Lorella Zanardo a “Le Storie”

Augias, uno dei pochi che ancora stimo.
Brava Lorella, bella intervista.

Sì, bella intervista veramente, peccato la brevità, anche io starei delle ore a sentir parlare di queste cose. Sono 30 minuti che volano via come niente ma seppur volando lasciano il segno, sono ottimi modi e spazi questi dove diffondere il più possibili messaggi di riflessione.
Ringrazio Augias per aver richiesto l’intervista e Lorella per averla concessa, è un lavoro di
diffusione che aiuta noi tutti, dobbiamo diffonderci, come i virus ^___-

Ho notato che lo spazio lasciato all’ospite cui era destinata l’intervista del conduttore questa volta è stato sufficentemente ampio. Grazie a Lorella per aver ricordato l’impegno delle blogger nell’individuare e denunciare le pubblicità sessiste: un minimo di pubblicizzazione del loro lavoro aumenterebbe il numero di donne che le seguono, e soprattutto raggiungerebbe il risultato minimo di far sapere alle altre donne che ribellarsi è possibile, e che cambiare lo stato di fatto si può, dato che le nostre leggi lo permettono. Ma forse è questo che si preferisce evitare?

Grazie a Lorella Zanardo per questo suo impegno e per aver ricordato oggi da Augias come certa sinistra per il suo eccessivo intellettualismo sia incapace di raggiungere i giovani, le ragazze, di comunicare loro un messaggio alternativo alla tv spazzatura. Grazie Lorella per aver ricordato che con Kant non si vince questa battaglia!

Ti ringrazio per avermi citata!
Molto bella l’intervista. La tv italiana è contro le donne ed è specchio purtroppo del berlusconismo (così anche la pubblicità). Gli scandali del bunga bunga lo hanno rivelato. Il re è nudo.

@francescap. : la domanda non pertinente di Augias l’ho notata anch’io. Lorella era evidentemente sorpresa della non pertinenza della domanda, e quindi della sua incomprensibilità nel contesto, e mi sembra che nella sua signorile reazione sottotono ha sicuramente prevalso la sua congenita buona educazione. Mi verrebbe voglia di chiedere al signor Augias: “scusi, dottor Augias, perché fa questa domanda ad una donna? Perché fa questa adomanda solo ad una donna? E perché non l’ha fatta anche a tutti gli uomini che sono stati suoi ospiti? E perché non la fa anche a sé stesso? Provi a rispondere a ciascuna di queste domande, e vedrà che il mondo le apparirà in una nuova prospettiva.

Certo che la domanda di Augias è stata un po’ fuori luogo, anche se , tutto sommato l’ha posta con garbo. Ma a me ha divertito molto Lorella: sì, sì, può chiederlo… 🙂

Anch’io ho trovato un po’ inadeguata quella domanda, ma l’ho intesa più come una consapevole “provocazione”; peccato non ci sia stato il tempo per la risposta che giustamente sarebbe venuta spontanea, e cioè che agli uomini quella domanda non viene posta quasi mai, perché la loro lontananza dalla famiglia viene considerata più normale, pertanto si dà per scontato che mariti e padri non abbiano particolari problemi a conciliare lavori molto impegnativi con una famiglia anche numerosa…
E a quanti si chiedono come mai perduri uno stereotipo così datato, se hanno figli in età scolare consiglio di dare un’occhiata ai loro libri di lettura, quelli che contengono “storie” su cui i nostri bambini strutturano le loro identità, aspettative, rappresentazioni ideali del mondo: perché un recente studio ha fatto emergere scenari tuttora fermi agli anni Cinquanta, con la madre di famiglia sempre buona in casa, e il padre invece sempre pronto a uscire con la sua valigetta per recarsi al lavoro. Ogni commento mi pare superfluo…

Bellissima intervista… Seguendo Augias da sempre, io credo, che quella domanda: “Ma lei signora Zanardo come fa a fare tante cose ,ha un compagno, un marito, famiglia?” lui l’abbia posta solo con l’intenzione di dimostrare quanto le donne possono essere attive pur avendo molti più incombenze degli uomini. Peccato che Augias finirà a maggio, lui dice per raggiunti limiti di età e il che forse è vero, ma come mai non c’è nessuno a cui lasciare il testimone, io spero che la trasmissione non si interrompa, ma che si trovi un degno o degna erede… Se no, cosa resterà in un panorama televisivo già così desolante?

bellissima intervista. complimenti.
purtroppo a quell’ora lavoro e mi ha fatto piacere poterla vedere qui.
la domanda di augias sulla quale discutete mi e’ sembrata provocatoria nella misura in cui voleva farsi rispondere “eh si, marito, figli, lavoro, impegno sociale…. e riesco a fare tutto egregiamente….. come tutte le donne reali”.
lorella grazie per il tuoi impegno. a nome mio e delle mie bambine.

la Tommasi è stata ad Arcore!!!

