Corpo e corpi

Il piacere sessuale. Uno dei doni più belli elargiti dal Signore

Ricevo da Miriam Della Croce e con grande piacere pubblico, condivido e La ringrazio.

Il piacere sessuale. Uno dei doni più belli elargiti dal Signore.

Il dono materiale più bello che il buon Dio ha fatto alle sue creature, è senza ombra di dubbio il piacere sessuale. Dono materiale che alle volte, a mio parere, diventa anche spirituale. Ed anzi, colgo l’occasione per ringraziare il Signore d’avermelo concesso. Considerato il valore immenso del dono, sarebbe davvero sbagliato ritenere che al Padreterno possa far piacere che una sua creatura ci rinunci, senza una giusta ragione. Sarebbe un atto di scortesia e ingratitudine. Ora, il Vangelo ci dice che Maria concepì il Bambinello senza avere avuto rapporti con Giuseppe. All’angelo, infatti, che annuncia la nascita di Gesù, Maria risponde: “Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?” (Lc 1,34). E quindi, se crediamo al Vangelo, dobbiamo credere anche al concepimento di Gesù senza collaborazione umana. Fiumi di parole, però, sono stati fatti scorrere per dimostrare che Maria anche in seguito non abbia avuto rapporti con lo sposo. Si è sostenuto che quel “non conosco uomo” manifesti il proposito di Maria di rimanere vergine. Ovviamente nessuno si è chiesto mai se alla Madonna potesse far piacere che si facessero interminabili discussioni sulla sua verginità e persino sul suo imene. Eppure così è stato, a cominciare dal Concilio Lateranense (649) fino al Concilio Vaticano II. Una vera mancanza di riguardo e di delicatezza. Ma è inconcepibile che proprio Maria, creatura prediletta da Dio, abbia …

Continua a leggere...

La primavera dei nostri corpi

Da piccola mi piaceva molto andare in bicicletta, mi dava un senso di libertà che ancora oggi provo. Pedalavo veloce e cadevo spesso: mia madre mi disinfettava le ferite con l’alcool, che bruciava tantissimo, e intanto mi intimava di stare più attenta: mi sarebbero rimaste in altro modo delle brutte cicatrici a ricordo delle mie scorribande.

Aveva ragione, i segni sono lì, non così brutti in verità. Sono tra le parti del mio corpo che amo di più: piccole cicatrici che negli anni hanno svolto la funzione di sentinelle: quando la vita diveniva ripetitiva, quando qualche gabbia spalancava le sue porte pronta ad acchiapparmi, una passata veloce sulle ginocchia, di nascosto, sotto le gonne,a volte  sopra le calze, e tornava forte la sensazione delle mie pedalate in libertà, delle mie fughe in autonomia: cicatrici piene di vita. E le gabbie restavano vuote, io ero già altrove.

Vediamo ciò che vogliamo vedere:scherzo spesso con  la mia amica Laura afflitta a volte per una piccola macchia che le pare deturpare il suo bel volto o per un piccolo segno che interrompe il biancore delle sue mani: vuole da me rassicurazioni che quei segni non siano troppo evidenti: ma io i segni, finché lei non me li indica, non li vedo. Sul serio. Mi colpiscono altri dettagli e anzi a volte mi pare che quella sua uniformità di colorito tanto ambita abbia un ché di mortifero, un’assenza di vita.

Allattare è stata una delle esperienze più intense della mia vita. Non voglio scrivere …

Continua a leggere...

Sogno?

Bologna, 4 gen. (Labitalia) – Sul posto di lavoro, le donne, storicamente più capaci di comprendere gli altri, le loro motivazioni, i loro bisogni e in grado di stimolare spesso un comune desiderio di migliorarsi, stanno diventando sempre più ‘fredde’ e calcolatrici. A dirlo è una ricerca ‘sul campo’ condotta, tra il 2001 e il 2009, da Cofimp, società di alta formazione e consulenza di Unindustria Bologna. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.200 soggetti (660 uomini e 540 donne) di età media di 39 anni (minima 20, massima 65), a cui è stato somministrato un apposito test sviluppato da RH Comportement di Parigi sulla base di un’esperienza di coaching nel campo dell‘Intelligenza Emozionale che dura dal 1991. Lo strumento è stato concepito per la rilevazione di 5 fattori che rappresentano l’ossatura della nostra ‘intelligenza emozionale’: empatia, maturità emozionale, sensibilità, cordialità ed esteriorizzazione dei sentimenti.

