scappaCome mai non ho fatto parte di un movimento femminista quando avevo 20 anni? Come mai non ho amici tra l’intellighenzia che si conosce tutta qua a Milano da quando erano bambini e che ancora sospira: “ti ricordi al Carducci? (noto liceo classico) e ti ricordi al Manzoni?”
Come mai, mi chiedo cercando la risposta nella mia mente forse appannata, visto che da 2 anni non riesco ad andare alle basi di questa scarsa apparteneneza al Paese: ci abito ma di certe community non ne faccio parte.
Ci pensavo anche ieri mentre discorrevo con la mia amica Kristin che sto aiutando ad organizzare la 13esima conferenza di www.winconference.net e  consideravamo di invitare Vandana Shiva, che oggi contatterò. Ci riflettevo più tardi mentre declinavo a malincuore (in quei giorni accompagno mia figlia ai campionati nazionali di ginnastica acrobatica :-)) l’invito a presentare il nuovo libro di Eve Ensler al Salone del Libro di Torino. Ho continuato ad indagare le ragioni anche di notte, subito dopo avere lasciato sul comodino l’avvincente romanzo di Joseph O’Connor Ghostlight, fratello di Sinéad e ugualmente dotato. Ci rimuginavo stamattina mentre spulciavo le notizie dall’Huffington Post a cui do un’occhiata tutte le mattine insieme al  sito di BBC online.
Chissà perchè di certe cose italiche so così poco, continuavo a ripetermi mentre rispondevo all’invito per andare a Marsiglia il 17 maggio all’incontro  organizzato dall’European Institute for Gender Equality.

Poi un ricordo ha squarciato la mia mente: eccomi 16enne tosta e piena di vita, discutere con il mio fidanzatino che pretendeva di controllare i miei movimenti: quell’estate lo mollai e passai un mese in Inghilterra. Ed eccomi all’Universita Cattolica a Milano, anni dopo, iscritta a Lingue e Letterature Straniere. Mi vedo: attraverso il bellissimo chiostro con l’amato Beckett tra le mani, piena di versi nel cuore. Intorno intanto nasceva Comunione e Liberazione: scappai un anno a Oxford. Eccomidi ritorno, già irrimediabilmente mutata e faccio fatica a rinserirmi, e vado a Monaco di Baviera, lavoro e studio.
E poi divenne regola, il master alla Bocconi e poi la grande multinazionale per poi fuggire e stare dove, ragazze che mi leggete, vivere pienamente è più facile. Qui il problema non è solo la situazione politica attuale, è il recinto pollaiesco di una culturetta piccolo borghese che ci ammorba.
E’ che qui partono trasmissioni tv “di sinsitra” che paiono un club per soli maschietti, è che un noto“radical chic giornalista top” al festival di Perugia ci ricorda che: “Mancano ancora le donne, e anche una generazione davvero giovane (stiamo parlando di quarantenni, invece), a questo ricambio: ma sta arrivando.” Intendendo che la generazione giovane sta arrivando e le donne? Chissenefrega se non arrivano.

Dunque già da piccola avevo capito che dovevo andarmene per sopreavvivere: all’estero mi hanno stimata, apprezzata e ho fatto ciò che ho voluto. Ora sono qui ma, parte della giornata e parte della mia settimana è fisicamente o mentalmente all’estero.
Se volete sopravvivere non ci sono soluzioni: per battersi qui e non farsi prendere dalla depressione è necessario respirare ossigeno lontano da qui e poi, a polmoni pieni e in apnea, lavorare per il faticoso miglioramento del  Paese.
Una donna che fugge attira l’inseguitore. Anzi lo crea, diceva Ennio Flaiano. Chissà che se ce la diamo tutte a gambe levate, magari… qualcuno se ne accorga…

(foto di Skymino tratta da Flickr)