In occasione dell’arrivo a Roma di quattro tra le più impegnate attiviste africane anti-MGF, Non c’è Pace Senza Giustizia organizza lunedì 27 settembre alle ore 11.00 presso la sede del Partito Radicale (via di Torre Argentina 76), una tavola rotonda dal titolo La messa al bando universale delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF): un obiettivo a portata di mano. Oltre ad Emma Bonino, Vicepresidente del Senato e fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia, ed Elisabetta Belloni, Direttore Generale della DG per la Cooperazione allo Sviluppo, interverranno:

Mariam Lamizana, Presidente del Comitato Inter-Africano contro le pratiche tradizionali (CIA)
Ndèye Soukèye Gueye, Direttrice del Dipartimento della Famiglia, Ministero della Famiglia, Senegal

Khady Koita, Fondatrice e Presidente dell’Associazione La Palabre, Senegal
Marie Rose Sawadogo, Segretaria del Comitato Nazionale di lotta contro la pratica dell’escissione, Burkina Faso”

Da lungo tempo Non c’è Pace Senza Giustizia è fortemente impegnata al fianco delle attiviste arabe e africane nella lotta alle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), una pratica tradizionale antichissima che colpisce 27 Paesi africani più lo Yemen, ma che di recente si è scoperto essere praticata anche in Arabia Saudita, nel Kurdistan iracheno e in alcuni Paesi asiatici, oltre che in Europa e nel Nord America per via dei flussi migratori che hanno avuto l’effetto di “importare” il fenomeno da noi.
In questi ultimi dieci anni l’impegno di tutte coloro che hanno fatto di questa battaglia l’occupazione principale della propria vita è stato in parte ripagato: 20 Paesi si sono dotati di una legislazione nazionale che proibisce e sanziona le MGF, l’Unione Africana ha preso una posizione forte di condanna della pratica attraverso il protocollo di Maputo, che bandisce le mutilazioni genitali come una patente violazione dei diritti umani, diversi governi sono concretamente impegnati nell’attuazione di piani d’azione nazionali che, in combinato disposto con la legge, prevedono campagne d’informazione e sensibilizzazione, specie in aree poco sviluppate dove la pratica è maggiormente diffusa.
Questi risultati sono stati possibili grazie in primo luogo alla determinazione di chi, nei vari Paesi e con ruoli e responsabilità diverse, non ha gettato la spugna nonostante le numerosissime difficoltà, ma grazie anche al lavoro di supporto di organizzazioni come Non c’è Pace Senza Giustizia e soprattutto al sostegno politico e finanziario di governi come quello italiano, che dal 2003 ad oggi, indipendentemente dal colore politico, non ha mai fatto mancare il proprio contributo.
Oggi siamo prossimi ad un risultato di grande successo. La messa al bando universale delle MGF con una Risoluzione ad hoc della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite è davvero un obiettivo possibile. E’ obiettivo che, per milioni di donne e bambine, può rappresentare una vera svolta in termini di tutela e garanzia dei diritti basilari che spettano a ciascuno in quanto persona.