Guardare Avanti

Ho visto il video, sei veramente grande lorella!
Tempo fa ho visto il video “il corpo delle donne” e ne sono rimasta sgomenta,
anch’io ero dell’idea- basta spegnere la tv- ma mi sbagliavo…
le tue parole mi ritornano spesso
anche oggi in stazione, noi donne ci guardiamo l’un l’altra con occhi maschili e abbiamo paura…
seguo spessimo il tuo blog
mentre ti seguivo in questo tuo ultimo intervento mi ha incantata la tua fierezza,
il tuo essere magnificamente donna;
semplicemente, GRAZIE

parole semplici ed incisive, che accompagnate da immagini e riflessioni su come devono essere lette dovrebbero avere spazio in ogni scuola in ogni istituto dove si formano giovani uomini e giovani donne.
“Spegne la telvisione chi può”, é già tutto. E chi non può……resta abbandonato alla mercè dei più furbi, e più disonesti.

Condivido con tutte voi il magnifico video di Franca Rame http://tv.repubblica.it/dossier/caso-ruby-donne-dicono-basta/franca-rame/61527?video DAVVERO EFFICACE! “Un popolo che non ha dignita’ e’ un popolo privo di tutto, della conoscenza, dell’orgoglio, della solidarieta’, ed e’ giustamente degno di trovarsi governato da fantocci rimpolpati di vuoto”

grazie Lorella per le tue parole!
ci sarai anche il 13 febbraio a Milano per la manifestazione ”se non ora quando”?
donatella

Buongiorno, mi chiamo Alessandro, ho 45 anni, ho avuto la “fortuna” di prendere l’influenza tra venerdì e domenica scorsa. La fortuna è stata rimanere a casa e grazie a Repubblica Tv poter seguire con passione tutta la manifestazione di LeG.
Ho ascoltato immutolito il Suo intervento, ne sono rimasto così colpito che … mi sono commosso, pensando oltre a me anche ai miei figli, e alla prospettiva svilente che si prospetta loro e che bisogna assolutamente correggere. La sensazione provata, una volta finito il suo discorso, è stata quella di chiedere SCUSA alle donne, qualsiasi donna, mia moglie, mia madre, le mie colleghe, le commesse del market, le ragazze che sul marciapiede cercano di sopravvivere… purtroppo c’ è motivo di sentirsi in colpa, soprattutto in questo periodo, per il solo fatto di appartenere al genere maschile. Spero che le sue parole abbiano suscitato queste sensazioni in tanti altri uomini.
Le dico inoltre GRAZIE, per la sferzata contenuta nel suo discorso e nel documento filmato “Il corpo delle donne”, che non conoscevo, e che ci fa vergognare (noi uomini!). Tanti complimenti e buon lavoro.
La saluto cordialmente.
Alessandro

Il suo intervento è molto bello. Il suo messaggio ancor più: è possibile uscire da questa morsa umiliante e ritrovare energia, orgoglio e felicità nell’essere donne, ma non quelle donne che vogliono alcuni. Ha ragione a dire che non basta spegnere la tv e voltarsi dall’altra parte mentre il corpo collettivo delle donne viene umiliato, offeso e ridicolizzato. La ringrazio a nome di tutte le donne della mia famiglia!

Intervento molto efficace, nonostante l’esposizione sotto lettura… Il potere delle (buone) parole, per dirla alla Saviano, è chiamato a contrastare il potere delle (cattive) immagini.

Grazie Lorella, davvero.
Io appartengo a quei giovani che qualche anno fa erano alla disperata ricerca di un modello e che, non trovandolo hanno provveduto, tra gli altri, a quel gesto “fai da te”, che tu giustamente chiami elitario, di spegnere PER SEMPRE la televisione.
Il motivo è che mi sono sentita come facente parte di una mandria (apparentemente molto piccola) affamata di conoscenza, sapienza e saggezza in cui i bisogni spesso prendono il sopravvento sui doveri e sull’etica. E’ per questo che tutt’ora rientro egoisticamente nella cerchia di quegli elitari, ma inutilmente: il mondo intorno a me continua a girare secondo le leggi del mercato, secondo le leggi dei media e questo non contribuisce ad altro che a farci sentire soli e sole, guardate da tutti e tutte con occhi maschili, proprio come è programmato che sia.
Grazie anche a te e a tutti coloro che hanno pensato ed ideato la giornata del 13 febbraio, alla quale ovviamente non si deve mancare. Vorrei solo esprimere una punta di dispiacere: per quanto anch’io ritenga che siano necessarie le dimissioni del nostro premier mi spiace che sia infondo “merito” suo che scendiamo in piazza finalmente unite. Sento veramente forte e radicata in me da anni questa emergenza che quanto meno meriterebbe un giorno tutto suo di protesta.
Ma come giustamente sostieni: facciamo che sia solo un inizio!

