Presa dai miei mille impegni quotidiani che spesso rendono la nostra vita “una stucchevole estranea”, solo ora appprendo che Wislawa Szymborska se n’è andata. Stavo scrivendo non è più tra noi, poi mi sono accorta della sciocchezza: le poete stanno per sempre con noi e tra noi, eterni i loro versi.

La Poesia salva la vita, per me è stato così e non sto esagerando. Wislawa, polacca meravigliosa Nobel per la Poesia, mi ha accompagnata negli ultimi 20anni. Leggetela, fatevi amica la poesia. Prendetevi oggi un librino e regalatevi la bellezza. C’è qualcuna o qualcuno  tra voi così felicemente fortunata da essersi sentita sussurrare almeno una volta nella vita:

Poteva accadere. Doveva accadere. È accaduto prima. Dopo. Più vicino. Più lontano. È accaduto non a te.

Ti sei salvato perché eri il primo. Ti sei salvato perché eri l’ultimo. Perché da solo. Perché la gente. Perché a sinistra. Perché a destra. Perché la pioggia. Perché un’ombra. Perché splendeva il sole.

Per fortuna là c’era un bosco. Per fortuna non c’erano alberi. Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno, un telaio, una curva, un millimetro, un secondo. Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio. In seguito a, poiché, eppure, malgrado. Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba, a un passo, a un pelo da una coincidenza.

Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacere. Ascolta come mi batte forte

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