Maurizio Sacconi racconta una storiella in cui una suora, nel Seicento, venne interrogata dall’Inquisizione sul perchè solo lei si salvò  durante uno stupro collettivo. “Io mi rifiutai”, rispose la monaca.
Leggo ovunque articoli di indignazione, ricevo appelli per CHIEDERE le dimissioni del ministro.

Oggi mi riguarderò Processo per Stupro, voi ragazze e voi ragazzi l’avete visto? E’ del 1979, venne trasmesso in tv e sbattè sulla faccia dell’Italia bigotta e perbenista cosa accadeva nelle aule quando si dibatteva di violenza alle donne, come denunciò l’avvocata Tina Lagostena Bassi. E’ una visione forte e istruttiva: madri, le madri italiane di  30anni fa – e oggi?- che difendono i figli violentatori gridando che è lei la puttana perchè “ci sta”. Giudici che ridacchiano, come si ridacchia oggi nei salotti tv quando si discute di parità, e affermano che una fellatio, un rapporto orale, si può interrompere “con un morsetto”, e che quindi se  non da il morsetto, signifca che le piace farlo. Guardatelo nel week end così sarà  più facile capire il Paese.
Direi che è inutile citare i libri, i film, i documentari di testimonianza sulle violenze sessuali: l’orrore, la disperazione, l’impotenza che porta spesso le donne che l’hanno subita a non rifarsi mai più una vita normale.
Questa è l’Italia e mi dissocio dall’ennesimo flebile fremito di fastidio che manifestiamo in questi momenti: quattro articoli, 2 commenti a FB, un commento di Emilio Fede: tempo 3 giorni e non se ne parla più, come è stato mille altre volte per casi anche più gravi.
Qui, in questo momento sta il punto di svolta: vogliamo continuare a lamentarci senza avere nessun riscontro?
Questa che esprimiamo non è indignazione, è un flebile lamento che sappiamo gia non verrà ascoltato.

Tolleranza zero, avevamo detto, e che sia allora. Chiediamo alle politiche, in particolare modo a chi ci rappresenta,di fare il loro lavoro   di rappresentarci finalmente! E di esigere oggi, adesso LE DIMISSIONI di MAURIZIO SACCONI. Oggi. Non basta inviare lettere di rimostranza. Tempo scaduto. Chiediamo alle donne onorevoli, anche a quelle del PDL e degli altri partiti. Ma le donne politiche della sinsitra in particolare devono fare di più, se sentono il tema della dignità delle donne come fondamentale. Lo scrivevo nel post di ieri: se non riconosciamo la nostra autorevolezza, se non riteniamo le questioni delle donne e della dignità delle donne” questioni di massima importanza, tanto da essere iscritte all’agenda politica del Paese, non riusciremo a cambiare nulla. Troppa poca la considerazione che le donne politiche hanno dell’essere donna. Troppa sudditanza nel confronto delle questioni maschili, sempre vissute come  più importanti.
Forza, l’appoggio degli uomini “che contano” non l’avremo: ieri SETTE, il magazine del Corriere della Sera, ha dedicato la copertina e un articolo lunghissimo ad Ezio Greggio che si lamentava dell’attuale classe politica! Il Corriere della Sera ho scritto, non il giornaletto della Quinta C. Cioè il Corriere in uno dei momenti storici più difficili per l’Italia, decide di dedicare ampio spazio all’uomo che conduce Striscia la notiza da 23 anni, trasmissione che ha una audience di 7 milioni tutte le sere e che da 23 anni propone un modello di donna supino, passivo fuoritempo, che molto ha contribuito, insime a moltissime trasmissioni tv Rai, ad incentivare il maschilismo del Paese  non offrendosi mai come possibile mezzo di crescita ed educazione. E che le giornaliste prendano coscienza anche di questo. Certo bisogna mangiare, ma il prezzo per avere diritto a vivere sta diventando altissimo, non credete?