Quel che Pensate non è Vero!

Una domanda sensata piuttosto è: perché hanno fatto un raffronto tra le donne di B e le donne di M, e non un raffronto (altrettanto umiliante) tra gli uomini di B e gli uomini di M?

La risposta più ovvia, a parer mio, è che in questa Italia, ipocritamente puritana, finché non si entra anche solo di striscio nella sfera sessuale, si possono compiere impunemente le peggiori nefandezze; quindi OK agli incompetenti maschi (ci siamo abituati), ma guai alle incompetenti femmine (ché “ovviamente” saranno scelte per altri “meriti”).

Sono d’accordo sulla prima parte. Va bene, ma ti chiedo se sia ragionevolmente possibile essere giovani e commissarie a Bologna, giovani e nella banca mondiale ecc, posto che ciò sia un indice di competenza e “valore”. Tranne che per i matematici e gli scienziati, che da giovani e giovanissimi rendono il meglio di sè, da sempre il tempo raffina e specifica, consolida, rende spendibili le esperienze professionali e umane. Pensa ai medici, agli ingegneri, ai falegnami, agli idraulici, a chiunque faccia un mestiere in cui l’accumulo di esperienza sia un fattore fondamentale di qualità. Questo vale pure per gli uomini e secondo me non è uno stereotipo, .
Elkann non c’entra niente, giovane o vecchio è “figlio (nipote) di”, tutta un’altra storia. Tale e quale a Piersilvio e Marina B. e a centinaia di altri che ereditano imperi o semplici aziende “da giovani”, ma certo non ereditano anche competenze. Tranne in rarissimi casi di “bernoccolo” di natura.
Poi, è ovvio che anche a me piacerebbe vedere donne più giovani e altrettanto competenti in posizioni di rilievo. L’unica cosa che condivido con l’ex-ministra Brambilla ex-miss gambe, è la campagna a favore dei beagle condannati alla tortura per la vivisezione e sperimentazione. Delle altre, manco a parlarne.

E’ l’ennesima dimostrazione della percezione distorta che vige nel nostro Paese riguardo non solo al sesso ma anche all’età… come accennavo nel mio commento a un articolo precedente, da noi i 20enni sono considerati “ragazzini” in un serio resoconto di cronaca, se non meno in un racconto biografico dai toni colloquiali.
Infatti una 37enne di oggi come Camila Raznovich, giusto pochi giorni fa in Tv raccontando aneddoti sui suoi esordi disse “avevo 20 anni, ero praticamente una bambina”… una “bambina”, non so se ci rendiamo conto.
Ciò si riflette nella rappresentazione infantile anche delle tappe che dovrebbero definitivamente ritenersi di accesso alla vita adulta, come l’università… Io quando ero appena laureato, lamentandomi della difficoltà di orientarsi nel mercato del lavoro mi sentii rispondere da una signora più attempata, “ma scusa tu quanti anni hai”, “25”, “ahh ma allora sei giovanissimo, hai tempo per orientarti, decidere ecc.”, …io mi sono sentito percepito come un adolescente appena uscito dalla scuola media, non un adulto laureato. E da una quasi-collega, cioè studentessa di un altro corso e leggermente più giovane di me, durante un dialogo sui fenomeni sociali mi sentii dire “però, tu saresti un bravo sociologo”… come dire che non era affatto scontato, nonostante la laurea per giunta conseguita col massimo dei voti, i neolaureati fino a prova contraria sono niente, sono topolini con un pezzo di carta… Certamente capisco che dipende da tanti fattori, l’università spesso non prepara abbastanza al lavoro e d’accordo, ma questo non giustifica svalutazioni e distorsioni di tale livello nella rappresentazione delle persone in rapporto alla loro età e identità.

io di questa vicenda più che l’aspetto estetico colgo l’aspetto “competenza”. come dire, se le ex ministre fossero state belle E competenti, il confronto non avrebbe retto e non lo avrebbero fatto. ergo, il problema non sono i tacchi a spillo o la giovane età ma il fatto che erano state insignite di una carica di responsabilità persone che non ne avevano le competenze e che non avevano altri meriti se non essere “decorative”. e questo è un tratto del berlusconismo che va combattuto tanto quanto il pregiudizio ipocrita che se una donna è bella allora è stupida. non vorrei che ci si scordasse che al di là dell’abito, del trucco, del tacco, del piercing o di quel che volete, quello che conta è altro, ed è di questo che dobbiamo parlare soprattutto.

