Dicevamo in uno degli ultimi post prefestivi “chi le ha viste ?”, che pareva emergere un dato sin dall’inizio della querelle politica estiva: non si vedevano donne coinvolte nel dibattito. E così è stato: per tutta l’estate il confronto è stato infuocato, le candidature e le autocandidature per possibili primarie si sono susseguite, i pronostici hanno riempito le pagine dei quotidiani.

Non una donna.

Sapete che lo trovo quasi divertente. Se ci penso come donna, questo negare la nostra esistenza mi fa arrabbiare.

Se lo penso però come professionista, trovo la negazione dell’esistenza delle donne uno dei fatti più ottusi e meno lungimiranti a cui mi sia capitato di assstere nella mia vita di lavoro.

Non è più nemmeno questione di femminismo, è una struttrale incapacità di tenere conto della maggioranza della popolazione. Credo che a questo punto diventi anche noioso ripetere che siamo la maggioranza, che siamo quelle che decidono gli acquisti, che le donne anziane rappresentano il “welfare all’italiana” mantenendo ancora figli e nipoti con la pensione. Che è ormai provato che le aziende dove ci sono dirigenti donne reggono meglio la crisi economica, che siamo più brave a scuola ecc ecc ecc.

Come si dice “idda sa canta, e idda sa sona”, ce lo diciamo tra di noi insomma.

Anzi no, sbaglio. Scusate.

Non è vero che quest’estate non si è parlato di donne, ho detto una bugia.

La persona in effetti di cui si è più scritto è una donna, Elisabetta Tuliani, moglie del presidente della Camera. Un tiro al piccione contro di lei  degno di maschi maschilisti e puttanieri. Indipendentemente da come andranno le indagini, indipendentemente dalle nostre ideee politiche, indipendenetmente dal nostro giudizio morale su questa donna,  il massacro mediatico a cui abbiamo assistito è rappresenttivo di un Paese incivile. Come per l’ultima immagine del nostro documentario  dove si vede una donna appesa e marchiata sul deretano come una bestia, il problema non è chiederci se questa fosse consenziente. Il problema è che mostrando questa immagine rendiamo accttabile e possibile che un essere umano venga umiliato in tv. Così è accaduto che  da questa estate sia accettabile che fini critici d’arte rilascino interviste nelle quali denigrano la Tulliani,  una donna con cui in passato intrattenevano una relazione in qualità di “conoscitori di gnocca”.

Come gnocche in effetti di noi si è parlato, molto.

Intanto, fuori dai nostri sempre più ristretti confini, Liberation, uno dei maggiori quotidiani francesi, abbandonava la politica nazionale e per un giorno dedicava la prima pagina alla protesta contro la lapidazione di Sakineh, donna iraniana.

In USA il Presidente Obama sceglieva donne competenti per alcune massime cariche istituzionali. La premier australiana riempiva le pagine dei giornali stranieri.

Angela Merkel sceglieva un portavoce colto, preparato e, nonostante di professione faccia il giornalista tv, incredibilmente educato. En passant, la Germania della sovrappeso Merkel ha un tasso di disoccupazione decrescente. Sarà che essere gnocche non è direttamente proporzionale al saper fare i conti.

Una donna al Parlamento islandese ha proposto la libertà totale nella diffusione di informazioni, anche top secret, in rete. Legge approvata. La donna è giovane e fa parte di un movimento anarchico. Cio’ nonostante la sua proposta è piaciuta. Poche gabbie in Islanda, pochi stereotipi. Piace quello che pensi e proponi? Bene, al diavolo il girovita, come ti vesti, quanti anni hai e con chi te la fai.

Detto questo mi sono interrogata e mi sono chiesta, seriamente e andando indietro con la memoria, perchè sin da piccola dicevo sempre che volevo viaggiare e vivere all’estero, cosa che poi ho fatto.

Non perchè sono sagittario e il lontano mi attira.

Perchè volevo fortemente e imprescindibilmente essere libera. E apprezzata per quello che facevo.

Così è stato. Vi devo dire, e con dolore, che siamo un Paese realmente nemico delle donne, dove per noi è tutto più difficile.

I miei amici tedeschi hanno provato imbarazzo rivedendo le poche trasmissioni tv dove si parlava del nostro doc e dove c’era sempre qualche giornalista che diceva “ma a noi uomini italiani piacciono le belle fighe” per giustificare un maschilismo miserabile. All’estero è diverso, mi spiace dirlo ma è così.

Questa esperienza di un anno e mezzo portando in giro il corpo delle donne in tutta Italia e in tv mi ha fatto confrontare con una realtà che avevo negato, già dai mei vent’anni. Io in Inghilterra, in Germania, in Francia non ho fatto nemmeno il 10% della fatica che sto facendo ora per essere rispettata.

Allora.

O ce ne andiamo. Ma è un discorso elitario, mai come ora lo è.

O ci svegliamo e tiriamo su la testa.

Per me, ragazze, tirare su la testa non è la manifestazione, o almeno non per forza. Non dico che sia sbagliato scendere in piazza, anzi. Dico che non è il mio strumento. Però se organizzate voi io vi do una mano.

Per me è non mollare mai. Ed è faticosissimo, ma non ho altre soluzioni.

E’ controbattere sempre e comunque se non si viene rispettate. anche facendosi dare delle rompipalle. chissenefrega.

E’ protestere sempre. Pupa e il Secchione, pubblicita’, affissioni: non ci rispettano? si denunciano . E avete visto che funziona, protestare da degli esiti incredibilmente positivi.

Fare lobby con altre donne. Non tutte sono simpatiche, molte saranno  pure stronze e incapaci di unirsi tra donne senza il maschio approvante: fa niente, proviamoci. Non critichiamoci troppo tra noi, non ora, non in questa fase.

Nessuna pietà: Fabio Fazio sarà pure di sinistra ma nella sua trasmissione non invita mai donne? Non guardo la trasmissione, gli faccio scendere l’audience.

Santoro sarà pur bravo ma ha la velina di lusso? Leggo un libro e Annozero lo guarda sua zia.

Sgarbi sputtana la Tulliani in modo indecente? E io che pur lo apprezzo come critico d’arte non gli compro piu un libro.

Dai, su la testa.

Voglio essere una grandissima rompipalle.

Protesto.

E voglio un programma politico che coinvolga le donne, veramente. voglio che il PD tiri fuori le donne dalla naftalina, dove le ha nascoste?

Siamo state troppo buone, un sacco di promesse non  mantenute e noi che li abbiamo votati lo stesso! E’ pazzesco quanto siamo ottuse!

Sapete cosa fanno glia azionisti ai dirigenti che non attuano quello che avevano promesso? Li mandano a casa.

Obblighiamoli a inglobarci.

E se non lo fanno, non andiamo a gonfiare le fila di manifestazioni e di congressi che non ci prevedono. Disertiamoli.

Troppo bisogno di approvazione maschile, ancora. Questo è il nostro problema. Come bambine che non crescono.

Buon rientro a tutte e a tutti