Sul quotidiano La Repubblica è uscito settimana scorsa questo articolo di Simonetta Fiori sull’analfabetismo di ritorno degli italiani, problema terribile che ammorba il nostro PAese in particolare. Leggetelo.
A ottobre dello scorso anno è uscito il mio libro Senza Chiedere il Permesso, ed Feltrinelli.
Nel libro denunciavo lo stesso problema di cui  la giornalista di Repubblica scrive.

Aggiungo però senza peccare di immodestia, che svolgevo un compito più utile alla società rispetto all’articolo qui sopra, attraverso due modalità :

cercavo di capire le cause che ci hanno condotto all’analfabetismo di ritorno

-proponevo delle azioni per uscirne

Che dolore, non trovate? leggere in un giornale di sinistra? si può ancora definire così? una dotta dissertazione su questi poveracci ignoranti degli italiani! Insopportabile analisi scritta con il piglio di chi con  questa accozzaglia di miserabili chiaramente non ha nulla a che fare.
A me invece viene da piangere quando leggo questi dati. E non mi sento migliore e diversa . Mi sento parte di un PAese che per l’incpaacità di alcuni e la spocchia di altri che dovevano rappresentare l’opposizione, è diventato ciò che è ora sotto gli occhi di tutti.
Mi sento parte così come 4 anni fa  iniziai con i miei colleghi a raccogliere le immagini delle donne umiliate in tv. Non erano “altro da me” ero io stessa  coinvolta in quella rappresentazione umiliante e oggettivizzante, io, donna come loro, sentivo l’umiliazione nella mia carne.
Non mi servirebbe nemmeno leggere queste analisi: lo   riscontro sul territorio. Già mi è capitato diverse volte durante qualche dibattito di chiedere ad un partecipante di leggere un brano di un libro e intuire la sua difficoltà nel mettere insieme le sillabe. E allora sentirmi io imbarazata e addolorata per averlo messo involontaramente in imbarazzo. E sentrimi responsabile del disastro culturale del PAese.

Dei 3 agenti di socializzazione attivi nell’età evolutiva, la famiglia è un organizzazione profondamente in crisi, la scuola viene costantemente depauperata e da decenni, mentre la tv agisce indisturbata da trent’anni come potente mezzo di trasmissione  della sua particolarissima cultura e del suo sistema valoriale. Questo nell’articolo di Repubblica non lo si legge però.
Non si legge nemmeno che due settimane fa in uno dei programmi più visti della fascia preserale di Canale 5 amato dai bambini, condotto da Bonolis “Avanti un Altro” il simpatico conduttore invitava la valletta Bonas ad entrare in studio, apostrofandola con un bel “che entri la mammifera”.

Ma per l’ intellighenzia di sinistra la tv non si tocca,  parbleu!

Quella stessa tv che, insieme all’ impotenza della scuola,  è profondamente responsabile dell’analfabetsimo di ritorno pechè mai non si dovrebbe cambare o migliorare?
Perchè quella nicchia di intellettuali che discetta dei milioni di italiani ignoranti LA TV NON LA GUARDA ma guai a parlare di modificarla! Aggrappati ad un’ideologia vecchia ed obsoleta con una paura post sessantottina mai aggiornata di censura, ha permesso che 5 reti su 6 delle tv generaliste trasmettessero fogna per trent’anni. Tanto loro non la guardano. Tanto i loro figli non la guardano.

A cosa servono questi articoli?

Peccato che anche loro nel PAese ci vivano, e potranno pure spedire i figli in America a studiare, ma le conseguenze di questo snobismo insopportabile ora comincia a pesare anche su di  loro. Un po’ come gli industriali che inquinano fregandosene dei cittadini dimenticando che pure loro devono ogni tanto respirare.

E dunque all’analfabetismo c’è una soluzione, a lungo termine ma c’è.

Occuparsi di scuola dell’obbligo subito con urgenza. Evitare l’alto tasso di abbandono scolastico che al sud raggiunge il livello più alto in Europa. Dedicare almeno un canale della tv pubblica all’educazione permanente. Senza spocchia ricordare che una trasmissione come “Non è mai troppo Tardi ” portò 50 anni fa a  far diplomare  centinaia di migliaia di analfabeti.

Si può fare. Si deve fare.