Già dire “le donne DI” è tutto un programma. Come se appartenessero a Monti o Berlusca! Perché non dire “le donne del governo Monti o B.?” Ma forse sono troppo puntigliosa…

Sono d’accordo con Lorella, 1) quando chiede come mai questo stesso trattamento “prima della cura e dopo la cura” non è inflitto agli uomini – anche se non mi rallegro di leggere pezzi insulsi e velenosi come quello di Aldo Grasso sul Corriere di oggi relativo a Italo Bocchino (lo sto leggendo cartaceo in treno e non trovo il link). Oggi escono altre informazioni sull’inchiesta Enav-Finmeccanica: i nomi sono quelli di Brancher (fatto ministro per accordargli il legittimo impedimento), Matteoli, Milanese, Tremonti.
2) Delle donne si batte essenzialmente sull’aspetto estetico-anagrafico e (in subordine) sulle competenze, visto che tra l’altro l’autore inverte i dicasteri di Cancellieri e Severino (il che la dice lunga su quanto gliene freghi degli aspetti sostanziali). Il modello che ci lascia berlusconi è aberrante, ma ben si pensa per questo di ricambiare con la stessa moneta, con l’unico risultato che QUELLA MONETA RIMANE IN CIRCOLAZIONE… tanto a pagare nella riproposizione degli stereotipi (che vanno oltre i casi singoli) sono sempre e comunque le donne. Quelle come Veronica che è dovuta andare via per non essere considerata over da chi non sa valutare l’esperienza e quelle come la sottoscritta (se posso raccontare un fatto personale): unica donna di 27 anni, semisconosciuta, a un convegno di ultra40enni-50enni-60enni e anche 70enni, mi fu detto (prima ancora di ascoltare la mia relazione, che la mia presenza lì era “sospetta”…
Loredana Lipperini ha richiama l’attenzione su un orrendo pezzo della Aspesi sulle neoministre che segue la linea di questa vignetta,segno che è davvero l’ora di fare uno sforzo e non cadere in queste trappole (o gabbie), anche quando ci consentono di acquisire o difendere una certa identità agli occhi del mondo e di noi stesse.

Questo post mi sembra abbia a che fare con l’elefante di cosenziana (Giovanna) memoria. L’immagine che proponi dice due cose. Una è quella che scrivi tu e l’altra è che questo governo, con tutti i suoi difetti, ci ha fatto capire che esistono donne che possono sedere in poltrone importanti senza dare adito a facili dubbi sulla loro carriera. (Una svolta radicale, direi.) Io sottolinerei la seconda e tacerei sulla prima.

Molte hanno già detto tutto, volevo solo fare una piccola considerazione a chi dice “in un governo tecnico è ovvio inserire persone con una certa esperienza e quindi età avanzata”. Ma perchè, si è giovani solo a 25 anni??? Diciamo pure che la media del governo Monti è 63 anni, come il resto del nostro parlamento, non mi pare neanche normale farsi governare da pensionati, questi tra una decina di anni davvero saranno forse in una casa di riposo a farsi cambiare i pannoloni, e non c’è nulla di male eh, solo che io sono convinta di una cosa: i tempi di evoluzione della società si sono molto accorciati (vedere questo per capire cosa intendo http://www.youtube.com/watch?v=wohlyZ_UsJk&feature=related )e mi sembra più ovvio avere al governo qualcuno che sia al passo con questi cambiamenti, culturali, relazionali, tecnologici, politici ecc… In questo governo oltre a mancare le donne, mancano anche i giovani ( anche trentenni e quarantenni che tutto si può dire meno che vecchi). Insomma, in sintesi un governo misto, giovani, vecchi, uomini e donne è più producente in termini di conoscenze, punti di vista, esperienze, informazioni ecc… Invece siamo di fronte, per l’ennesima volta, ad un governo di uomini anziani. E perchè? Beh perchè difficilmente oggi un signore di sessantanni può avere buone probabilità di percepire il mondo e il mondo della politica diverso da quello solito patriarcale a cui siamo abituati e non va bene, non va bene per nulla se partiamo dal presupposto che la società deve cambiare anche dall’alto verso il basso.

Mamma mia quanta demagogia!
Ho sentito domenica sera un commento di Luciana Littizzetto ( tipico esempio di donna brutta e volgarissima ) che sosteneva che le donne belle sono senza sostanza e invece quelle bruttine sanno sostenere una conversazione interessante. Buh!!! Mi sembra di essere ripiombata indietro di 40 anni,in piena Azione Cattolica.
Ma dov’è finita la forza delle donne? Siamo ancora al punto di partenza? Ancora a dire che le donne devono lavorare di più, che hanno meno opportunità, che sono tagliate fuori dagli uomini!!!
Animo ragazze, non è necessario essere brutte e vecchie per essere apprezzate per intelligenza e preparazione, usciamo da questi schemi che non ci fanno onore.
Le bellezza non dev’essere un vantaggio ma non può neppure essere considerata il peccato originale