Ci sono giovani donne che hanno il dono dell’esserci con delicatezza e sensibilità nei momenti più opportuni. Chiara, la nostra critica cinematografica, invia questa sua recensione al film “La guerra è Dichiarata” di Valerie Donzelli. E mi scrive: “La Donzelli ha fatto della sua esperienza personale trasformazione e dono, proprio come hai fatto tu.”
In questo momento un commento così mi è prezioso. Grazie Chiara.

LA GUERRA È DICHIARATA

di Valérie Donzelli

scritto da Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm

con Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm, Brigitte Sy, Elina Lowensohn, Michèle Moretti, Philippe Laudenbach, Bastien Bouillon

Francia, 2011

100’

 

Di cosa parla

Romeo e Juliette sono una coppia come tante: si sono conosciuti a una festa, si sono innamorati e dopo poco hanno avuto un figlio. La loro vita scorre serena fino al momento in cui al bambino viene diagnosticato un tumore al cervello. Per Romeo e Juliette inizia una nuova fase: la guerra al cancro è dichiarata, ma a vedersi rappresentato non è tanto il calvario del piccolo, quanto il percorso di una donna e un uomo per rimanere uniti e non lasciarsi andare al dolore, ma alla vita.

 

Perché vederlo

Il motivo fondamentale per vedere La guerra è dichiarata sono Valèrie Donzelli e Jérémie Elkaïm. Perché Juliette e Romeo sono loro. Non sto scrivendo una di quelle frasi a effetto che spesso si trovano nelle critiche dei film. La storia che è narrata non solo è reale, ma è successa veramente a Valérie e Jérémie e al loro piccolo Gabriel. Cambiano i nomi, non i volti, i corpi, le emozioni che passano con forza dalla vita allo schermo. Valérie Donzelli ha scritto, diretto e interpretato se stessa volendo al suo fianco l’ex compagno Jérémie e il figlio che oggi ha 8 anni (lo vediamo nell’ultima sequenza, per le scene in cui era più piccolo c’è stato bisogno necessariamente di un altro bambino).

In questo modo il cinema e l’arte in generale rappresentano da un lato una forma di superamento, terapia, elaborazione di un dolore personale, ma nello stesso tempo, nel processo di metamorfosi creativa diventano uno sguardo più ampio sull’esperienza umana della malattia, subita, vissuta, assistita.

L’autrice non realizza un film documentario o dal tratto realista, al contrario mescola i linguaggi e i toni passando dall’attesa per i risultati di un’operazione o di un esame, a momenti di grande leggerezza, in cui nonostante tutto i due ragazzi si divertono, ballano, corrono, coltivano la loro energia, non per egoismo ma proprio per non lasciarsi andare. La guerra è dichiarata non è una bella favola romantica, né vuole lanciare messaggi o fare lezioni. È un film sull’amore, inteso in senso vero, viscerale, imperfetto. L’amore che salva, di cui si ha bisogno, che si coltiva con profondità e leggerezza, che si trasforma ma che resiste.

«Perché è successo a noi?», chiede Romeo a Juliette. «Perché noi ce la possiamo fare», gli risponde lei.

Le donne lo sanno.