E a testimoniare la sempre maggiore tendenza di donne ‘sergenti di ferro’ sul posto di lavoro ci sono il calo registrato, sia nel loro livello di empatia sia nella loro sensibilità. A preoccupare è anche il loro livello di cordialità visto tendenzialmente al ribasso. Secondo i parametri utilizzati da Cofimp, in dieci anni la sensibilità delle donne è passata da un punteggio di 7 a 1,3; mentre la cordialità è precipitata da 8,1 a -0,7. Per contro, la sensibilità degli uomini è salita da -0,1 a 5,7 e la cordialità è crollata da 0,7 a -3,3. E confrontando i risultati del test realizzato …

Continua a leggere...

Il Sogno

Oggi ho messo le catene.

Un fatto apparentemente banale.

Nevicava, sono scesa dall’auto,

ho lasciato che i bambini continuassero a litigare

e con calma ho disteso sotto la ruota la prima catena.

E’ stato allora che ho sentito come un fastidio tra le cosce.

Non un dolore, un semplice fastidio.

Più tardi a casa,

mentre spalavo la neve che i bambini ributtavano prontamente

dove l’avevo tolta,

ho risentito quel fastidio

quasi un intrusione  là, vicino al pube.

Poi ho cucinato, dato da mangiare ai bambini,

riassettato, insegnato a mio figlio la tabellina del 9,

messo il pigiama ai mia figlia.

Ho poi preparato il lavoro da consegnare al cliente  per il giorno dopo,

dato un’occhiata ai conti della banca

riordinato le bollette,

stirato due camicie.

E’ stato solo verso mezzanotte, mentre cercavo di riparare il videoregistratore,

che ho risentito quel fastidio a cui non avevo più avuto tempo di badare.

Mi sono abbassata piano gli slip,

temendo o sperando di scoprire ciò che già presentivo.

Sopra il pube si ergeva una piccola protuberanza

Un’escrescenza che se ne stava ritta ed impettita.

Un pene!

Un piccolo pene eretto!

Non mi stupii più di tanto.

Era quella l’età dell’acquario?

Il nuovo femminile?

Accarezzai il nuovo venuto come si fa con un figlio

E ripresi ad aggiustare il video.

Fuori nevicava.

Domani avrei rimesso le catene.…

Continua a leggere...

Corpi vivi

Amy Winehouse

Dopo qualche settimana di riposo, di sole mare e vento sono ancor più convinta dell’importanza fondamentale di liberare l’energia dei nostri corpi.

Corpi liberati in grado di far scaturire cambiamenti, non i poveri corpi burattini televisivi.

Corpi dimenticati dalla politica e dagli intellettuali e quindi lasciati totalmente in balia di tristi personaggi dello spettacolo a cui abbiamo concesso il monopolio della rappresentazione del corpo, che è diventata quel povero avanspettacolo che conosciamo.

Riprendiamoci i corpi e l’energia che ne deriva. Con il corpo compiamo le azioni tra le più belle della nostra vita: balliamo (voi ballate?), facciamo l’amore, ci abbracciamo, corriamo, facciamo sport, ci accarezziamo, ci tocchiamo l’un l’altro. E noi donne è con il corpo che facciamo figli.

Corpo rivoluzionario: almeno una volta nella vita l’abbiamo provato? Quella sensazione di potenza, di pienezza che sale e che ci riempie e che vuole poi trovare uno sbocco fisico, che sia un gesto, uno scatto in avanti, un grido. O, quando siamo avanti nel percorso di vita, corpo che diventa un tramite verso una dimensione alta.

