Chi ci segue sa bene che questo è un blog propositivo e intraprendente 🙂

Prima di Natale pubblicheremo tutte le attività condotte  nel 2012 e vi stupirete di quante cose siamo riuscite/i a fare insieme a team di collaboratori/trici che abbiamo conosciuto online e che ora sono divenuti/e indispensabili alla nostra attività di innalzamento del livello di consapevolezza sui temi di genere  e educazione ai media. Il lavoro svolto è enorme.
Sul territorio è tutto un brulichio di donne e ragazze che fanno: organizzano dibattiti, protestano da attiviste se le pubblicità ci offendono, creano corsi, aiutano le donne in difficoltà, creano blog sul tema, diffondono cultura di genere: insomma una rivoluzione nemmeno tanto silenziosa di cui spesso i media non raccontano.

Manca in Italia la NARRAZIONE del POSITIVO, di giornaliste che raccontino le azioni positive che molte giovani donne e donne adulte stanno portando avanti: sarebbe rivoluzionario perché sapere che cambiare si può e con le proprie forze, può essere contagioso.

Tra poche settimane si voterà; come è successo tutte le altre volte  qui e su FB daremo spazio alle donne che si candidano e che ci vogliono raccontare dei loro progetti, fatevi avanti immagino sarete tante 🙂 e  indipendentemente dalle vostre idee, apprezzo la voglia di fare, di esserci di creare.

C’è un cancro, ed è tutto italiano:  la follia di alcune di ritenere che la gestione della politica non possa essere delle donne, perché esercizio di potere maschile. 
In nessun altro Paese europeo si dicono idiozie  simili.
Il potere si cambia. Se molte donne entreranno in politica, la politica  cambierà connotati e diverrà altra cosa;  la politica  verrà trasformata dal Femminile che avanza. Il potere così come  è inteso oggi è nefasto. Ma se molte si occuperanno di gestire il Paese, il potere cambierà di significato e potremmo anche  creare un neologismo per ridefinirlo.
Ritengo di sapere bene di cosa sto parlando. Per anni ho gestito posizioni di potere in azienda e spesso non mi piaceva, stavo pure male come ho più volte scritto.
Oggi siamo chiamate ad uno sforzo immaginativo, un atto creativo desiderante per immaginare una nuovo politica.
Mi spiace che alcune preoccupate che le donne possano ricoprire posizioni autorevoli non abbiano letto  letto con attenzione il “discorso di Oslo” contenuto nel mio libro “Il Corpo delle Donne”. Queste donne sono presuntuose  nel ritenere che il verbo provenga solo da loro, si sono perse un’ importante proposta che propone il partire da sé,  dalla relazione tra  donne per arrivare a governare il Mondo in modo nuovo.

Non affermo sia facile, anzi sarà difficile.

Ma trovo disgustoso che siano le donne a bloccare altre donne. Lo trovo un esercizio di distruzione ben più grave dell’esercizio di potere.

E sbarazziamoci anche delle prefiche sempre a pensare male: si riconoscono perché ai dibattiti, poche per lo più, sono le uniche che non sorridono, portatrici di “valori femministi” così si definiscono senza mai un gesto di bellezza, di comprensione. Sospettano che molte di noi si sia lavorato per anni per arrivare poi a dire: “voglio un posto di potere” appunto.E se anche così fosse? Se ci sono donne che dopo anni di lavoro assiduo chiedono di ricoprire posizioni autorevoli? ben vengano! se le saranno guadagnate ,anziché averle ottenute per parentela o favoritismi.
C’è molto da cambiare e molto per cui protestare. Le donne che si concentrano sul demolire il lavoro di altre donne soffrono di invidia, che è come la peste e va curata.

Dunque ragazze nessuna paura, andate. Ripeto, serve un numero significativo tale da cambiare le regole del gioco. Non ascoltate chi vi frena. Spesso trattasi di miserabili, persone che hanno come obbiettivo  che nulla cambi per non essere obbligate  a confrontarsi con la propria inettitudine. E non attendete di essere scelte: scegliete voi e candidatevi voi!  Che non siamo signorinette dell’Ottocento!

Chi ama il mondo e pensa che cambiarlo sia possibile si riconosce subito dall’energia che emana, dall’essere desiderante, dal coraggio di provare a fare. Imparate a misurare chi avete di forte dal suo livello di attivismo: se si imita alla critica sterile  sui social network, lasciatelo/la  perdere.

Il mondo si cambia in molti modi, anche con piccole azioni apparentemente invisibili.
Io credo che la mia insegnate di yoga stia partecipando attivamente a migliorare il mondo attraverso il suo fare silenzioso. Ma serve oggi che molte tra noi entrino in politica per porre termine a nefandezze come la violenza alle donne, la non-educazione ai media, lo strapotere televisivo, lo sfruttamento delle donne anziane, 9 milioni in Italia, che rappresentano il welfare ma sono trattate come schiave senza che nessuno faccia il loro interesse.

All’estero, ovunque all’estero anche nei Paesi da noi definiti terzo mondo , le ragazze e le donne stanno occupando le posizioni a modo loro. Che bellezza!

Dunque, se lo desiderate, candidatevi! lo spazio qui è per voi! Mandateci informazioni su cosa fate, con quali movimenti e forze! Noi siamo all’ascolto.

Buon Lavoro!