Per combattere la fogna che ci circonda, politica e mediatica, le parole non bastano, perdendosi nel mare di ovvietà che tutti ascoltiamo giornalmente. Di aver banalizzato il male, molti giornalisti dovranno rispondere in futuro. Concentrimoci sulle azioni, su ciò che esiste, esiste, esiste e sopravvive, nonostante tutto, nella nostra società: ieri eravamo nella nebbia ad un dibattito a Frassinelli Polesine: gente che resiste con impegno.
E se di puttane si tratta,diciamo a voce alta che   siamo queste:

Non c’è moneta per il mio corpo,
né moneta per la mia mente.

Eppure sono una puttana
perché capace di uno sguardo diretto
perché non temo il mio pensiero

Puttana perché sovverto le regole
ingiuste e discriminatorie
di un ambiente che non mi contempla

Puttana perché reagente
ad un sistema in disfacimento
fondato sulla disuguaglianza

Puttana in quanto affermo la mia esistenza
respirando scrivendo parlando godendo
camminando creando semplicemente essendo

Puttana nella mia assenza di adesione
al tuo arcaico stereotipo
di un’angusta e castrante concezione

Puttana perché non sono più custode
delle tue sicurezze, del tuo senso di superiorit�
che trae linfa dalla mistificazione

Puttana quando mi difendo
e non lascio che il pregiudizio mi cancelli
e ridisegni la mia personalità

Puttana perché ho il potere di cambiare
di donare altro significato
alle parole che usi per ferire ed annullare.

di Elisabetta P.

da Femminismo a Sud