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31 gennaio, Cascina (PI), Ferme un Giro

Alla Città del Teatro – Teatro Regionale della Toscana di Cascina, appuntamento con “Ferme un Giro” iniziativa mirata a dare spazio e visibilità a nuovi talenti in differenti campi. Al mattino Lorella Zanardo presenta “Un altro genere di comunicazione”: l’incontro è aperto ed è utile per chi vuole conoscere più a fondo l’attivismo in Rete delle giovani (e dei giovani).

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30 gennaio, San Miniato (PI), incontri pubblici

30 gennaio, San Miniato (PI), incontri pubblici

Triplice attività a San Miniato su iniziativa del comune: al mattino lezione di educazione ai media con formatori professionisti; nel pomeriggio incontro di sensibilizzazione con gli studenti; in serata incontro pubblico e dibattito.…

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11 e 25 gennaio, Milano, corso di formazione

11 e 25 gennaio, Milano, corso di formazione

2 giornate di corso di formazione “Nuovi Occhi per i Media” e di condivisione di temi e strategie educative con i formatori dell’associazione “L’Ombelico” di Milano e Roma, attivi nell’educazione dei più piccoli e piccole e nella prevenzione del disagio e degli abusi.…

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20 dicembre, La Spezia, Orientamento Giovani

20 dicembre, La Spezia, Orientamento Giovani

Presso La Spezia Expo, alle ore 11, intervento di Lorella Zanardo nell’ambito del Salone Orientamento Giovani promossa dalla Provincia della Spezia sul tema dell’autopercezxione di sé e del rispetto reciproco.…

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"Ferme un giro!": presentiamo "Un Altro Genere di Comunicazione"

“Ferme un giro!”: presentiamo “Un Altro Genere di Comunicazione”

Venerdì 31 gennaio 2014, a Cascina (Pi), nel grande Teatro regionale della cittadina, si svolgerà l’evento teatrale “Fermi un giro!”: contenitore sperimentale in cui artisti e personaggi celebri si fermano metaforicamente “un giro” per lasciare spazio a giovani talenti e nuove formazioni.

L’edizione di quest’anno sarà largamente al femminile e parteciperemo anche noi di Un Altro Genere di Comunicazione.

Lo scorso autunno, a Milano,  ad un incontro a Palazzo Marino, Lorella Zanardo , ci accennò la sua intenzione di invitarci a questo evento, che vede lei tra le donne note e che, dal palco, si “fermerà un giro”.

“Mi fermo un giro, e lo faccio con convinzione. Quando Donatella Diamanti mi ha dato la possibilità  di cedere  il palco a una giovane donna che stimo, ho pensato al collettivo unaltrogeneredicomunicazione, un gruppo di giovani donne che da anni agisce la cittadinanza attiva con costanza e dedizione. In un Paese al 71esimo posto del gender gap, educare è lo strumento di cambiamento più efficace per migliorare la vita delle donne, e di quelle giovani in particolare. Spiegare con cognizione e capacità divulgativa perché è importante denunciare la violenza, come possiamo difenderci dalla pubblicità sessista, insegnare a leggere le immagini offensive, spiegare alle giovanissime che occuparsi dei propri diritti si può: un lavoro immenso che le ragazze di questo collettivo offrono con generosità. Attiviste anonime, le ho spesso definite. A differenza di quanto oggi ci insegna la cattiva politica, non cercano una ribalta per i loro ego: offrono alla società

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Italiani Pigmei

Italiani Pigmei

Electrolux propone agli operai  italiani uno stipendio pari a qullo percepito dai lavoratori polacchi: pena il trasferimento in Polonia dei suoi stabilimenti. Perchè troviamo questa proposta inaccettabile?

E’ vero che agli operai svedesi nessuno si sognerebbe mai di proporre stipendi “da fame”, ma la Svezia, così come la Germania, fanno parte di quell’ Europa da cui ci siamo irrimediabilmente allontanati, da molti punti di vista. -Eravamo una delle 7 potenze economiche del mondo e in pochissimi anni, non lo siamo più. -I nostri dati sulla dispersione scolastica, se consideriamo il dato del 17,6%,  sono pari a quelli rumeni, Paese dell’est come la Polonia.Se consideriamo solo i dati di certe zone del sud al 25%, dobbiamo confrontarli con Paesi definiti da noi del terzo mondo. -I dati sull’analfabetismo funzionale sono i più alti d’Europa se consideriamo i Paesi limitroficome Francia e Germania  e dobbiamo perciò confrontarli con la Turchia, Paese che fino a qualche anno fa era in una situazione infinitamente più arretrata della nostra. -Scende il numero dei laureati. _il 71esimo posto del gender gap è simile in Europa solo alla Romania. -E da ultimo, il dato qui riportato in tabella, ci ricorda che i nostri ragazzi/e stanno a casa con i genitori fino a che sono quasi anziani. Come in alcuni Paesi dell’est. Ci comportiamo come quei nobili decaduti che ancora si aspettano che la servitù li assista per  ogni incombenza, mentre  non dispongono  neppure più del denaro per fare la spesa. Gli svedesi ci trattano ormai come da …

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" E il cognome di tua madre che fine ha fatto?"

” E il cognome di tua madre che fine ha fatto?”

 

Non sappiamo quasi nulla del Portogallo e dunque grazie a CHIARA BALDIN che ci allrga gli orizzonti.

“Verba volant, scripta manent era la frase che la mia prof. di latino e storia urlava sempre al liceo. Dopo tanti anni mi torna utile in nuove vesti: quando ho bisogno di dare il mio nome nei servizi pubblici lusitani.Ho finalmente trovato la strategia per fare intendere il mio nome senza usare costantemente lo  s-p-e-l-l-i-n-g: la soluzione? Carta e penna.Quando mi chiedono dunque le generalità, invece di dirlo, sorrido e lo scrivo su un pezzo di carta. Sin dal primo giorno a Lisbona chiunque mi conoscesse, oltre a pronunciare storto il mio nome («Schiara? Carino, esotico!») si meravigliava della sua brevità. Ciò che per me è sempre stato abitualmente standard, qui si rivelava una vera e propria anomalia degna di sbigottimento.

«Dunque ti chiami solo Chiara Baldin? … E un secondo nome non ce l’hai?

– Solo quelli inventati dagli amici.

E il cognome è di tua madre o di tuo padre?

– Di mio papà.

… Ah! E il cognome di tua madre che fine ha fatto?

– …».

Mi era sorta spontanea questa domanda quando, da adolescente, avevo conosciuto un bambino bellissimo a cui facevo catechesi che aveva solo il nome di sua mamma. Suo papà inizialmente non l’aveva riconosciuto come figlio, dunque gli era stato affidato il cognome materno.

Da una parte lo invidiavo. Se avessi potuto scegliere tra i due cognomi, avrei sicuramente scelto

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