Ritorniamo alla nostra vita di tutti i giorni portando con noi i nostri corpi e la possibilità di ribellione in essi compressa.

“Fango” titolava ieri l’Unità e la scritta campeggiava sull’immagine dell’Italia immersa in una fanghiglia viscida, a simboleggiare quanto stiamo vivendo negli ultimi mesi e che verosimilmente continuerà nei prossimi.

Nel fango si può lentamente scomparire, se il nostro corpo non è allenato a resistere, a reagire.

Non facciamoci sommergere dal lerciume …

Continua a leggere...

I corpi liberati

Silvia ha 22 anni, bionda, alta, bella. Frequenta l’Università e ogni tanto alla sera lavora come baby sitter. Le ho dato il dvd de IL CORPO DELLE DONNE già da qualche settimana perché il suo parere mi interessa; passano i giorni, ci incrociamo, Silvia abbassa gli occhi, saluta e si allontana. E’ chiaro che è imbarazzata, probabilmente il documentario non le è piaciuto.

Finalmente una sera la fermo e lei, occhi bassi, spiega. Spiega che non è che il documentario non le sia piaciuto, in parte è vero ciò che viene detto… però… forse siamo un po’ troppo severi… sorride. “In questi giorni” mi dice “va in onda una pubblicità di biancheria intima che mi piace moltissimo. C’è una ragazza stupenda che in mutandine e reggiseno, balla a ritmo di musica: è bellissima, si muove come una dea, è sexy… Questa no, vero?” mi chiede “Questa pubblicità va bene, questa ce la lasciate?”.

Belen parla di ecologia. Belen recita Marquez. Belen sale le scale del trampolino con la telecamera tra le cosce. Belen si toglie il copricostume. Belen sorride radiosa.

Belen Rodriguez non appare mai succube della situazione spesso imbarazzante in cui gli autori delle trasmissioni la costringono. Riesce ad esserne scanzonata padrona. Se c’è una certezza che emerge dalla visione di Sarabanda, trasmissione quotidiana di Canale 5, è che Teo Mammuccari è la valletta mentre in teoria ne dovrebbe essere il conduttore. Belen in bikini riesce a dominare la scena molto più di Mammuccari in giacca, ed è una

Continua a leggere...

Il corpo nudo

Il corpo nudo può suscitare emozioni profonde e bellissime.

Non solo il corpo esteticamente perfetto (com’è d’altronde un corpo esteticamente perfetto?), ma ogni corpo esposto può rivelare bellezze nascoste ed essere portatore di quel senso ultimo che andiamo costantemente cercando.

C’è stato un momento nella nostra storia recente in cui le donne hanno coraggiosamente preso possesso del loro corpo a lungo occultato dalla società. Alla fine degli Anni ’60 al motto di “il corpo è mio e lo gestisco io”, i corpi nudi femminili invadevano Woodstock e tutti i festival di musica, con una vera azione rivoluzionaria di liberazione da secoli di corsetti imprigionanti, reali e metaforici.

Per chi c’era, e per chi non c’era, ci sono migliaia di foto a documentare, resta vivo il ricordo della verità di quei corpi esposti: non traspariva intenzione seduttiva dalla nudità; la seduzione e l’erotismo che si respirava sprigionavano naturalmente dai corpi liberati. Le donne erano soggetti attivi nell’esposizione del loro corpo denudato, decidevano di liberarlo ed esporlo.

Il corpo nudo televisivo diventa immagine pornografica perchè violato dalla telecamera che decide cosa inquadrare e dove indugiare, riducendo la donna a soggetto passivo e umiliandone il corpo così privato di volontà propria.

Quella artificiosità data dalla nudità esposta davanti alla telecamera, viene poi tragicamente copiata dalla realtà anzichè essere viceversa.
Che male c’è in un bel sedere nudo, mi chiede una lettrice nei commenti al post precedente?
Non c’è alcun male a mio avviso.
Ma nella telecamera che vìola l’intimità femminile, riducendo
Continua a leggere...