NUOVI OCCHI PER LA TV a Firenze, questa sera 9 aprile

Ho assistito alla presentazione del seminario e l’ho trovato veramente stimolante.
Penso che studiare il messaggio televisivo nelle sue varie tecniche e modalità sia il primo passo per poterlo comprendere in maniera consapevole e critica.
Ne apprezzo particolamente l’approccio pragmatico, non ideologico.
La cosa che mi sorprende, soffermandomi un attimo, è di come mai questa attività di critica e analisi televisiva sia così poco diffusa e pubblicizzata.
Dagli studi sulla comunicazione si rileva che questa è fatta per il 55% dal corpo, per il 38% dal tono e solo per il 7% dalle parole.
E’ provato che la nostra mente ricorda più le immagini delle parole tanto che di ciò che ci viene detto ricordiamo soltanto il 10%
Al di là di queste percentuali, sulle quali si può anche discutere, è indubbio che il messaggio audio-videoi ha una capacità persuasiva molto più potente di qualsiasi altro mezzo di comunicazione, sia della radio che della carta stampata.
E questo rimanda alla domanda iniziale.
Senza gridare al complotto, si può tranquillamente affermare che la diffusa ignoranza sul mezzo televisivo ha avuto un risulato immediato: ha consentito a coloro che lo producevano di ottenere i migliori risultati.
In altre parole non svelare i “trucchi” ha permesso al “prestigiatore” di turno di meglio colpire l’immaginazione e la sensiblità degli spettatori.
Una possibile spiegazione è che probabilmente c’è stata una diffusa sottovalutazione della persuasività del messaggio audiio-video, probabilmente perché non se ne conosceva le potenzialità, ma anche questo è veramente incomprensibile visto l’uso che ne è stato fatto nei momenti più critici della storia recente, mi riferisco alla propaganda dei regimi totalitari e al fatto che il controllo delle televisioni è sempre stato fra le priorità dei colpi di stato…
Un altro motivo a favore del vostro lavoro è che il messaggio televisivo, come quello cinematografico, dovrebbe essere inserito nei programmi curriculari delle scuole così come avviene da tempo per la lettura del linguaggio pittorico.
Da tenere infine conto che immagini e parole infulenzano il nostro pensiero e il nostro pensare.
Il linguaggio, visivo o parlato, non è solo un strumento per comunicare ma è anche alla base del nostro pensiero, Possiamo pensare soltanto “usando” parole e immagini.
Citando poi Hilmann, ciò che immaginiamo di diventare ha notevole influenza su ciò che effettivamente saremo.