I Finti Imprenditori
Tra le tante conclusioni che si possono trarre dalle due serate Saviano-Fazio-Benigni, campioni di ascolti, ce n’è una che riporta alla questione del corpo delle donne usato dalla tv, facendo emergere ancora meglio quanto questo sia un modello industriale per incassi pubblicitari immediati, mai reinvestiti in qualità, ma in finanza e potere, e per giunta inutilmente distruttivo. Vieni via con me ha fatto così esplodere tutte le contraddizioni dei dogmi del berlusconismo come “liberale” , “liberista”, “libero mercato”, “competizione”, “concorrenza”, “impresa”, “industria”. In più di un’occasione, ci si è chiesti: “è mai possibile che in televisione solo se si umiliano esseri umani, meglio se donne, si possano fare ascolti?”. Implacabile la risposta: o così o si ferma il mercato, si abbassano gli ascolti, le industrie non investono.
Assolutamente complementare al ministro Tremonti che afferma che di cultura non si mangia, mostrando di non capirci niente, Berlusconi, all’alba del suo potere mediatico dichiarava : “Io con le mie tv vendo la vendita”. E nella vendita rientrano ovviamente gli esseri umani, soprattutto donne, nei dettagli sessualmente rilevanti che garantiscano un pubblico (elettore) sempre più regressivo cui si può dire tutto e il suo contrario, e tutto declinato al tempo presente della captazione dell’ attenzione. Ore di formazione per una coscienza italiana moralista, familista, repressa e amorale, in cerca poi di manganello che ripari lo sfascio da lei stessa voluto . A questo si aggiunge il disinvestimento culturale che attualmente ha raggiunto il minimo storico. Ultimo paese in Europa, l’Italia investe per la cultura e la tutela dei suoi beni solo 1,8 miliardi, di cui un miliardo viene impiegato per pagare stipendi ai dipendenti. Come dire: o corpi di donne, o idiozie, o niente alternative, che a maggior ragione diventano la sostituzione dell’informazione. Tuttavia, il “patto di credulità” tra subcultura televisiva e elettorato di destra continua a passare quasi inosservato a sinistra. Infatti ci si è ostinati a pensare che l’opinione si formi sulle zuffe che vanno da Porta a Porta a Ballarò passando per Santoro dove si alternano politici e giornalisti, sempre gli stessi, sempre più cristallizzati e simili a caratteri della Commedia dell’Arte.
Vieni via con me invece ha raccolto altri spettatori lasciati orfani dai palinsesti pubblici e commerciali, e obbligati a formarsi sulla miseria umana e simbolica del Grande Fratello. E’ da ricordare che gli spettatori di Vieni via con me sono consumatori e che quindi l’industria italiana nel suo immenso masochismo ha rinunciato da tempo a indirizzargli il messaggio pubblicitario. Questo per paura di rischiare e investire su altro che non siano corpi nudi di donne e contesti degradati. Inoltre, a dispetto di qualsiasi teorema liberale né Berlusconi né un solo imprenditore dell’area berlusconiana ha saputo inventare un anti- Santoro o un anti-Fazio che faccia gli stessi ascolti. O un comico feroce e universalmente conosciuto come Benigni. Non hanno prodotto niente. Non sono riusciti proprio, come conviene a ogni libero mercato, pur avendo cinque reti a disposizione e miliardi a palate. Non sono riusciti a far uscire dalle file di destra un solo giornalista attendibile che faccia informazione seria. Sono solo riusciti semmai a creare Saviano stesso, peraltro sempre più simile a un prodotto marketing, Endemol-Mondadori. Cioè Berlusconi guadagna miliardi da Saviano ma poi se ne dispiace. Il che è la faccia del capitalismo che da una parte compra il dissenso, purché faccia guadagnare, e dall’altra se ne lagna quando il dissenso fa, più o meno, il suo mestiere. Con punte tra il violento e il cialtrone proprio come ai tempi del fascismo, nella raccolta firme organizzata da Feltri su il Giornale, contro Saviano. Si raccolgono firme contro uno scrittore-showman perché, anziché parlare in tv di “come si conquista un uomo”, tra battute e vallette nude affermando come un guru che quello “piace al pubblico” , ha solo ripetuto ciò che è noto già e scritto nei verbali, ciò che Giulio Cavalli, attore che vive sotto scorta esattamente per questa ragione, racconta di continuo, e cioè che al Nord la mafia prospera allegramente grazie all’appoggio della politica. Perché si arrabbiano se è stata detta una cosa già nota? Perché è stata detta a nove milioni di persone. A conferma di quanto si vogliano tenere lontane dall’informazione queste persone è l’infantile reazione del ministro Maroni, veramente mal consigliato, che chiede il faccia a faccia in tv, lui che è sempre in televisione a dire quello che vuole e il suo contrario, lui con la sola produzione intellettuale leghista dei Borghezio e Salvini, vorrebbe precisare a un pubblico che non ha alcuna stima per lui, slogan già ripetuti all’inverosimile, e che non si vogliono, almeno per poche ore, più sentire. Vuole andare in tv a ripetere esattamente ciò che non lo rende credibile.
Di sicuro emergono due dati. Il primo è che questi grandi teorici delle imprese e del mercato non sanno fare impresa, se non in modo molto scorretto, non sono liberali affatto, e si lamentano se altri riescono in cose dalle quali loro stessi si escludono per inettitudine e poca stima di sé, il secondo conferma quanto il prodotto di bassa qualità, cioè il corpo delle donne degradato chiamato “libertà”, cui corrisponde la retorica della “libera scelta del voto”, sia il massimo della produzione culturale espressa dal berlusconismo. Conferma di quanto sia non solo un modello industriale nato per guadagno immediato, ma imposto per formare elettori e cancellare l’opinione, cui viene perennemente comunicato questo concetto profondo “ io non sono capace a fare altro, e nemmeno tu. Questo è il massimo che si può avere”.