Avevo diciotto anni e stavo raccontando ai miei di un ragazzo che avevo appena conosciuto. Sorridevo mentre parlavo e certo si capiva che mi piaceva. “Ma dimmi, è coraggioso?” mi chiese ad un certo punto mio padre.
Ci sono delle qualità ritenute desuete, fuori moda e non adeguate ai tempi. Poi basta che qualcuno abbia il coraggio di riproporle e ci accorgiamo di quanto oggi quelle doti sarebbero utili.
Prendete l’indignazione. Quando è uscito Indignez Vous di Stéphane Hessel, il libro è andato a ruba, nonostante fosse scritto da un anziano signore, il massimo del fuori moda si sarebbe detto. Eppure di capacità di indignarsi c’è così bisogno, perchè è questo sentimento che conduce all’azione, mentre la critica sterile non conduce a nulla.

“Ho visto il suo lavoro Zanardo, Il Corpo delle Donne” mi dice la Direttora di un’importante agenzia di pubblicità “bello, ben fatto, fa riflettere..” poi fa una pausa e continua quasi complice “però non diciamolo troppo spesso perchè altrimenti ci danno delle moraliste” e intanto mi guarda di sottecchi.
Se c’è una qualità che mi riconosco è il coraggio, e ne sono orgogliosissima.

Con questa dote non credo di esserci nata. Anch’io come molte ho fatto scelte nella vita da gragaria. Non saprei dire se la fatica immensa vissuta  talvolta in azienda e che mi portò a posizioni di prestigio fosse motivata da un reale interesse o dal bisogno di approvazione, che è giustificato, ci mancherebbe! in alcune fasi della vita ma che diventa inaccettabile da adulte/i.
Coraggio è dunque la capacità di perseguire mete e obbiettivi anche difficili che si ritengono indispensabili per sé e per la comunità. Non è ostinazione idiota nel volere raggiungere qualcosa ad ogni costo. Il coraggio prevede la capacità di mettersi in contatto con la parte di sè più profonda, quella che ci dice se è giusto ciò che andremo a fare, e di conseguenza agire.
Il coraggio utile, non quello un po’ borioso dell’adolescenza, è spesso una dote che emerge nella fase adulta della vita e ci fa agire non solo per tutelare i nostri diritti bensì quelli della Comunità.
E qui mi rivolgo alle più giovani tra le lettrici: trovatevi dei modelli anche alti, si tratti di Ipazia o di Nelson Mandela; leggetene le biografie e fate che vi ispirino.

Alla prima proiezione de Il Corpo della Donne era presente una notissima, dico notissima giornalista che era stata invitata da un’ amica di un’ amica. Uscì prima della discussione, sopracciglio alzato “Moralista” bofonchiò rivolta al nostro documentario. L’anno dopo scrisse una recensione positiva sul  nostro lavoro. Cioè ci mise un anno in cui, immagino, verificò che il nostro lavoro piaceva e quindi si concesse di scrivere a favore.
E codardi sono spesso i media italiani: raramente leggete un articolo indipendente di un giornalista che esprime il suo pensiero in modo libero, senza ricondursi ad un partito o  una corrente.
Cosa accade a chi compie un atto di coraggio, cioè un’azione piccola o grande che non prevede consenso? L’esperienza della solitudine, che è obbiettivamente durissima.
“S’, l’ho visto il suo..documentario” mi disse mesi dopo l’uscita del doc una nota comica di sinistra, mentre si allontanava da me con sussiego. So cosa pensava: la tv non si critica, libertà per tutti, anche per chi produce trash. Dimenticandosi che lei la tv non la gurdava e che le fasce deboli del Paese sì, e tanta. Nulla di sinistra in questa modalità di pensiero.
Però la solitudine è una brutta bestia. Lo sguardo che ti emargina non è una bella esperienza.
E dunque?
E dunque non ci sono ricette se non capacità di restare in contatto con la verità, trovare modelli a cui ispirarsi, e circondarsi di persone che ci supportino.
Pare banale, ma è fatica.
Quella fatica che però è anche bella e sana, che ci fa maturare e fortificare.
E che quando arrivano, ma non sempre arrivano, i risultati della nostra azione di coraggio, ci fa rimanere sanamente distaccati da chi ora ci riverisce.
Le coraggiose sono felici del faticoso obbiettivo raggiunto e di qualche, preziosissimo, sorriso di supporto di chi in noi, ci ha creduto veramente e dall’inizio.