Cambiare il mondo

Il Genitore Simbolico

Ho potuto leggere con calma l’interessante articolo di Wu Ming qui a lato, solo mentre viaggiavo verso Saluzzo. Prima non avevo avuto tempo. D’accordo su tutto, mi è parso evidente che lui/maschile pensa quello che io/femminile faccio concretamente. Ritengo entrambe le nostre funzioni fondamentali: lui spiega bene in quattro cartelle con riferimenti importanti cio’ che io ho compreso e che è premessa del mio lavoro nelle scuole e nei convegni.

Ora una premessa la devo fare io a voi qui: Non c’è più tempo. Tempo scaduto. In giro per l’Italia c’è l’emergenza. In giro per l’Italia si trovano 3 tipi di situazioni: -assemblee di giovani affamati di futuro, speranze, progetti, concretezza -adulti in cerca di obbiettivi intorno ai quali attivarsi -adulti catatonici incapaci (apparentemente)  di qualsivoglia reazione.

Allora, e mi spiego definitivamente, non è questo tempo di lussi, e per me lusso è anche l’indugiare in piaceri che la parola colta produce. E’ come se in trincea un soldato si crogiolasse nella lettura dell’Arte della Guerra di Sun Tzu: ottimo testo, ma intanto al tuo compagno hanno fatto saltare le cervella. Magari era più utile darsi da fare aiutandolo, nascondendolo, proteggendolo. Non è tempo di lessico corretto a tutti i costi: scrivo spesso così di fretta che salto volutamente le doppie. Sapete, non sono una zulù: la mia laurea in letteratura grida vendetta: tant’è, la lascio gridare. Io intanto corro a Collecchio, a Belluno, a Gioia del Colle: le mie doppie restano nei tasti del pc. Sono fiduciosa che …

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Cose da Uomini

La politica si sa, almeno in Italia, è cosa da uomini. Il programma di Stefano Boeri, candidato sindaco per Milano,  sulle donne è interessante, molto interessante: i giornali non ne parlano, forse perché il tema non provoca il loro interesse, altre cose ci sono da recensire, altri tipi di donne. Escort ad esempio. E invece il programma che coinvolgerebbe le donne di Milano introduce il tema di uno sguardo femminile sulla città, utilizza un linguaggio nuovo, parla di corpo! Dice che per le donne ciò che profondamente conta è “primum vivere” che è quasi rivoluzione per la politica. Anche l’approfondimento giornalistico, quello di cui si parla il giorno dopo, quello “che conta”, è cosa da uomini: come ci ricorda il Censis le donne in tv sono numerosissime, ma quante sono le conduttrici di importanti programmi di approfondimento?

Mi scrive una lettrice “Cara Lorella, ci siamo conosciute a Trento nel mese di Marzo….. L’incontro fu riuscitissimo e credo che abbia lasciato tracce nella testa e nel cuore delle molte persone presenti. Ho scritto una lettera a Fabio Fazio e alla redazione e agli autori della sua trasmissione perché sono al colmo dell’indignazione per l’assenza delle donne nella sua trasmissione. Una banale questione di numeri dei 34 ospiti di questa stagione,  29 sono  uomini e 5 donne. Il resto lo trova nella lettera che copio qui sotto e che, se ritiene che possa interessare, potrebbe pubblicare, anche in parte, sul blog. In ogni caso mi faceva piacere farglielo sapere, perché forse

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Avviso Urgente

A tutte le ragazze e a tutti i ragazzi che seguono il blog do un consiglio importante: in questi giorni né leggete i quotidiani né guardate la televisione. La somministrazione di orrore e degrado in dose massicce impedisce la creatività, frena la libertà, ammazza la crescità spontanea e libera.

Se potete leggete qualsiasi giornale online straniero, tutti ma tutti in questo momento rappresentano un’alternativa migliore.

Se non sapete le lingue straniere, leggete un libro, qualsiasi anche i fumetti vanno benissimo – e intanto mettetevi a studiare almeno l’inglese: con un’ora al giorno in meno di tv, 30 ore in un mese 360 in un anno, può essere che in due anni possiate andarvene qualche mese all’estero trovandovi prima un lavoretto.

Se non conoscete le lingue straniere, non vi va di leggere nè un libro nè un fumetto, va bene lo stesso: uscite, andate a camminare all’aperto possibilmente in campagna, montagna, mare e respirate, ossigenatevi e aprite i sensi, tutti.

Se anche questo vi è impossibile, non importa: camminate per le strade del vostro paese o città o villaggio, guardate la gente: vedete? Quel bambino chissà che cosa sta pensando. Quel vecchio avrà fatto la guerra? La signora con la sporta fuori dal panettiere pare una che ancora cucina tutto benissimo per la gioia dei nipoti. Quel tizio senegalese magari è laureato ed è qui perchè da lui non c’è lavoro. Tante cose accadono nelle strade, interessanti… e perdersi in fantasie sulle vite altrui e un gioco stimolante.

Potete stare solo …

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Zitte o zittite?

Ecco l’articolo che abbiamo pubblicato il 15 settembre su ilfattoquotidiano.it. Quale è la vostra opinione?

“Ci dica” mi chiedono i giornalisti: “cosa pensa del concorso di Miss Italia?” “E del velinismo politico?” “E delle gheddafine?”

Ora io credo che ci sia solo una domanda urgente che nulla ha a che fare con le precedenti e che  molto però ha a che fare con la corretta rappresentanza politica dei cittadini, trattandosi della maggioranza dei cittadini:

Dove sono le donne? Intendo le donne reali. Che lo sappiamo tutti che l’Italia non è fatta solo di prostitute e veline.

