Navigando in rete mi imbatto in un intervista dove una pare docente universitaria, per pubblicizzare il suo libro in uscita dichiara parlando del nostro documentario: “ Gran parte – anzi, quasi tutto il tempo, se si vanno a contare i minuti – del Corpo delle donne, per fare un esempio, è dedicato a una lunga arringa censoria contro la chirurgia estetica, con motivazioni che a un certo punto sembrano dimenticarsi completamente dell’intento del documentario, per diventare una lezione sull’unico modo corretto in cui ci si può rapportare col proprio corpo”.

Dall’uscita del video gli attacchi sono stati pochi e non ce ne siamo preoccupati più di tanto: Ricci e Striscia fanno il loro mesto mestiere, alcuni contenitori di RAi 1 con la loro proposizione di donna del dolore o grechina: insomma tutto nella norma.
Rari sono stati i casi, rarissimi, di donne che hanno criticato il lavoro di destrutturazione della tv che portiamo avanti, da dove è emerso il ruolo subordinato che le donne ricoprono nel programmi televisivi.

Oggi però trovo che sia venuto il momento di rifare il punto della situazione: caduto Berlusconi per alcuni il ruolo delle donne pare essersi esaurito; noi sappiamo invece che il lavoro è ancora tanto; è dunque necessario capire il contesto per muoversi agevolmente.
I recenti dati del GENDER GAP, della CEDAW e altri indicatori internazionali ci raccontano di un Paese gravemente arretrato per quanto riguarda la posizione della donna nella società. Di questa arretratezza i media sono in parte responsabili proponendo un IMMAGINE DI DONNA perennemente subalterna e disponibile, fino a renderla oggetto. NESSUNA TV EUROPEA propone un immagine così svilente della donna così come accade da noi in misura così elevata come ci ricorda il rapporto Donne e Media del Censis.

-le IMMAGINI TV creano modelli che per molte/i diventano I MODELLI da seguire: in particolare da parte delle ragazze e dei ragazzi.

-E’ dunque evidente che sia necessario formare i ragazzi e le ragazze con strumenti di Media  Education e contemporaneamente chiedere e lavorare per un servizio televisivo pubblico di livello superiore e  simile agli altri europei (BBC?)

-ogni tanto in giro per l’Italia abbiamo trovato qualche persona che abbia dichiarato: Basta spegnere la tv! oppure Libertà per le donne di esprimersi come vogliono in tv! Con nostra sorpresa questo è stato anche l’atteggiamento di alcune frange di femminismo d’antan che non hanno capito il potere delle immagini: diverso è manifestare chessò il proprio dissenso spogliandosi in Piazza del Duomo durante un flashmob, un altro è stare a quattro zampe sotto un tavolo in tv. Nel secondo caso l’immagine verrà vista da milioni di persone, spesso bambine/i che non hanno gli strumenti per DECODIFICARE le immagini. E’ gravissimo che si ignorino le conseguenze  delle immagini  sugli spettatori, è una ignoranza che non possiamo giustificare in particolar modo da soggette/i che si definiscono intellettuali.

C’è poi da definire quale sia il concetto di LIBERTA‘: libertà per chi? Da una parte ci sta il mercato televisivo che usa il corpo delle donne in modo mercantile e dall’altra gli spettatori: quale libertà difendono queste pseudo intellettuali? Quella dei proprietari televisivi. Non certo delle donne. Quello del mercato pubblicitario che usa il corpo delle donne per vendere. Ma non si possono ignorare le leggi del mercato!

C’è però dell’altro ed è la miseria intellettuale. Chiunque abbia visto il documentario e letto il libro sa che uno dei temi su cui lavoriamo di più è SPEZZARE LE SBARRE DELLE GABBIE: quelle gabbie che ci impongono di essere magre ma con seni enormi, sorridenti e grechine, liftate e su tacco 15. Lasciateci essere come vogliamo. Amo ripetere che magari tra qualche anno deciderò per un lifting, sarà una scelta mia e non dettata dal modello unico televisivo.

Nelle scuole le ragazze e iragazzi dopo avere lavorato sull’abbattimento degli STEREOTIPI, producono lavori interessantissimi sull’erotismo sulla sessualità liberata: in una scuola mi hanno acolta con grandi fotografie di nudi di donne intensi e bellissimi: le ragazze si erano fotografate scoprendo così il loro corpo e mostrandone la verità.
Di questi tre anni la scoperta più avvilente è stato  verificare  l’egoismo di alcuni intellettuali, quelli e purtroppo quelle per cui la libertà individuale è tutto, e degli altri chissenefrega. Intelletuali che si definiscono di sinistra. Quelle che tanto la tv non la guardano, e che se la guardano bambine dai 3 anni in su per tutta la vita senza alcun tipo di strumento per interpretare le immagini? Non è affar loro. Lo spiega bene Toni Judt nel suo imprescindibile libro Guasto è il mondo. Da queste persone incapaci di RESTITUZIONE non c’è da aspettarsi nulla.
E bene dunque ha fatto vitadastreghe con il suo post di ieri, che è molto di più che solo divertente. Ragazze e signore: questi sono tempi duri, il momento è epocale, il cambiamento è in atto, un nuovo Femminile è già nell’aria ma le resistenze saranno tante.

Dare del moralista a chicchesia è lo strumento più facile per chi vuole vendere qualche copia di un libro, per chi non è in contatto con il territorio. Attrezziamoci dunque perchè i media, sempre a caccia di lotte tra donne, andranno a nozze con le affamate di notorietà di breve durata che ad ogni occasione ci ripetono che il porno ha un suo perchè, che nascono i circoli di letture erotiche tenuti da donne come fossero in antitesi a ciò che diciamo da anni. Voi qui l’amore, lo fate mai? Credo di sì e immagine vi piaccia! A me pure! Avete qualcosa da ridire sulla sessualità liberata? Io no.
Come dice Beatriz Preciado: “C’è vita al di là del mondo normalizzato”. Andiamo avanti, lavoriamo duro per proporre alle bambine e alle ragazze VITA, al di là della tv normalizzante.