Yearly archive 2011
Cervellli al Naturale e Tacco 12

Cervellli al Naturale e Tacco 12

Femminismo a Sud ha postato questo interessante articolo giorni fa dove si rivendica il diritto a non dovere comparire per forza “femminili”, quale risposta alla critica che molte donne ed anche alcune che avevano partecipato al Fem Camp di Torino, muovono alle “compagne” che spesso, a loro dire, appaiono sciatte. Francesca Rigotti si spinge ancora piu in là in un articolo su L’Unità dove addirittura pare sostenere che le donne impegnate hanno quasi sempre come condizione necessaria la trasandatezza. Il tema veniva ripreso da Lipperatura. Dall’inizio di questa avventura ho sempre trovato idiota, scusate è un termine forte, ma veramente idiota chi giudica dallo smalto e in ugual misura chi denigra chi lo smalto non lo stende perfettamente tutte le mattine. In questo gli uomini sono più abili. Guardate Marchionne: si è presentato ad acquistare la Chrysler in pulloverino. Ma ha i cosiddetti e nessuno ha niente da ridire. Conosco manager sciattoni e brillanti, damerini insulsi e incapaci e dandy gran uomini d’affari.

Chissenefrega.

Io vado sempre col tacco, mi piace, mi ci sento bene. Se cammino in montagna metto gli scarponi. Punto. La mia amica Giovanna ha i capelli bianchi, non se li tinge, non si trucca e si va bene così. Siamo amiche da 20 anni e nessuna ha mai dato importanza a quello che  l’altra indossa. Libertà, libertà. Come si fa a chiedere agli uomini, al Paese, di valorizzare le nostre differenze se non le sappiamo valorizzare nemmeno noi? Incapaci di guardare cosa c’è sotto un …

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Lettera da Barcellona (3)

Nuova corrispondenza catalana da Giusi Garigali.

Ciao a tutte / i Sono davvero tante le cose di cui mi piacerebbe dialogare con voi, da qui, scambiandoci idee ed impressioni. Non sempre riesco a commentare i post delle altre ragazze, ma ci tengo a precisare che le seguo sempre con vivo interesse e che alcune delle loro riflessioni, infatti, mi hanno suggerito il testo che segue.

A partire da piccoli esempi tratti dalla vita quotidiana vi vorrei spronare a riflettere sulla moltitudine di luoghi comuni che AFFLIGGONO le nostre esistenze (curioso che proprio in questi giorni Lorella pubblichi il post “Quel che pensate non è vero”, ennesima dimostrazione delle capacità di mutazione e adattamento del pregiudizio) – a volte creati exnovo, a volte preesistenti e rinforzati ad-hoc dai media – così difficili da individuare, destrutturare e smantellare perché pervicaci e soprattutto spesso assimilati alla nostra quotidianità. Quegli stereotipi che mal sopportiamo e che ci ingabbiano in ruoli che non ci appartengono, anche e sopratutto a livello di “macrocategorie”: gli italiani sono…, gli inglesi sono…, le donne italiane sono…, tutte le donne sono… etc. etc. Vi invito a leggere il contenuto della lettera e ad intervenire, raccontando la vostra esperienza.

Partirò dalle parole di Marina che, nel suo secondo post, ci racconta le difficoltà di accesso al mondo del lavoro per le giovani donne a Sidney (non accade solo in Italia, dunque). Con la sua cronaca Marina incrina, a mio modo di vedere, un consolidato luogo comune diffuso in tutto il

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Giovanna Cosenza sulle Mestruazioni: molto interessante

Giovanna Cosenza sulle Mestruazioni: molto interessante

Leggete su DIS.AMB.IGUANDO

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15 novembre, Magenta (MI): presentazione del libro

15 novembre, Magenta (MI): presentazione del libro

Presentazione del libro, alle 21, nella nuova Sala consiliare di Magenta (via Fornaroli, 30). Leggi presentazione serata.

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Lettera da.. Rio De Janeiro (2)

Lettera da.. Rio De Janeiro (2)

Ecco la seconda corrispondenza di Carol De Assis, in cui ci racconta di politica, donne e informazione in Brasile.

Care tutte e cari tutti, nella mia prima lettera ho parlato un po’ di me e della mia ricerca sulle donne in politica in Brasile e la loro rappresentazione nei media. Vi voglio parlare ancora un po’ della mia passione su questo argomento e di come se la cavano le nostre sindache, deputate, ministre e presidenta.

Inizio proprio da queste parole: sindaca, deputata, ministra, presidenta. Sono queste le parole che mi hanno portata qui. Una volta Lorella ha chiesto cosa serviva perché in Italia queste parole non facessero più ridere. Nella sua ultima lettera (stupenda!), Livia, da Berlino, ha parlato del peso delle parole, in italiano e in tedesco. Qui in Brasile, sin dal primo gennaio del 2011 abbiamo una presidenta. Non presidente, come ci siamo abituati a dire in portoghese, ma presidentA – se la lettera A è quella usata nella nostra lingua per segnalare il femminile, io la voglio usare per segnalare la mia identità di donna, ha ragionato Dilma Rousseff. Lei si è sempre presentata come la futura presidenta del Brasile. La parola è diventata una vera e propria rissa tra i suoi sostenitori/e e i suoi oppositori/e, ed è pure un modo di sapere se uno/a simpatizza o meno con la Rousseff: basta osservare se si riferisce a lei come ‘presidenta’ o ‘presidente’. Come femminista e professionista della comunicazione, ho sempre fatto molta attenzione al modo in

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Lettera da.. Lisbona (2)

Lettera da.. Lisbona (2)

LISBONA! Che succede in PORTOGALLO? Del Portogallo non si legge mai nulla. Ritengo sia una fortuna avere lo sguardo di Chiara Baldin sulla realtà lusitana, un modo diretto per essere informate. Grazie Chiara! Le foto sono di P.N.

Ci vuole coraggio a restare, a scavare dentro se stessi

per cercare la forza per combattere,

scarnendo le proprie carni, sentendone il dolore

e sopportandolo con fierezza. Ci vuole coraggio ad andare.

A voltare le spalle a ciò che conosciamo

e ci è familiare per l’ignoto. Ci vuole coraggio a essere italiani.

Nel restare, così come nel partire.

E questo, per me, dovrebbe essere per tutti profondo dolore. A. Vitaliano

Soffro di vertigini da quando sono piccola. Ricordo le volte in cui salivo sulla cassapanca della cucina per prendere le matite da una scatola: quando guardavo giù mi veniva la nausea. Qualche settimana fa un mio collega di scuola mi ha proposto una scalata sulle rocce di montagna, una delle attività sportive più praticate dai portoghesi: ovviamente ha risposto la mia incoscienza, accettando l’invito con entusiasmo. Ammetto che scalare è sempre stato un mio grande desiderio, ma ogni volta è mancato lo slancio giusto per buttarmici. Quel sabato è stato un giorno indimenticabile: immersa nella natura e nell’aria lusitana, tra spiegazioni in portoghese sui moschettoni e incomprensibili dialoghi ad “alta” quota, ho scalato due rocce di dieci metri ognuna. Mi sentivo così piccola e fragile lassù: creatura un po’ italiana, un po’ tedesca, un po’ europea sopra una roccia portoghese. Sarebbe bastato

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Su Rai3 Paola M e le archeologhe

Su Rai3 Paola M e le archeologhe

La nostra amica Paola M e la Societa delle Archeologhe mercoledì 9 novembre alle 12.45 saranno su Rai 3.…

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