“E allora come si fa a portare il Femminismo nelle case?”
inzia così, senza giri di parole l’intervista della diciottenne Silvia via skype. Evvai Silvia, penso.
In questi giorni ho poca voglia di commentare i fatti elettorali: vivo a due velocità, sorretta da due umori distinti.
Da un lato le pastoie della politica ufficiale e i suoi commentatori/trici di regime: una cappa pesantissima, un senso di incertezza che bloccherebbe chiunque. Molti/e non sono nemmeno in grado di abbassare per un attimo il sopracciglio alzato di fronte al cambio inimmaginabile fino a qualche mese fa, che si produrrà in Parlamento. Io intanto penso: proviamo a dare fiduncia a queste/i giovani. Proviamo.
Certo che pare crollare un sistema, ma non ci si deve nemmeno sentire in colpa: chi ha detenuto il potere sino ad oggi ha scelto di suicidarsi e i fatti sono sotto gli occhi di tutti.
Finita l’epoca della spocchia quando la politica imponeva i suoi sodali ai sudditi. Grazie, d’ora in poi vorremmo scegliere noi chi ci rappresenta, noi non con primarie di partito ma attraverso una vera scelta da parte dei cittadini. Stop.
Crollerà anche, e ne gioiremmo, il sistema più casta della casta, quello dei giornali?
Spiace veramente spiace sentire che la Rizzoli lascerà a casa centinaia di persone che non hanno colpe. Ma la dirigenza? Chiude la rivista “A”? Ma chi la leggeva? Dovevano regalarla ai parrucchieri perchè qualche donna la leggesse!
Intanto decine di giovani giornaliste olandesi francesi tedesche, belghe mi hanno intervistato per riviste bellissime, che parlavano di noi, di noi donne in modo reale, informato, contemporaneo! E qui? Niente!
La logica dei giornali è stata quella dei partiti, da anni è così.
Tutto un giro di amiche/i e conoscenze. Dirigenti obsoleti incapaci di ascoltare il nuovo che avanza.
Come la pubblicità della gonnellina svolazzante per pubblicizzare la Festa Nazionale del PD: quello è stato un caso emblematico tanto che ne ho parlato anche nel mio libro “Senza Chiedere il Permesso”. Gli ideatori, rappresentanti di quella casta radical chic che domenica ha contribuito a far perdere il PD, propongono un mezzo corpo di donna con gonnellina svolazzante per pubblicizzare la festa di partito: “Il vento che cambia”. Le donne protestano: quella gonnellina non rappresenta l’uragano che ha svegliato l’Italia nei due anni precedenti!
Niente da fare: i rappresentanti del PD eletti anche da QUELLE migliaia di donne che protestano, non ascoltano. Sono le donne, le elettrici, che non capiscono.Loro SANNO. Hanno il verbo e capiscono ciò che è giusto.
Cioè loro, gli eletti, non stimano le elettrici. Pazzesco, pensavo. Un suicidio. Una sorta di monarchia di 4 saccenti persino culturalmente obsoleti.
Una casta chiusa che si incontra alle cene. La direttrice del settimanale femminile scelta perché è l’ amica del cognato del Presidente della Fondazione. “E’ una donna. Capirà il mercato delle donne” pensano. Senza sapere una cippa di cosa sta bollendo nelle pentole delle donne.
Dominati/e noi italiani/e da caste spocchiose. Ovunque. Caste politiche. Caste chiusissime anche nello spocchioso governo tecnico incapace persino di usare con intelligenza i social network: e avevano pure un’ intera università a disposizione!
Caste dell’informazione e della politica dunque.
Caste nella cultura, questa è terribile.
Caste nel femminismo: anche qui.
In questi 4 anni, da quando è uscito il nostro documentario “Il Corpo delle Donne”, il fenomeno più rilevante che ci ha riguardato è stata l’ondata enorme di richieste da parte delle scuole e dunque degli insegnanti ma ancor più delle e degli studenti, che ci chiedevano strumenti di EDUCAZIONE all’ IMMAGINE. Un fenomeno dirompente, che non ci aspettavamo, che ha sconvolto le nostre vite perchè quella richiesta così impellente esigeva una risposta.
Va raccontata qui la chiusura di molte associazioni che si definiscono femministe di fronte a questo BISOGNO delle persone.
Il motivo? La loro incapacità di comprendere e di mettersi in relazione.
“La tv deve essere libera…non si possono rivestire le donne in tv sarebbe censura…le ragazze in tv sono libere di fare ciò che vogliono…alcune di noi hanno lottato nel ’68 per la libertà dei corpi”
Abbiamo ascoltato con orrore per 4 anni. Non era in discussione la libertà dei corpi, che diamine! ma lo strapotere del sistema mediatico! Non era in discussione la libertà di mettersi in minigonna o come si vuole, ma l’imposizione di corpi umiliati e di telecamere fruganti il nostro corpo!
L’ignoranza di alcuni di questi movimenti è spaventosa. Le loro richieste si sono perfettamente sposate con i diktat della tv mercantile.
Ma l’ignoranza si può perdonare. L’ignoranza arrogante e sorda, no.
Se ci si accorge di avere trascurato una parte di conoscenza, se nulla si sa del sistema mediatico, si ha il dovere di mettersi in ascolto.
E? stato terribile in questi anni vedere come migliaia di ragazzine e i ragazzini chiedessero aiuto a noi donne adulte perchè si sentivano schiacciate da modelli di riferimento incombenti e impositivi, e assistere con spavento a come alcune donne adulte voltassero il capo per sostenere una libertà che era invece COSTRIZIONE terrible per le giovani generazioni.
Vado in giro per l’Italia da 4 anni. Incontro adulte/i la sera nei dibattiti. Gente normale, varia, cittadini/e italiani/e. Vogliono capire, sapere discutere.
Al mattino incontro studenti/esse nelle scuole. Sono tantissimi/e. Ci chiamano a centinaia durante l’autogestione. Scelgono loro di invitarci perchè hanno fame di capire, di conoscere il sistema delle immagini stereotipate che le ingabbiano. Altro che libertà!
Tra i ragazzi/e, gli stereotipi trasmessi dalla tv abbondano e fanno danni.
Silvia si merita con urgenza la nsotra risposta.
Immagine Tumblr Ponadorizont