viaggio-baroccoKennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunklen Laub die Goldorangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht,
Kennst du es wohl?
Dahin! Dahin Möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn!

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d’oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro
Lo conosci tu bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!
J.W.Goethe

Resto fermamente dell’idea che non si può stare sempre immersi nel rancore, odio, bruttezza, mancanza di prospettive, sentimenti dentro i quali viviamo ormai qui da anni. Una delle repsonsabilità, o meglio colpa, che hanno i media oggi, è certamente non raccontare mai ciò che di buono c’è, che farebbe oggi  notizia più di qualsiasi nefandezza a cui siamo ormai assuefatti. Non si tratta di buonismo bensì capacità di progettare, di pensare che comunque sia, dobbiamo/vogliamo andare avanti, progredire. E per farlo ci vuole positività, sogno.

E dunque: Ero a Berlino fino ad ieri, una serie di incontri e una città intorno a me che brulicava di giovanissime/i: pareva Londra negli anni ’60, oltre a ciò un appartamento di 100mq costa 500euro al mese di affitto… Alessandra che si è lì trasferita aveva un’idea teatrale, ne ha ricavato un progetto che è stato finanziato dal Bund (regione) della città; i quartieri “hot” cambiano in continuazione perchè seguono l’onda delle gallerie d’arte che sorgono come funghi, in sintesi: avete 20 anni? io ci andrei di corsa, il tedesco si impara, e due/tre anni lì vi si apre la mente. Poi tornate e datevi da fare.

C’è stato il sole, si stava da dee. Poi l’ultimo giorno ha piovuto, e di colpo mi sono ricordata di quelle lunghe giornate piovose in casa, quando studiavo a Monaco di Baviera. L’inverno tedesco è lungo, la pioggia tanta. E’ vero che ci sono molte cose da fare, ma alla sera ti si insinua quella malinconia, quell’anelito a qualcosa che non sai, Sehnsucht è parola intraducibile. E allora mi sono rivista anni fa, vigilia di Natale, davanti al mare di Aci Trezza: assaporavo goduriosa un piatto di profumatissima Pasta alla Norma, intorno la più bella luce del mondo, quell’aria che viene dal mediterraneo africano mi alzava leggera la gonna, i sensi allertati. Di fronte, sarà pure uno stereotipo ma chissenefrega, uno sguardo intrigante accompagnava i miei movimenti. Pochi momenti, ma di quelli giusti che ti danno senso alla giornata. Non bastano, intorno c’è un Paese che va a pezzi, lo so, lavoriamo per questo. Ma ricordiamoci che questa preziosità, questa bellezza intorno di cui noi qui disponiamo laragamente, altrove non c’è.

All’aeroporto Schonefeld vengo catturata da queste foto:

web_Ausstellungsheft_A4_Ansicht

decine di immagini di donne che si raccontano nella loro normalità, il pay off è: Donna e di Successo. Vale la pena studiare.

Fa strano: anzichè due tette penzoloni e un culo perizomico che ti attendono agli arrivi, l tedeschi scelgono di ricevere gli stranieri raccontando come sono le loro donne. Vere. Interessante penso.
Sono al parco con Anna che li vive da tre anni. Si trova benissimo, non tornerà dice. Però è rimasta male quando un mese fa la polizia l’ha fermata  multandola con 35 euro per la presenza del suo cagnolino in uno spazio dove i cani non possono andare. Giusto, direte, è la legge. Senonché i poliziotti erano stati chiamati da una mamma con bimbi che stava seduta a tre metri di distanza da Anna: non sarebbe stato più semplice per la signora tedesca avvicinarsi alla ns amica italiana e chiederle di allontanare il cane? E chiamare la polizia solo successivamente se Anna si fosse rifiutata? In Germania lo Stato educa e la famiglia alleva. Questo sistema ti solleva da un sacco di fatica e di incombenze. Ha anche risvolti poco umani: da noi quanto sopra si chiama delazione e se mio figlio si fosse comportato come la tipa tedesca, l’avrei sgridato. La famiglia, anche con tutti i risvolti horror che conosciamo, può  occuparsi  anche dell’educazione ai sentimenti alla relazione. Non sempre accade, lo so lo so. Ma non è  poca cosa.

Seduta in uno dei mille meravigliosi parchi della città (ma a Milano si può pretendere di disporre almeno di un albero?) leggo della tragedia norvegese: la foto ritrae Sven con la direzione del partito democratico norvegese, non la commento.

scan

Sto sulla panchina e penso alle nostre miserie. Trilla il telefono: è una tv italiana, mi propone un faccia a faccia con Tinto Brass. Chiudo il giornale tedesco. Penso che c’è molto da fare, e che rattristarsi non serve.
Mi perdo in quartieri dove si susseguono gallerie, negozietti, caffè attrenti, ovunque l’atmosfera è rilassata e eccitante al tempo stesso. C’è energia positiva che circola, ti pare che qui molto sia possibile. Berlino però non è bella nel senso tradizionale, ti affascina per altro.

Ripenso a due anni fa, in traghetto mi avvicinavo al Lido di Venezia dove avrei consociuto Erik Gandini. La città la conosco bene, ma quel giorno la luce era quella bianca, quasi livida, che aveva contribuito a far innamorare perdutamente il Professor Aschenbach del meraviglioso Tazio in Morte a Venezia. Centinaia di tedeschi persi d’amore in giro per questa Italia per anni. Bildungsreise viaggio di formazione: si veniva qui da noi per “formarsi alla vita”e solo dopo l’immersione nella storia, nella bellezza, nei sapori, nei profumi italiani, si tornava in una Patria molto meno “distraente” e si iniziava a lavorare a progettare.
L’ho pensato spesso: qui è stato tutto troppo bello per troppi secoli, verò è che ora ci stiamo impegnando per far cadere a pezzi quanto costruito in millenni (Pompei in rovina, non so a voi, ma a me  spezza letteralmente il cuore, e ci vorrebbe poco, così poco per rimetterla in piedi!). Tanta bellezza, tanta cultura, tanta arte. Ricordo avevo 12 anni e mio padre mi portò alla festa del mandorlo in fiore nella piana dei Templi di Agrigento: diventai irrimediabilmente, orgogliosamente, perdutamente italiana. I tanti anni all’estero, le frequentazioni internazionali, la carriera europea sono serviti a farmi capire che da troppi anni siamo fermi, che la modernità di pensiero, che passa anche attraverso la valorizzazione del nostro genere, rischia di farci precipitare. Ma la mia lotta, credo anche la vostra lotta, è mossa da un gradissimo amore per questo Paese.

Mentre attendo di imbarcarmi sfoglio Die Welt, in edizione free press: pare che in Inghilterra abbiano rimosso tutte le affissioni L’Oreal che proponevano Julia Roberts come testimonial: troppo bella, troppo ritoccata e quindi ritenuta “pubblicità non veritiera,che insinua ansia nelle donne e tra le giovanissime poichè si confrontano a delle immagini non realistiche”

Buona Estate. Riposiamoci tutte e tutti. Avremo molto da fare.

🙂

p.s. Il Corpo delle Donne va in vacanza e riprende il lavoro verso fine mese.