Da un anno e mezzo vengo invitata da regioni, comuni, università e  scuole per dibattere intorno al documentario “Il Corpo delle Donne”. Incontro moltissime donne, giovani e vecchie, belle brutte colte, semplici, professoresse, studentesse, casalinghe, artigiane: come mai queste donne, le donne italiane non hanno visibilità? Perché si parla solo di qualche centinaia  di escort?

Perché i giornalisti non mi chiedono altro? Perché non mi domandano  per esempio come mai in questa estate di candidature e autocandidature non è stata mai nominata una donna?

Non esiste una donna nei partiti che possa sfidare gli attuali contendenti? E non esiste nella società civile una donna valida da far emergere? Cioè non esiste una donna della levatura, chessò, di un Bersani? Di un Casini? Di un Rutelli? Non c’è proprio?

Il PD l’ha cercata e non l’ha trovata? E gli altri partiti nemmeno?

Mi sono occupata di gestione di organizzazioni anche complesse e …

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Lech Lecha!

Questo è il post che è stato pubblicato l’8 settembre su ilfattoquotidiano.it. Cosa ne pensate?

Interrogato su che cosa augurerebbe ad una bambina appena nata, Gad Lerner risponde: “Lech Lecha!” cioè Vattene! Esci dalla casa del Padre!”, che sono poi le primissime parole pronunciate dal Signore ad Abramo e significano “Costruisci la tua autonomia, impara a disubbidire”. Michela Murgia, vincitrice del Premio Campiello (e a cui è stata rubata l’attenzione al suo romanzo Accabadora a causa dell’uscita miserabile di Vespa circa il décolleté della scrittrice Silvia Avallone) è della stessa opinione: “La prima parola non sia mamma o babbo. Sia invece “NO” e che per farti dire “SI” debbano darti ogni volta un buon motivo.”

Sono d’accordo. Sono però anche consapevole che sia oggi più difficile, rispetto ad anni fa, andarsene dalla casa del Padre, essere in grado di dire “NO”. Non solo per i noti problemi pratici – dove vado se non trovo lavoro? dove vado se ho un lavoro che mi fa guadagnare 800 euro al mese? – ma principalmente per la diffusa difficoltà a capire chi si è e quindi a formulare una volontà di futuro che corrisponda ai nostri desideri profondi. E in seguito consenta di unirsi a chi ci assomiglia. E’ indubbiamente più difficile oggi di quanto non fosse negli Anni 70 ascoltarsi e manifestare la propria individualità quando i diktat dei media sono così imperativi nei confronti dei giovani uomini e ancor più delle giovani donne. E’ inutile negare che esiste una misoginia pericolosa …

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CI SIAMO ?

Dicevamo in uno degli ultimi post prefestivi “chi le ha viste ?”, che pareva emergere un dato sin dall’inizio della querelle politica estiva: non si vedevano donne coinvolte nel dibattito. E così è stato: per tutta l’estate il confronto è stato infuocato, le candidature e le autocandidature per possibili primarie si sono susseguite, i pronostici hanno riempito le pagine dei quotidiani.

Non una donna.

Sapete che lo trovo quasi divertente. Se ci penso come donna, questo negare la nostra esistenza mi fa arrabbiare.

Se lo penso però come professionista, trovo la negazione dell’esistenza delle donne uno dei fatti più ottusi e meno lungimiranti a cui mi sia capitato di assstere nella mia vita di lavoro.

Non è più nemmeno questione di femminismo, è una struttrale incapacità di tenere conto della maggioranza della popolazione. Credo che a questo punto diventi anche noioso ripetere che siamo la maggioranza, che siamo quelle che decidono gli acquisti, che le donne anziane rappresentano il “welfare all’italiana” mantenendo ancora figli e nipoti con la pensione. Che è ormai provato che le aziende dove ci sono dirigenti donne reggono meglio la crisi economica, che siamo più brave a scuola ecc ecc ecc.

Come si dice “idda sa canta, e idda sa sona”, ce lo diciamo tra di noi insomma.

Anzi no, sbaglio. Scusate.

Non è vero che quest’estate non si è parlato di donne, ho detto una bugia.

La persona in effetti di cui si è più scritto è una donna, Elisabetta Tuliani, moglie del presidente della …

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Chi Le Ha Viste?

Hanno firmato in 100.000 quando il premier ha offeso una loro simile.

In altrettante hanno accompagnato con fierezza la staffetta dell’UDI in giro per l’Italia. Alcune hanno denunciato  la tv che le umilia. Altre hanno protestato con coraggio contro programmi indecenti che le privano di dignità.

Le più anziane tra loro tengono in piedi il famoso “welfare all’italiana”: in assenza di lavoro, di stipendi, di assistenza agli anziani, di nidi per i bambini, mantengono figli e nipoti oltre a dar loro alloggio.

Altre, le quarantenni, partecipano al mantenimento delle famiglie per 8/10 ore giornalmente e nel tempo restante fanno le casalinghe, ché la colf non se la possono permettere.

Dispongono di talenti eccezionali: vivono in un Paese che è agli ultimi posto nella classifica del gender gap, cioè della differenza tra generi, e ciò nonostante ottengono brillanti risultati a scuola, in università e riescono anche a fare figli. Pochi? In condizioni così anche uno mi pare un atto eroico.

Le giovanissime vivono all’interno di uno stereotipo che se avessi la loro età denuncerei i media giornalmente: tutte parrebbero volere fare le veline. Che non è la verità ma questa idiozia le obbliga a fare molta piu fatica delle loro coetanee europee per essere ritenute  credibili al di là di un bel faccino e un bel sedere.

Non sbaglio quando dico che l’immagine dei media indebolisce la nostra autostima. Non sbaglio quando dico che vedendoci ritratte perennemente a culo per aria, ammiccanti e disponibili, stiamo perdendo fiducia nelle nostre capacità intellettuali …

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