Aiuto, non li reggo più quei video!!! Però mi piacerebbe rivedere il Drive In, per poterlo giudicare.

Grazie dei video (anche se ero riuscita già a vederli!!). Entusiasmo? Spegnamolo, ce ne sarebbe di che, se leggiamo lo splendido articolo di Lea Melandri (http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11917%3Adi-che-sdegno-stiamo-parlando&catid=193&Itemid=0) con la quale concordo su tutto, tranne che su due punti: 1) l’autrice, afferma “Finché lo sdegno non si estende a tutti gli aspetti del privilegio e della violenza maschile – da quella manifesta degli stupri e degli omicidi domestici, a quella che passa non vista nella disuguale responsabilità famigliare di uomini e donne, nelle discriminazioni sul lavoro -, dovrebbe venire il sospetto che delle donne ci si preoccupi quasi sempre solo quando servono”, ed io concordo, ma mi chiedo: quindi, che vogliamo fare? Restarcene a casa il 13 febbraio e lasciare che a manifestare siano quelle donne che questa piena consapevolezza non ce l’hanno? A me non sembra la scelta più utile, neanche utile, se non altro, a renderci visibili con le nostre diverse consapevolezze. E poi la stessa autrice aggiunge, concludendo: “Questa vicenda la dice lunga su quanto si sia immiserito il femminismo dal momento che si è attestato su piccole conquiste di emancipazione – leggi di parità o di tutela – anziché continuare nella ricerca di un’autonomia di pensiero, rispetto ai modelli interiorizzati, e arrivare ad imporre, in tutti i luoghi in cui le donne sono presenti, un’analisi del sessismo, delle sue molteplici implicazioni, economiche, politiche, culturali.” Ecco, io invece penso che in Italia sia accaduto proprio il contrario, e cioè è accaduto che le donne pensanti, le maestre di pensiero, e le loro discepole, hanno continuato a produrre una messe di elaborazioni teoriche autonome e originali in tutti i campi, che però non si è tradotta nell’imposizione, “nei luoghi in cui le donne sono presenti”, di un’analisi del sessismo che comportasse la presa di coscienza collettuva e la modifica delle sue implicazioni economiche, politiche e culturali. Anzi, le donne pensanti hanno rinunciato pure alle piccole conquiste di emancipazione, perché troppo misere rispetto alla prospettiva in cui avremmo dovuto porci. Mentre le nostre teste pensanti pensavano cose mirabili, e lo dico senza nessuna ironia, tutti gli spazi della comunicazione di massa erano occupati dalla rimonta del maschilismo più inaspettabile, marchio mediaset o P2 fate voi. Li abbiamo lasciati fare, abbiamo lasciato che si interrompessero tutti i canali di comunicazione con le altre donne, persino con le donne istruite e colte, e figuriamoci con il resto della società. Adesso, che una donna che dirige un giornale di un partito lancia un appello, che possiamo criticare per gli errori di prospettiva, per i contenuti passatistici e non a sufficenza consapevolmente femministi – come vi pare, lo penso anch’io – che facciamo, invece di aderire e portare i nostri contenuti e la nostra prospettiva, ci chiamiamo fuori? Ma, insomma, potevamo esserci nei trent’anni passati. In una lettera http://societausaegetta.blogspot.com/2011/02/se-non-ora-quando-lunione-donne-in.htmlinviata pochi giorni fa, per l’UDI, Pina Nuzzo, scrive: “Ogni volta… abbiamo dovuto prendere atto che la politica non sente quello che dicono le donne attraverso le associazioni femminili perché non riconosce la politicità del movimento organizzato delle donne.” siamo sicure che sia corretto dire che non siamo state ascoltate? non sarà invece che abbiamo sbagliato interlocutore? Negli anni in cui ero adolescente la comunicazione tra donne non passava attraverso i giornali dei partiti, né attraverso i partiti, eppure passava. E le donne, comunicando tra loro, erano poi in grado di costituire una forza di pressione tale da farsi ascoltare dal resto della società. O sbaglio? Ricordo male? O forse qualcosa l’hanno sbagliata, dopo, sul piano della comunicazione dei loro contenuti, anche le donne consapevoli? Adesso cogliamo l’occasione. Scusate lo sfogo, spero sia utile per una discussione.

