Il dibattitto posto mi fa sentire meno sola.Il documenterio è buono.Le parole usate a me dicono molto.Molte donne le trovino maraliste.Una mia cara amica ,molto colta, mi dice che chiamarsi fuori dalla ricerca della giovinezza fisica è oramai impossibile.Lei soffre molto per il tempo che le lascia segni sul corpo.Il lavoro da fare richiede molti strumenti di rieducazione e tempi almeno medi.Un atto simbolico di rottura però è necessario.Anche una giornata di mobilitazione,vecchio stile,se dà il segno dell’inizio di un lavoro, va bene.Il modello unico di corpo femminile è tra le cose piu’ violente per me.Ammazza l’Amore.Non prevede l’altro da se. E’ orribile.Sono contenta di questo dibattito.Buon lavoro.
Letto.
E se ci sarà da scendere in piazza, bè, spero di esserci. Non lo dico da femminista incallita ma da casalinga (se non ci sono i nidi…), madre di tre figlie.
Ritengo comunque ancora lontano il momento in cui le donne si uniranno di nuovo in massa per far sentire il loro peso. E’ vero, quando c’è la consapevolezza spesso non c’è il tempo. Oppure, proviamo a pensare ad uno “sciopero”: oggi non lavoro fuori dal posto di lavoro.
E via, case allo sfascio, anziani abbandonati e bambini urlanti di fame.
Noi non possiamo scioperare, siamo forza lavoro socialmente ed affettivamente utile, anzi indispensabile. Siamo ricattate dal senso di responsabilità.
Un sentito grazie a Lorella.
Ho letto oggi l’articolo sull’Unità e non posso che recuperare ed inviarvi un mio intervento sul blog legato all’editoriale dell’Unità di Concita De gregorio del 11/08/09 , editoriale venuto a seguito del scritto della Urbinati , che ha (per fortuna ) rimesso in moto la discussione sulle donne.
Ecco quello che avevo postato
Fabio Giacomazzi 12/08/2009 10:49
Dove sono le donne?
Ma dove sono sempre state, nel letto per soddisfare il maschio, in cucina ed in casa a fare le faccende domestiche, madri fattrici della prole, il cui accudimento ricade quasi totalmente su di loro.
Insomma fanno le “donne” o perlomeno quello che si è sempre inteso per con la parola donna.
Non ci facciamo fuorviare, che siano più belle a 50 anni mentre anni fa erano “vecchie”, che siano più curate, acculturate e forbite (alcune), che insomma formalmente siano diverse è una pura menzogna, nella sostanza sono le donne di sempre (con le dovute eccezioni che sono una piccola minoranza).
Perchè la vera domanda non è dove stanno le donne, ma dove stanno quelle persone, quelle cittadine.
La condizione di Donna non corrisponde per moltissimi esseri umani di sesso femminile (la maggioranza) alla condizione di persone e di cittadini, è un autocastrazione, si può discuutere del perchè sia così ma il fatto, la realtà, è che è così.
C’era stato un sussulto ai tempi della legge sull’aborto e della 194 ma poi qualcosa si è interrotto le donne hanno avuto paura di se stesse dell’ignoto e hanno iniziato a prendersi in giro con la bugia formale di prendersi il potere di cittadine e persone che gli spettava, ma con la sostanza di tornare a cedere il controllo all’uomo che ha continuato solo in forme diverse ad usarle e controllarle.
E’ da tempo che penso questo, ovviamente con le dovute eccezioni di quelle donne che sono coscienti di essere persone e cittadine e si prendono per quanto possono il loro potere personale, la loro autodeterminazione, penso quanto scritto fin ora dai tempi della discussione nelle aule parlamentari della legge 194 e poi del relativo referendum, non ho potuto per ovvie cose che rilevare che le donne non vogliono essere persone e cittadine altrimenti una legge come la “legge 40 sulla fecondazione assistita” che le tratta peggio di un contenitore di detersivo da buttare a fine uso, avrebbe dovuto spingerle in massa a fulminare, smaterializzare questa legge che non riguardava solo quelle che cercano di avere un figlio ma che riguarda tutte perchè i principi di questa legge dicono che la donna non vale un cazzo, non ha diritto ad un cazzo e non deve dire un cazzo (scusate), cioè che l’essere femminile è un oggetto da usare senza nessuna remora e diritto personale e di cittadino.
Io come uomo mi sono dato da fare perchè quella legge non ci fosse e perchè poi il referendum abrogativo la spazzasse via ma sono rimasto deluso e allibito dalle donne, sono rimasto deluso dal fatto incomprensibile che loro che sono più della meta della popolazione votante avrebbero dovuto spazzarla via, e questo non è successo nemmeno nelle tanto intelligenti, colte e “autodeterminate “donne” della sinistra perchè i numeri parlano chiaro.
Dunque quella è stata la cartina di tornasole di cosa le donne Italiane pensano di sè, che non sono persone, che non sono cittadine con diritti, ma oggetti e cose da usare e controllare e a volte scartare e buttare.
A voi donne la risposta, solo a voi spetta di fare il saltino, nessun altro può farlo al posto vostro.
Dove sono le Donne?
Bho, chiedetelo a “papi” che vi darà una risposta migliore della mia (purtroppo)
@ Fabio. Grazie dell’intervento perché è incazzato. Ne avevo bisogno, gli uomini troppo spesso stanno seduti in tribuna a guardare, a volte a pontificare, ma non sentono la loro vita coinvolta, come se vivessero altrove.
L’unica cosa che ti contesto è ” il saltino”, perché purtroppo è invece un gran bel salto.
Perché anni di rilassamento su questioni ritenute risolte, su diritti pensati come acquisiti, insieme a tutto quello che, ben nel documentario di Lorella è sintetizzato, e martellato per anni, hanno prodotto uno sbriciolamento delle coscienze, della capacità di confrontarsi su temi e bisogni che sono riusciti a far apparire via via come anacronistici, isterici, inopportuni.
Troppo fragili erano le basi su cui si poggiavano quelle conquiste, senza storia alle spalle, senza radici. Interrompere quel percorso è stato fatale e letale. Adesso siamo indietro, nuovamente agli albori, ognuna sola con la propria storia, i propri fardelli, le tinture per capelli e le creme rassodanti.
La misura di tutto questo ce la può dare anche il notevole ritardo con cui, perfino un contesto sensibile come dovrebbe essere la redazione dell’Unità, si è mossa.
Riproviamo. Ricominciamo. Anche da qui.
P.S. Non chiedo proprio niente a “papi”,da mai, piuttosto mi faccio ospitare in un eremo e medito per il resto dei miei giorni. Capisco la tua rabbia e la provocazione, ma te la rilancio 🙂