Ecco cosa ci scrive CHIARA BALDIN
Un anno fa, precisamente a gennaio, riportavo su Il Corpo delle Donne la realtà dei cognomi in Italia.
Un anno fa la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo condannava l’Italia perché non permetteva di registrare i figli all’anagrafe con il solo cognome della madre. Nella sentenza, definitiva dopo tre mesi, i giudici affermavano che l’Italia doveva adottare riforme legislative, o di altra natura, per rimediare alla violazione. La sentenza della corte rispondeva a un ricorso fatto da una coppia di Milano.
(leggi http://www.ilcorpodelledonne.net/2014/01/e-il-cognome-di-tua-madre-che-fine-ha-fatto/
A settembre 2014 è stata finalmente approvata alla Camera la libertà di scelta.
I genitori coniugati, all’atto della dichiarazione di nascita del figlio, potranno attribuire, secondo la loro volontà, il cognome del padre o quello della madre ovvero quelli di entrambi nell’ordine concordato.
In caso di mancato accordo tra i genitori, al figlio sono attribuiti i cognomi di entrambi i genitori in ordine alfabetico.
I figli degli stessi genitori coniugati, nati successivamente, portano lo stesso cognome del primo figlio.
Il figlio al quale è stato attribuito il cognome di entrambi i genitori può trasmetterne al proprio figlio soltanto uno, a sua scelta, quindi   un genitore con un doppio cognome dovrà decidere quale dei due trasmettere ai figli.
In caso di riconoscimento tardivo da parte di un genitore, il cognome si aggiunge solo se vi è il consenso dell’altro genitore e dello stesso minore se quattordicenne.

Il maggiorenne che ha il solo cognome paterno o materno, con una semplice dichiarazione all’ufficiale di stato civile, potrà aggiungere il cognome dell’altro genitore. Se è nato fuori del matrimonio però non può prendere il cognome del genitore che non l’ha riconosciuto.
Il testo è stato approvato con voto segreto con 239 sì, 92 no e 69 astenuti (M5S).

Adesso spetta al Senato approvare la norma. Dopo il passaggio in Senato le norme saranno operative solo dopo l’entrata in vigore del regolamento, che il governo adotterà entro un anno dall’approvazione.

Nell’attesa del regolamento, sarà però possibile (se entrambi i genitori acconsentono) aggiungere il cognome materno.

Un passo verso una sottile uguaglianza che significa molto.
Un “piccolo” cambiamento sociale che può essere potente nella trasformazione di una società e nella conquista della parità di genere.