Ricevo e pubblico con grande piacere questo articolo che ci invia la Prof. Chiara Volpato, università Milano Bicocca. E’ uscito di recente il suo libro “Deumanizzazione” ed. Laterza, di cui vi ho già parlato.
La strumentalizzazione del corpo femminile per usi politici ha raggiunto in questi giorni forme di estrema severità. In alcune città venete sono comparsi dei manifesti che mostrano, fianco a fianco, una donna dal prosperoso seno nudo, eretta a simbolo di un federalismo capace di promuovere il Veneto a stato autonomo, e una donna piegata dall’anoressia, simbolo, invece, dell’inconsistenza del finto federalismo romano-padano. Poco importa che i manifesti siano stati sconfessati dal Movimento Veneto Libero, sotto la cui sigla sono comparsi. Quello che conta è che con la loro affissione si è valicata un’ultima frontiera: l’oggettivazione dell’immagine femminile nella propaganda politica è stata spinta fino all’uso estremo della sofferenza finale, dato che l’immagine raffigurata pare essere quella di Isabelle Caro, morta qualche mese fa proprio di anoressia. Gli ideatori hanno così impiegato le immagini di una persona vittima di una sofferenza estrema, sulle soglie dell’agonia. La strumentalizzazione del corpo femminile è divenuta un atto di deumanizzazione estrema.
Altri segnali, di pari gravità, sono comparsi in questi giorni sulla scena politica a dirci che siamo di fronte a uno scenario di conflitto, che evoca la guerra civile. Ci riferiamo alle ripetute dichiarazioni del nostro premier che accusa i magistrati di essere un cancro della democrazia e a quelle di Daniela Santanché che ha paragonato Ilda Boccassini a una …
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