In questi anni mi sono rivolta a chi mi segue con i miei articoli, la mia voce, le mie idee e con video e campagne di sensibilizzazione utilizzando Internet. Ho poi incontrato dal vivo migliaia di persone, donne, giovani, anziani.
In questi anni, io con voi, abbiamo avuto la forza e la tenacia di percorrere un cammino insieme, il coraggio di non arrenderci di fronte alla fatica immensa che prevede il cambiamento.
Oggi capisco che è ora di impegnarmi ancora di più.
E dunque sono candidata alle elezioni europee per la lista l’Altra Europa con Tsipras.
Alcune/i tra voi penseranno: ecco l’ennesima persona che entra in politica. A me questa frase non fa dormire la notte, perché mi chiedo: come usciamo da questo circolo vizioso del disprezzo per la politica se non mettendoci in gioco?
Ho cominciato a mettermi alla prova quando ero molto giovane, mi sono mantenuta mentre studiavo, ho coordinato progetti importanti all’estero dove ho vissuto per anni, ho sentito la soddisfazione di riuscire a vincere delle sfide con fatica e determinazione, creando un cammino per altre donne che sono venute dopo di me, un cammino che mi era stato indicato da quelle donne che l’avevano percorso prima di me. Ho fatto tutto con la passione di chi vive le esperienze intensamente.
Poi sono tornata in Italia. E qui, nel mio Paese, ho visto giovani con due lauree dover chiedere sostegno economico ai genitori o dover emigrare; bambine, ragazze e ragazzi traditi da una tv pubblica e dagli altri mezzi di comunicazione che li umiliavano, banalizzavano, impoverivano, e in questo modo li tenevano immobilizzati. Ho capito che bisognava agire, protestare civilmente ma con forza.
E allora ho realizzato il documentario di impegno civile Il Corpo delle Donne. Era (ed è) necessario che l’immaginario del presente non venga affidato soltanto alla televisione, alla pubblicità e alle fantasie del consumo fine a se stesso. Il documentario è stato utilizzato nelle Università, nelle scuole, sono stati organizzati eventi, dibattiti, seminari e convegni. Tutto è stato organizzato spontaneamente. C’era l’urgenza di ritrovarsi, di capirci. C’era, e c’è, la necessità di ascoltare le ragazze e i ragazzi, di indicare loro un cammino di restituire dei punti di riferimento. Ho provato a farlo: sono andata nelle scuole con il progetto Nuovi occhi per i media, il cui scopo è dare a ragazze e ragazzi la capacità di analizzare, di mettere in discussione quando necessario, i messaggi e la comunicazione ai quali sono sottoposti. Cercando così di creare in loro un approccio al mondo e alle relazioni che permetta di essere realmente libere e liberi, cioè in grado di giudicare in modo autonomo e consapevole e quindi di essere cittadine e cittadini a pieno titolo.
Ho trascorso una buona parte della mia vita in altri Paesi e mi sento orgogliosamente europea: in questi anni ho raccontato i nostri progetti anche all’estero, da Londra a Parigi a Berlino, e ho capito che essere cittadine/i europei significa avere l’opportunità di far circolare idee e comportamenti validi, prendendo ciò che c’è di buono e di già sperimentato altrove e offrendo in cambio ciò che di utile abbiamo sviluppato noi qui in Italia.
Una Ministra islandese mi ha detto ad un convegno: “Fai della politica un luogo che ti piace frequentare”.
Ci voglio provare.
Mi piace impegnarmi e approfondire, mi piace analizzare per poi costruire, alzo la testa quando mi dicono di abbassarla, e voglio contribuire a costruire ponti tra i generi e le generazioni, educando i più giovani alla critica e alla protesta civile quando necessaria, sempre con l’obbiettivo di un mondo migliore e più giusto per tutte e per tutti.
Perché mi candido con l’Altra Europa per Tsipras?
“In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e le azioni odiose delle persone cattive ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone.” Queste parole sono di Martin Luther King, e io oggi sento profondamente la responsabilità di non stare in silenzio. Questo pensiero ispira profondamente le mie azioni.
Voglio contribuire a rompere il silenzio e costruire un’Europa che metta al centro le persone e le relazioni, lavorando per l’educazione, per il superamento delle discriminazioni, per uno sviluppo economico sostenibile, equo, ed ecologico, per rappresentare i diritti delle fasce deboli della popolazione. Un’Europa che rispetti tutte le differenze e che diventi così forte, unita e inclusiva.
Un’Europa che diventi il luogo che ci piacerà frequentare.