Viva l’Italia al Festival di Sanremo:
http://www.leggonline.it/video.php?idv=8323&id_news=107253

Anch’io volevo chiedere a Lorella Zanardo se ha un marito ma non per quel motivo, essendo donna lo capisco. E’ perché non ne parla mai, non per farmi i fatti suoi ma per semplice curiosità, dato che i figli li menziona mentre non ha mai parlato di un marito. Volevo chiedere la stessa cosa anche a Giorgia Vezzoli, un’altra blogger che seguo assiduamente, sempre per curiosità. Un marito dovrebbe essere sempre presente nel sostenere queste iniziative così importanti e viceversa la moglie nei confronti del marito, è una cosa bella avere una famiglia unita negli intenti. La mia è così ma non come vorrei.

Perchè l’antipartitismo? Perchè non dire chiaramente che alcuni di noi sono schierati, che in ogni caso non è nè può essere qualcosa di spontaneo come lo è un fungo ma ha organizzatori e idee dietro (quindi presuppone un soggetto politico attivo e collettivo, in una parola un “partito” in miniatura)? Che la manifestazione ha molti bersagli fra cui alcuni politici? Idealizzare la cosa come innocente, pura, quasi inconscia nella sua spontaneità è ipocrita e costituisce un rafforzamento dell’idea sbagliata che questi partiti siano e non possano che essere inadeguati alla rappresentanza e che nuovi partiti futuri non lo sarebbero comunque e che la politica è cosa sporca in sè. Tutte sciocchezze e populismo su cui Silvio Berlusconi ha costruito ideologia, da un lato proponendosi com non-politico, ottenendo di fatto tutti i privilegi dell’esserlo e tutte le scusanti del non esserlo (compresa quella per il suo dilettantismo) dall’altro un comodo allontanamento da un sentito impegno politico (che non si fa per hobby come il giardinaggio) da parte di nuove generazioni e potenziali futuri concorrenti.
Perchè non dire: “noi siamo un partito, noi facciamo nuova politica”?

grande Lorella.
Un saluto e un nuovo video
http://www.youtube.com/watch?v=XYmJ1owzKRU

p.s. stai molto bene, hai la stessa acconciatura di mia moglie
🙂

Fantastica intervista e super efficace! Bravissimo Augias! Un modello di professionalita’ ed eleganza raro nella televisione strillante di oggi!
PS: Anche io sono rimasta un po’ spiazzata da quella domanda, e come molti di voi mi sono chiesta “perche’ a donne che sono impegnate su piu’ fronti viene fatta questa domanda e agli uomini no?”. Lisa Liswood (fondatrice del Council of Women World Leaders) fa anche notare un’altra domanda che viene fatta alle donne di successo ma non agli uomini: “cosa significa aver raggiunto questo (obbiettivo) COME DONNA?” Pensiamo positivo e accettiamo la spiegazione di UNSORTABLE (19). :0)

