Approvato il ddl sulle intercettazioni

Che dovremmo fare? Questo però non lo dice mai nessuno. Le persone che restano in silenzio sentono pesantemente il senso di impotenza. Non siamo tutti rivoluzionari e forse non lo dovremmo nemmeno essere. Non scriviamo tutti leggi o libri, siamo persone comuni, vorremmo solo vivere in pace ed essere sicuri che qualcuno ci protegge, ma in questo clima di sfiducia possono nascere solo frecciatine dietro le spalle o al massimo qualche statuetta o pomodoro in faccia, ma al di la di questo la nostra opprimente condizione ci convince sempre di più che non abbiamo libertà, che ce l’hanno tolta da parecchio tempo, che ci hanno fregati, gli uomini, le donne, il potere. Ci hanno mangiato in testa per rincorrere pezzi di carta creati dall’uomo. Non diciamo fesserie, non c’e’ amore, ne fiducia, ne protezione.Che possiamo fare?Non lo sa nessuno.

“latopasveglia” chiede che fare; e qualche giorno fa invocava realismo, obiettivi da perseguire (criticando a sua volta alcuni interventi a suo giudizio troppo legati alla “parola”) – Cominciare a mandare al diav… No, facciamo “a quel paese”, tutte le persone che ci sono vicine e non condividono i valori in cui crediamo? Che ve ne pare? Ma si tratta di farlo veramente. Esempio: la mamma e i figli votano per “pd” e il babbo per “sb”? mandate a quel paese il babbo fino a che non si sentirà un idiota. Marito di destra e moglie di sinistra. Ridicolo. Patetico. Peggio che in Amarcord di Fellini: famiglia comunista e cognato fascista che fa arrestare il marito di sua sorella, poi tutti a cena intorno allo stesso tavolo. Dura eh? Eppure ho sotto gli occhi una famiglia reale che sta proprio in queste condizioni. In questi casi c’è sempre qualcuno che poi paga per tutti. Il capro espiatorio su cui si riversano tutti i conflitti familiari. Conosco questa persona (una lei che da anni fa da capro per le stronzate del padre) ci sono anche legato affettivamente. Tagliare! Tagliare i rapporti. Isolare chi danneggia culturalmente e socialmente un piccolo gruppo di individui (famiglia) così come un intero paese. Oppure aria. Mandate a quel paese tutto il gruppo se questo si coalizza contro di voi. “Morte loro via mia”. Basta. Io mi sono rotto i coglioni (lo sa anche la mia amica). E al diavolo anche l’Unità. Con tutti i problemi che abbiamo questi non trovano di meglio da fare che attaccare Daniele Luttazzi. Ma che vadano a quel paese anche loro. Basta con i capri! Isolare i virus!

Almeno lasciassero lavorare i magistrati in pace! Neanche quello!
Ascoltate queste intercettazioni, che poi non ci saranno più!
http://www.leggo.it/video.php?idv=4265&id_news=66826

qualche giorno fa, Umberto Eco in un’intervista ha parlato di “struscio di stato”, colpo di stato strisciante. Ed è un po’ che ad ogni affondo (es. il “decreto interpretativo”) si leva qualche voce angosciata che chiede “Se non ora, quando?”. Ma ogni volta cade nel silenzio dei più.

@Lorella
vorrei avere le tue certezze :-/ qui siamo come un carciofo… una foglia alla volta … piano piano et hop! il carciofo non c’é più.
Quanti, nel novembre del ’18, avrebbero immaginato che solo 4 anni più tardi ci sarebbe stata la marcia sui Roma; allora come oggi l’ignavia di alcuni, l’interessato consenso di altri, la sottavalutazione di altri ancora, portarono all’irreparabile. Certo, sempre ci furono esigue minoranze che si opponevano ma restarono tali; anche la caduta del regime, non fu dovuta ad una riscoperta consapevolezza del valore della libertà (anche di stampa…) e della democrazia da parte degli italiani ma unicamente al disastro materiale della guerra.
Certo, la storia non si ripete mai esattamente, ma il tramonto di questo sistema – perché tutto ha un tramonto – dopo decenni di smantellamento delle conquiste sociali ottenute nel dopoguerra non porterà, temo, ad una rigenerazione del paese ma aprirà la strada ad un periodo torbido dalle conseguenze imprevedibili.

…sono andato un po’ fuori tema 🙂

@paola: ma e’ gia stato approvato? Io ho trovato questa petizione online (anche se comincio ad avere dubbi circa l’efficacia delle petizioni online) http://www.petizionionline.it/petizione/emendamento-1707/1427 Possiamo ancora fermarli???

Cosa dobbiamo fare? Io direi cosa POSSIAMO FARE.
Possiamo partire dal presente ché è l’unico tempo modificabile mentre lo si vive. Non stare zitti innanzitutto. E dire no o dire basta quando lo pensiamo. Quotidianamente.

Volevo segnalare a tutti questo articolo di Umberto Eco, che pur nell’analisi lucida di ciò che sta accadendo, suggerisce di non abbandonarsi alla disperazione….http://espresso.repubblica.it/dettaglio/noi-contro-la-legge/2127975
Un saluto a tutti e un particolare grazie a lorella zanardo per aver aperto un dibattito che ci consente, partendo dall’esperienza di noi donne italiane ancora svilite e mortificate da un maschilismo arrogante, anche di riflettere sulle anomalie gravi della democrazia italiana .

