Sono contenta che Sofri, Fini e Gramellini si siano decisi a tenere conto del 51% della popolazione. C’eravamo già da qualche milioni di anni, ma, come si dice, meglio tardi che mai.
Sono  contenta che economisti come Fassina o Ferrera si impegnino a studiare l’economia prodotta dalle donne per dimostrarci che valiamo. O Roger Abravanel che conferma che noi donne siamo uno dei 4 pilastri del futuro e viene invitato ovunque per dire quel che centinaia di donne ripetono da qualche decennio inascoltate.

Sono contenta. Meno contenta nel verificare che, se gli uomini arrivano a dire dopo migliaia di anni che le donne contano e non andrebbero tra l’altro ammazzate, vale di più.
Vale di più per il mondo dei media, tradizionalmente ipermaschilista, che danno ampio spazio a confermare ciò che questi autorevoli maschi affermano.
Tristemente vale di più anche per le donne che si sentono autorizzate a sostenere la causa femminile, autorevole di certo se lo confermano dei signori in pantaloni e non con la poco autorevole gonna.

Non vorrei smorzare gli entusiasmi ma da una situazione così, mi aspetto poco.

Come dicevo in un post di qualche giorno fa, serve coraggio e orgoglio di essere donne senza che ci autorizzino ad esserlo. Di donne insicure il futuro non saprà cosa farsene.
In assoluta amicizia con gli uomini. Ma di padri autorizzanti ne abbiamo gia avuti tanti.

Come sempre consiglio, sù la testa e sguardo lontano.  Milioni di ragazze e ragazzi hanno bisogno di donne condottiere che aprino la strada.