La curiosità nei confronti della vita privata di una persona E’ farsi i fatti suoi. Seppure per completare il quadro delle informazioni in nostro possesso.
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Sotteso alla domanda di Augias c’era un mondo e tutti qui lo abbiamo notato. Perdonato anche, perché i suoi intenti li abbiamo percepiti come abbastanza innocui, vista l’età e lo spessore della persona. E, ovviamente, è stato lui a dirigere l’interpretazione della sua domanda sul piano dell’interesse pubblico circa la vita di Lorella Zanardo per passare così a parlare degli equilibrismi femminili tra lavoro privato e lavoro retribuito.
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Io sono piuttosto sensibilizzata al riguardo e ci metterò moltissima passione a dire quello che sto per dire scusandomi in anticipo se sarò troppo veemente ma voglio condividere qui la mia esperienza per dire fino a che punto la curiosità, che ci sembra leggera, in realtà possa essere un’arma con la quale esprimiamo dei giudizi, ma soprattutto, mediante la quale proviamo a far spazio alla nostra idea di mondo e dei ruoli che le persone dovrebbero, secondo noi , avere al suo interno, ma un’arma che può condizionare pesantemente la vita degli altri. Non dobbiamo andare tanto lontano, basta guardare a certo giornalismo.
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Ho cambiato il mio lavoro, che amavo moltissimo, per una molteplicità di ragioni ma un grande ruolo lo hanno avuto gli interrogatori cui ero sottoposta tutti i giorni da parte di una collega che passava tanta parte del suo tempo a farsi il quadro della mia vita personale e lavorativa. Mi sono chiesta a lungo il perché di questo atteggiamento, morboso, e mi sono anche data delle risposte, condivise con il contesto che subiva un trattamento simile ma mai quanto me che ero collocata logisticamente, ma anche professionalmente a ridosso del suo terribile interesse. Spero mi stia leggendo 🙂 perché anche questo faceva e fa, mi risulta. Ne approfitto per salutarla! Ma anche per dire che si può esercitare un controllo molto insidioso sulla vita altrui con la “semplice” curiosità.
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Pensate che il mio lavoro consisteva nell’ascoltare attivamente le donne utenti del mio servizio per formulare progetti di lavoro che, necessariamente sono progetti di vita delle persone, quindi conosco bene il pericolo di giudicare attraverso ciò che ci viene raccontato. Ma l’”arte del fare domande” affinché chi abbiamo davanti esplori l’impensato di sé per cercarsi un lavoro adeguato a competenze ma anche a valori personali, oltre che professionali, non consiste nel voler conoscere la vita dell’altro ma nel permettere a lui/lei di esserne maggiormente consapevole. E pensate che questo si può fare sia senza la narrazione autobiografica,lasciandola al soggetto, anche lontano dal setting, sia utilizzandola per riposizionare la propria vita in funzione di una nuova attività.
Siamo in contesti pubblici, regolati da norme sulle privacy, oltretutto. Ebbene io mi ritrovavo che, uscita la mia utente, la mia collega pretendeva di fornirmi tutti i particolari della sua conoscenza della persona, cosa che in provincia è frequentissima ma perché alimentata dal bisogno, dico io, di riempirsi della vita altrui per rassicurarsi della giustezza della propria.
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Termino ponendo e ponendomi qualche domanda: cosa aggiungerebbe per noi il gossip sulla vita di Lorella Zanardo se non una conferma della bontà delle nostre stesse scelte, però privandoci dell’occasione di rispettare le sue di scelte e di non inquadrarle in ciò che questa società prevede per ciascuna donna? O di dare una valutazione soggettiva sulla corrispondenza che noi immaginiamo, come dice Francesca, tra ciò che significa avere o non avere conoscenza dello svolgimento delle attività di un’altra/o, quanto la sfera dei suoi sentimenti. Chi ha detto che in una coppia debba esserci la condivisione totale e non la cura del rispetto per le due individulità che la formano? Ma, soprattutto, cosa ci fa pensare che il rispetto sia composto di una condivisione spesso confusa con l’approvazione? Anche a questo, purtroppo, ci ha educati la tv italiana per cui ci siamo abituati anche a scambiare il giudizio realmente soggettivo con quello che pone il controllo sulla conformità di ciascuna vita a un’idea di società che sembra pensata per contenere la quantità di libertà delle donne. E per cui una è tanto più apparentemente libera, quanto più si comporta come la concezione maschile (che possono avere anche le donne, ricordiamocelo)ha pensato per lei?
A me basta partecipare di ciò che Lorella fa per condividere e rispettare l’intento profondo con cui lo fa, non perché mi sento migliore ma perché ho la fortuna di partecipare all’idea genuina di cosa sia la libertà femminile, la quale comprende la possibilità che io conosca o non conosca i sentimenti di chi la pratica e, guardate un po’, insegna anche a noi a praticarla.

Una grande iniziativa e delle grandi personalità! E’ ora che si parli seriamente di questi argomenti! Volevo invitare a visitare il nostro blog con cui stiamo appoggiando l’occupazione che procede dal 19 gennaio a Latina nella fabbrica Tacconi Sud: un manipolo di operaie lotta strenuamente affermando una nuova dignità femminile e la TV ufficiale la ha praticamente ignorata. Spero possiate appoggiare la nostra iniziativa e diffondere il più possibile!!
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/19/lo-strip-tease-dei-diritti-4/
Grazie e complimenti ancora per il progetto!!!

Concordo con Donatella #33.

Ditemi voi se è possibile:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/6769-la-manifestazione-delle-donne-un-concentrato-di-abortiste-e-libertine-che-contestava-contro-i-propri-principi-sarebbe-stato-meglio-portare-i-figli-in-campagna-meno-grave-peccare-secondo-natura-e-non-contro

Ho letto il libro di Marco Alloni “Pensare la televisione. Dialogo con Corrado Augias”. Fino a p. 45 (su 94) parla di comunicazione e dell’esperienza della trasmissione “Le storie”, poi è una disamina della chiesa cattolica, condivisibile o meno ma completamente fuori tema.