@Marco: si, ogni giorno è un giorno di resistenza perché ogni nostra parola, comportamento, acquisto è un gesto politico. è ora che ce ne rendiamo conto.

Con tutti i soldi che buttiamo quotidianamente sono sicura che qualche fondo x questo storico progetto lo troviamo. Membership subito! Io ci sono!

27… Non chiedetemi altri soldi che mi sono già svenato per le “pariodispare” 🙂 Potreste conflure là, o no?

Concordo con Giulia.
E poi, sono buoni quelli che stanno in silenzio? Dante non li ha ritenuti nemmeno degni di un posto all’inferno. Purtroppo con questa legge verrà, tra l’altro (il molto altro), data un’ulteriore scusa a chi non vuole esporsi, a chi in fondo pensa sempre che “gli altri” esagerano, che tanto non c’è niente da fare. Il colpo di grazia, insomma.

Venerdì sera sono andata a vedere l’ultimo film di Jane Campion, Bright Star (un film assolutamente da vedere, secondo me, pieno di poesia, immagini stupende, un amore bellissimo, desiderio palpabile e emozionante). La fine del film è a dir poco toccante, ho pianto, e non mi capita spesso al cinema. Per una volta, durante i titoli di coda, tanti/e sono rimasti seduti, perché la voce di Keats declamava i versi di “Ode a un usignolo”. Eppure c’era chi si è alzato e non contento/a è rimasto lì a chiacchierare mentre la maggioranza (per fortuna) ascoltava la poesia. Mi ha colpita che nessuno chiedesse di fare silenzio. Forse per non perdersi i versi. Ma chi aveva i chiacchieroni vicino non poteva sentirli in pace comunque, quel chiacchierare mancava prepotentemente e stupidamente di rispetto a chi voleva finire il film, che non era di fatto finito. A un certo punto non ho resistito e mi è esploso un potentissimo, furioso, “shhhhh”. Finalmente silenzio. Mi sono goduta molto gli ultimi versi. Ma perché, però, tolleriamo, tolleriamo, tolleriamo? Quasi si dovesse vergognare di qualcosa chi protesta giustamente, mentre dovrebbero essere quelli che ci tolgono i nostri diritti, dal più grande al più piccolo, a vergognarsi? Cosa ci fa essere un tale paese di ipocriti fifoni? Perché ci vergogniamo di reagire anche ai piccoli soprusi quotidiani?

Credo di avere pianto anche per la tristezza del confronto tra la poesia e l’amore così forti e ben evocati (e non posso non dirlo, la figura femminile di Fanny è grandissima) e la situazione così in contrasto di questo povero paese. In questo momento più che mai vivere in Italia mi rende triste. Potrei andarmene ancora una volta, ma preferisco restare, per ora, perché non è bello nemmeno essere lontani e vergognarsi del proprio paese, delle proprie radici. Lo so per esperienza, e credo di dovere ai miei figli il fare un tentativo. Non ho intenzione di restare a guardare e subire in silenzio.

@mafaldaviola
sono d’accordo! infatti volevo chiedere a tutti/e voi: non credete che anche manifestare via web sia una forma di “delega”? come spiega Lorella nel suo libro, ci sono dei programmi tv com striscia o “le iene” in cui si protesta contro qualche ingiustizia. ma questo tipo di protesta è una forma di delega, gli spettatori vedono un pupazzo protestare e si illudono che tutto vada bene, perchè il pupazzo protesta per loro. fare un click per dire “mi piace” e scrivere quante cose ci sono che non vanno bene, non è più o meno la stessa cosa?
certo, così è un pò meglio perchè le idee le elaboriamo noi da soli, non ci vengono servite. ma il web, basterà??!

in questa società, in questo sistema l’individuo non parla per paura, non c’é solo il silenzio per timore della mafia o della camorra, c’é il silenzio per paura di tutto e di tutti. Non protesti con i professori per timore delle ripercussioni sui figli, non protesti con il Sindaco per ripercussioni sulla tua attività, non protesti con il datore di lavoro per paura di essere licenziato, non protesti con la Finanza, con gli Ispettori del Lavoro, con i carabinieri, con la polizia municipale. Siamo un paese arreso che cammina con le mani alzate. Mi piace portare l’esempio dell’Euro. Se la perdita del potere di acquisto e il conseguente impoverimento in particolare dei pensionati, dei lavoratori dipendenti fosse avvenuto negli anni 60-70 sarebbe stata la guerra civile. Negli anni 2000 non una protesta. Che tristezza. I grandi come Martin Luther King avevano già visto tutto.

Lorella finchè non ho ti sentito raccontare del “teorema del 94” non ho capito perchè quando dicevo ciò che pensavo venivo vista come un calcio sotto il banco.
Ora ho capito:facevo come te (senza consapevolezza però) …aprivo i finestrini!

Dovremmo aprire bocca e dire NO quando le regole/leggi non sono rispettate, dobbiamo tornare a svolgere pienamente il ruolo di OPINIONE PUBBLICA!