a loro volta copia di fantasie onanistiche che lasciano l’amaro in bocca.

Questa nostra tv italiana bene rappresenta il colpo di coda del patriarcato, sostiene Marina Terragni che mi intervista in Io Donna di oggi. E’ una tv totalmente in mano ad un pensiero misogino moribondo ma che non vuole morire e quindi cattivo e aggressivo, impaurito dall’enorme cambiamento che ci attende: un

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Continuare ad impegnarsi

Susan George è una delle ideologhe del movimento no global, niente a che vedere con l’iconografia con cui ci siamo abituati ad immaginare chi combatte la globalizzazione: 75enne, sempre in tailleur, presidente onorario di Attac, si è sempre battuta per monitorare le decisioni di organizzazioni come il WTO o l’OCSE. Scrive la George in un suo libro fondamentale, “Un altro mondo è possibile”, che quando era ragazza, quindi intorno al ’68, era facile capire cosa fare: bastava scendere in strada ed unirsi ad una delle tante manifestazioni che passavano.

Tempo fa per un mese ho raccolto le prime pagine dei quotidiani: tobin tax, tav, wto, ocse, farmaci e proprietà intellettuali, privatizzazione dell’acqua, ecc: titoli spesso incomprensibili ai più, a meno che non si abbia a disposizione molto tempo per capire, per approfondire. Quanti di noi sanno che è in corso una feroce corsa alla privatizzazione dell’acqua a livello mondiale per cui le multinazionali potrebbero diventare padrone di tutte le falde acquifere a breve? Per chi è stato in India recentemente la supremazia di Nestlè sull’acqua indiana è stata certamente lampante.

Da che parte vogliamo stare? All’epoca di Susan George era facile: si era pro o contro la guerra in Vietnam. Ora non è più così ed è sempre più necessario essere informati per potere decidere. Posso ad esempio essere contrario alla privatizzazione dell’acqua ma favorevole al tav, treno alta velocità. E così via. I partiti politici ci rappresentano sempre meno e non ci sollevano dal dovere prendere

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La trasmissione viene momentaneamente interrotta?

Da stamane chi si vuole collegare al sito www.ilcorpodelledonne.com si trova l’accesso sbarrato da un avviso:

“Alcuni lettori di questo blog hanno contattato Google poiché ritengono che il contenuto del blog sia opinabile.”

Quali sono i contenuti opinabili?

E’ ancora possibile portare avanti una critica educata e circostanziata nella società in cui viviamo?

Siamo fiduciosi di potervi dare risposte rassicuranti al piu’ presto: ci siamo attivati per capire da Blogger chi e perché ci vuole oscurare.

Interpelleremo un avvocato per seguirci.

Nel frattempo sarebbe utile che chi ci legge, se lo ritiene opportuno, faccia circolare il racconto di quanto sta avvenendo al nostro blog per evitare che accada ad altri.

Grazie. Noi comunque continueremo a scrivere, quindi…restate in contatto con noi!

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Ripartire dalla Costituzione

“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo.

«La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!».

Questo è l’indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono

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Prendere posizione

Da dove cominciamo?

Da dove si comincia per raggiungere una corretta e rispettosa immagine di noi donne in tv?

Io penso che si cominci dichiarando che è un tema che ci riguarda tutte, indipendentemente dalle nostre posizioni politiche.

Ho molto apprezzato la posizione dura e chiara di Sofia Ventura, politologa, che ha scritto per denunciare il fenomeno velinismo sulla rivista della Fondazione Fare Futuro presieduta da Gianfranco Fini, uomo di destra. Così come apprezzo gli scritti di Chiara Saraceno e di Norma Rangeri.

La condanna della tv dell’umiliazione delle donne e della rimozione dei volti non è appannaggio della sinistra, anzi io credo che la sinistra e i suoi leaders debbano uscire allo scoperto e dichiarare cosa pensano realmente delle donne, quali azioni vogliono intraprendere con e per le donne, che posizione assumeranno a breve nella lotta alla discriminazione, che la tv privata e pubblica attua nei confronti delle donne quindi negando uno dei diritti portanti della Costituzione Italiana,.

Quando un cittadino straniero e di etnia differente dalla nostra viene offeso e non rispettato nel nostro Paese, giustamente la Sinistra fa il suo dovere e trova le risorse per mobilitarsi. Perché non vi è uguale attenzione alla negazione dei Diritti alla donne?

Perché delle questioni discriminanti del femminile si debbono occupare solo le donne? Non è una questione di rilevanza per tutti i cittadini? O d’ora in poi decidiamo che le donne si occupano di diritti delle donne, i cittadini dell’est che qui risiedono si occupano del rispetto dei diritti

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Le domande

Grazie per le moltissime mail di apprezzamento che ci state inviando. Mettiano on line il nostro “saggio visivo” IL CORPO DELLE DONNE che pone delle domande sul perché noi donne, e anche gli uomini, non chiediamo una tv rispettosa della nostra immagine. Se potete cercate di vederlo senza interruzioni, dura 25 minuti.

Perché non reagiamo? Perché questa umiliazione continua? Di che cosa abbiamo paura?

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