finalmente posso rivedere il tuo intervento senza tagli!!!
Grazie Lorella.
Per tutto!
Sei davvero un’immensa fonte d’ispirazione

ieri per caso mi son trovata a leggere un articolo sul mensile valdinievolino ‘il giullare’ (anno 2 numero 16 mese gennaio/febbraio 2011) riguardante l’intervista fatta al sindaco roberta marchi in merito alla sua recente maternità e più in generale alla tutela delle donne lavoratrici e madri nel nostro paese.
riporto fedelmente lo stralcio dell’intervista che più mi ha colpito e da cui poi è nata l’idea (la necessità fisica e spirituale) di scrivere una lettera di risposta alla sig.ra marchi:
‘la gravidanza non è una malattia. anzi. capisco che per alcune donne possa essere l’occasione per attirare su se stesse l’attenzione di un partner poco presente o della famiglia, ma non può essere la scusa invalidante per le normali attività quotidiane. riflettimao sul fatto che l’astensione obbligatoria dal lavoro, ad esempio in inghilterra, è di 15 giorni, un mese in germania, 5 mesi da noi.’
queste le parole di una donna, laureata in giurisprudenza,sindaco e madre di tre figli.

in allegato vi invio la lettera,che vuole sostenere questa mia iniziativa che riguarda tutte noi donne è pregato di stampare la lettera firmarla e spedirla per posta al Comune di Pescia. grazie.
io, intanto, l’ho spedita per email alla redazione de il tirreno e della nazione.Gentilissima Dott.ssa Roberta Marchi,
in merito all’intervista da Lei rilasciata al mensile ‘il giullare’, pubblicata nel numero 16 di gennaio/febbraio 2011, ho sentito la necessità di risponderLe in merito alla questione della tutela della maternità nel nostro paese e in Europa. A differenza di quanto da Lei riferito nel suddetto articolo, il congedo di maternità nei paesi europei ha la seguente durata(cito solo alcuni paesi per non annoiarLa): in Spagna è di 16 settimane con salario al 100%; in Portogallo 12 settimane con salario al 100%; in Francia da 16 a 26 settimane con salario al 86%; in Irlanda 14 settimane con salario al 100%; in Italia 20 settimane, con salario al 80%.
Nel Regno Unito l’ultimo provvedimento del governo, che entrerà in vigore a partire dal prossimo mese di aprile, prevede di aumentare il congedo di maternità retribuito dagli attuali 6 mesi fino ad un anno e di permettere anche ai neo papà di astenersi dal lavoro per un massimo di 10 mesi.
In Italia prima del marzo 2000, l’astensione pre e post partum doveva essere fruita in 5 mesi, con inizio 2 mesi prima del parto e fine 3 mesi dopo. Dal marzo del 2000 è possibile scegliere tra 2 opzioni: 2 mesi prima del parto + 3 mesi dopo il parto, oppure 1 mese prima del parto + 4 mesi dopo il parto. In merito poi alle Sue affermazioni, francamente soggettive e pesanti nei confronti delle donne che scelgono di lavorare e contemporaneamente di essere madri, La invito a guardarsi intorno e a riflettere sulla effettiva tutela della maternità nel nostro paese.
In Italia, nella civilissima Toscana, in Valdinievole, ci sono donne lavoratrici e madri che non conoscono i loro diritti,
ci sono donne lavoratrici e madri costrette a fare 180 kilometri al giorno per raggiungere il proprio posto di lavoro,
ci sono donne lavoratrici e madri che senza una legge a tutela della maternità sarebbero costrette a lavorare in ambienti pericolosi per il proprio bambino/a,
ci sono donne lavoratrici che vogliono crescere i propri figli senza dover rinunciare alla propria realizzazione professionale,
ci sono donne giovani e laureate che, il primo giorno di lavoro, sono costrette a firmare la lettera di licenziamento impegnandosi a non diventare madri per l’intera durata del loro contratto,
ci sono donne lavoratrici e madri che non possono permettersi di pagare una tata, una domestica o un asilo nido privato,
ci sono donne lavoratrici e madri che non possono mandare i propri figli alla scuola dell’infanzia statale e gratuita per via di kilometriche liste d’attesa dovute ai tagli sulla spesa pubblica destinata alle scuole,
ci sono donne lavoratrici che hanno con sofferenza infinita scelto di abortire e che per questo hanno diritto ad essere rispettate e aiutate,
ci sono donne lavoratrici che hanno scelto di essere madri nonostante questo paese le scoraggi quotidianamente a compiere un tale passo,
ci sono donne lavoratrici e madri che non insegnano alle loro figlie a realizzarsi frequentando i festini di qualche vecchio satiro danaroso,
ci sono donne lavoratrici e madri che non faranno mai carriera solo per una questione di genere,
ci sono donne lavoratrici e madri costrette a scegliere tra una gravidanza e un contratto a progetto,
ci sono donne che nell’indifferenza generale lavorano dentro e fuori casa, che sono compagne, lavoratrici e madri,
ci sono donne lavoratrici e madri che in passato hanno lottato anche a costo della loro stessa vita perché noi donne di oggi potessimo veder rispettati alcuni essenziali diritti umani,
ci sono donne lavoratrici e madri costrette a subire umiliazioni quotidiane sul proprio posto di lavoro solo perché sono donne, lavoratrici e madri,
ci sono donne lavoratrici e madri che chiedono il part-time e in cambio ottengono ostilità e nella peggiore delle ipotesi mobbing, dai propri colleghi e colleghe di lavoro,
ci sono donne lavoratrici e madri costrette a fare due o tre lavori per mantenere la propria famiglia,
ci sono donne lavoratrici e madri a cui la società ha delegato in toto e senza alcun riconoscimento, l’assistenza dei familiari anziani e malati,
ci sono donne lavoratrici e madri che non hanno un partner o una famiglia accanto,
ci sono donne lavoratrici e madri che non sono ridotte a elemosinare le attenzioni del proprio partner o della propria famiglia,
ci sono donne lavoratrici per le quali la gravidanza diventa purtroppo un motivo invalidante per le normali attività quotidiane,
ci sono donne che vorrebbero solo avere il diritto di lavorare e di essere madri.
E ci sono paesi, Gentile Sindaco, che nonostante tutto continuano a considerare le donne lavoratrici e madri una ricchezza e una risorsa da tutelare e sostenere con ogni mezzo.

