Il Presidente Napolitano dichiara di essere alla fine del suo mandato e di auspicare che una donna prenda il suo posto.  Subito parte il toto nomine:
qui il sondaggio del Corriere della Sera
qui un articolo della giornalista/amica Laura Preite

Sto in ascolto. Da qualche tempo cerco di stare in relazione con emozioni profonde e vere, mie e delle migliaia di persone che incontro. Cerco di stare in contatto  con quell’energia che cambia il mondo.
Leggo i nomi delle papabili. Non un fremito. Leggo di Lella Golfo che propone Letizia Moratti e mi chiedo come le venga in mente.   Leggo di poltiche scomparse dalla scena che appartengono ad un epoca remota e obsoleta e mi domando perchè dovrebbero rappresentarci.
Non basta aggiungere la desinenza “A” per cambiare il mondo, suvvia,  basta ipocrisie.

Lorenza Lei è donna.
Emma Marcegaglia è donna.
Letizia Moratti è donna

Potrei continuare. Finora è stato un  processo comprensibile: in un mondo dominato da logiche maschili, l’unico modo per insinuarsi tra loro era adottarne le logiche.
Ora è tempo di cambiare.

Non c’è, tra quelli ventilati sino ad ora un NOME di DONNA che oltre ad essere capace e meritevole ci faccia fremere: sì, è lei che voglio mi rappresenti! Coraggiosa e poco incline alla posizione subordinata verso  logiche maschili. Cerchiamola la nostra Donna Presidente! I nomi scegliamoli anche noi, non facciamoceli imporre.
ATTENZIONE: tutto ad un tratto da Sofri a Gramellini a Fini dichiarano che è tempo di ascoltare le donne. Ne siamo felici, anzi felicissime. Ma spesso le donne approvate dal mondo del potere maschile sono donne poco coraggiose, come Lorenza Lei. Più inclini a conservare lo status quo per logiche personali o di sopravvivenza.

Qui scrivevo qual’è il problema in Italia a mio avviso.

Spesso sentiamo  dire: in Italia un partito delle donne non funzionerebbe. Può essere. Ma chi ha mai pensato ad un partito di sole donne? Io la trovo un’idea balzana. Penso ad un movimento, partito mi pare una parola obsoleta, che prenda avvio da un’ idea di mondo concepita dalle donne insieme a giovani uomini. E’  la strada.
Il  cambiamento è già avvenuto, basta avere nuovi occhi per guardare. E’ sufficiente accende la tv durante un dibattito e accorgersi che “quella politica” è morta. Senza sentimenti di rabbia, assistiamo alla morte del vecchio.

C’è difficoltà a riconoscere il nuovo, certo.
Ma non facciamo l’errore di scegliere le persone che ci governeranno tra i residui del mondo che vogliamo abbandonare, in particolare tra qualche mese quando saremo chiamati a votare e sarebbe orribile scegliere ancora una volta “turandosi il naso”.

E’ il tempo della sperimentazione. In un ottica di collaborazione generazionale, teniamo conto di ciò che hanno fatto e detto i saggi  prima di noi, ma più di tutto mettiamoci  in ascolto dei nostri desideri, di quelli dei ragazzi e di quelli delle ragazze.

Si può fare. Si può desiderare. SI può osare. Coraggio.