Ricevo da Giulia Rosoni, 26 anni, e pubblico. C’è molto da riflettere pensare discutere.
Vengo ora da un colloquio serale; un colloquio di lavoro per diventare animatrice per bambini. E’ un gruppo magnifico, vorrei farlo vedere alla nosta amata ministra. Rgazze di 20-22 anni, hanno tirato su un’associazione dal niente, e ne hanno fatto una professione; sono appassionate e intraprendenti. E’ il loro sogno, e l’ hanno realizzato da sole, con fatica e tenacia. E’ il loro sogno, non il mio. Io sono in una fascia di mezzo: troppo giovane per avere esperienza, troppo adulta per iniziative. Ma forse questa seconda cosa è solo un’alibi.
Non lo so. Una cosa la so di per certo però: ho 26 anni, una laurea ottenuta con entusiasmo, fatica e passione. Vivo sola, perchè a 26 anni non voglio più dipendere dai miei genitori. Genitori meravigliosi, volenterosi, grandi lavoratori, impegnati e energici, ridotti all’osso da un paese che se poco offre a me, quasi nulla ormai offre a loro. Ma mi appoggiano e mi aiutano e mi sostengono. 26 anni, una laurea, un lavoro nel sociale che mi porta a contatto con persone che si definiscono (e cito) “ingombranti ma invisibili”. Persone disabili.
400 euro al mese: cifra che non basta neanche per l’affitto. 260 euro: quello che riesco a racimolare con un lavoro da babysitter che occupa 10 ore della mia giornata.
Un tirocinio obbligatorio, GRATUITO, perchè sia mai che il lavoro di 5 anni di studio debba essere ricompensato.
600 euro dunque. …
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