Dedicato alla prossima manifestazione per la difesa della donna.

Il corpo della donna; non è un oggetto!
La donna; è soggetto predominante; nella vita!
Per questo, gli ho dedicato:

La Donna è patrimonio della vita,
La vita stessa si fermerebbe senza di lei.
Ogni corpo vitale diverrebbe non organico.
Senza di lei, il mondo è vuoto.
Rosario Pisani

Nella casa del bordello, nel suo vero senso, non abita la donna!
In essa vi abita l’uomo; che con il suo degenerare, desidera il bordello; non sazio del già suo avere!
Lui! Non accetta che:

La DONNA! Dona la sua naturale FEMMINILITÀ nel SENSO del suo PIACERE.
Rosario Pisani

Nella vita; la donna; non è giudicabile per il suo dare; ma per quello che né riceve.
Io; gli ho dedicato:
La Donna del Falò!

Sono solo, cammino per strada con i miei pensieri. Perché?
Di cosa sono in cerca?
Nemmeno la luna mi fa compagnia,
Il freddo incomincia a entrarmi nelle ossa.

Nel mio lento vagare, incontro una donna.
Mi fermo per una sigaretta e scaldare un po’ le mani.
Accanto a lei il fuoco si spegne lentamente.
È allora che la donna, mi fa cenno di seguirla.

È l’inizio.
È un momento non programmato.
I nostri corpi, ormai spogli di cose e di pudori.
Sono distesi nel candido bianco di un lenzuolo.
Senza tabù.
Tutto è fatto con un automatismo sincronizzato.
Il nostro rapporto si consuma nella passione nel piacere di questa concessione.
Con lo spirito dei sentimenti d’amore e di sesso!

Io:
La chiamo signora.

Lei risponde:
.

.
Nel mio mestiere, poche volte sono concesse di scegliere il partner.
Ora Libera, io ti ho preferito!
Liberamente non prelevo soldi da te!

Io:
Più che mai ora, io ti chiamo signora.
Si! Signora.
Mia nobile signora!
Questa rosa è per te!
Signora.

Noi uomini ringraziamo la vostra esistenza.
Maestre occulte dello svezzamento, Sessuale come quella sociale.
Di chi, per la prima volta nella vita, ne cerca nella sua completezza: l’interpretazione!

Grazie ancora:
Egregia Nobile Signora!
Rosario Pisani
Lei; la donna, da:
Passione! Amore
Grazie; Rosario Pisani