Posts tagged "teatro"

Si Accendono le Stelle, significa che Qualcuno ne ha Bisogno

E certo, come abbiamo fatto a non ricordarcelo prima: se si accendono le stelle significa che qualcuno ne ha bisogno! Ce lo ricorda Guido da qualche sera dallo sferisterio di quel gioiello che è Santarcangelo di Romagna, dove Marco Martinelli del Teatro delle Albe compie il miracolo di far lavorare insieme tutte le sere 200 ragazzini/e provenienti da molte parti del mondo. Lavorano su Mistero Buffo di Majakovski, improvvisano, si divertono, corrono e Martinelli riesce a tessere la trama. Lui che tiene laboratori da anni, che a Scampia ha fatto miracoli, ha portato qui le sue meraviglie, bambini rom, bambine senegalesi, la troupe dei piccoli milanesi dove di milanese non c’è nessuno :-). Qui con i fondi di alcuni Istituzioni di buona volontà, in fondo pochi soldi, si cambiano le sorti di ragazzini/e spesso altrimenti con un futuro incerto davanti a loro. Brividi sul corpo, Marco ma a che miracolo ci fai assistere? Il Teatro è vita, la poesia è vita, Giorgia nostra,  quanta ragione hai ad issare le tue poesie come bandiere per noi,  talvolta naufraghe. Se non siete lontani da qui, ma anche se siete lontane,  io vi consiglio di venire qui domani , è l’ultimo giorno ed è una bella botta di vita vera.…

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Il Teatro è Vita

Video intervista ad Alessandro Riceci uno dei giovani attori che da un mese stanno occupando pacificamente e creativamente il Teatro Valle di Roma. Il teatro, la cultura devono essere considerati un investimento e non una spesa: questo è un punto di partenza fondamentale. Ripartire dal nostro patrimonio artistico, stimolare le ragazze e i ragazzi ad una ricerca artistica innovativa possono incidere positivamente sulla nostra economia. …

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Attentati alla vita di Lei

Se siete a Milano per questo ponte, andate a vedere i ragazzi e le ragazze del Carducci! Guardate cosa fanno con il loro corpo, un altro corpo rispetto a quello televisivo, sotto la guida della splendida Michela Cortelazzi, una donna regista e coreografa che da anni lavora sui corpi con risultati meravigliosi. venerdì 3 giugno ore 21 – sabato 4 giugno ore 21 auditorium Carducci – via berildo 9 milano ingresso libero

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28 maggio, Milano: Girls Girls Girls

Saremo al teatro PIM OFF di Milano, in Via Selvanesco 75, a vedere Girls Girls Girls, spettacolo teatrale di Giulia Abbate ispirato al nostro documentario. Vi aspettiamo!

28 Maggio, 21.00 Spazio PimOff, Milano Proiezione del documentario “Il Corpo delle Donne”di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi, Cesare Cantù. Seguirà alla proiezione un incontro con autrice.

Ingresso libero. Giulia Abbate: “Lo spettacolo  girls girls girls, la sua ricerca su contenuti e immagini, nasce dall’incontro con il documentario “il corpo delle donne”. Mi è sembrato importante condividere con il pubblico del Pimoff la visione del documentario, e permettere un confronto con l’autrice. Sono stata molto felice quando Lorella Zanardo ha accettato l’invito. Il corpo delle donne è una riflessione sull’immagine della donna nell’Italia contemporanea, attraverso i volti e i corpi femminili che vediamo ogni giorno nel nostro televisore. Quale è l’immaginario femminile proiettato oggi dalla televisione italiana? Quali sono i modelli femminili di riferimento? Quali verità comunicano? Quali autenticità? Negli anni ’60, Anna Magnani prima del ciak diceva al suo truccatore che stava per coprirle le rughe del volto: “Lasciamele tutte, non me ne togliere nemmeno una, ci ho messo una vita a farmele”. E oggi?”…

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Acido Solforico

“Venne il momento in cui la sofferenza non li sfamò più. Ne pretesero lo spettacolo.” Amélie Nothomb

Con Acido solforico, la Compagnia Macrò Maudit esplora il tema del potere della comunicazione televisiva innestandolo all’interno di uno dei più grandi abomini storici compiuti dall’Uomo contro l’Uomo. Dal celebre romanzo di Amélie Nothomb, una cruda trasposizione teatrale in cui emerge il sadismo ipocrita di un pubblico che deplora l’orrore ma non ne perde una puntata. Uno sconvolgente reality show creato per intrattenere un pubblico annoiato ed assuefatto.  Un set televisivo e un campo di sterminio in diretta 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Protagonisti uomini e donne qualsiasi, rastrellati per strada e destinati all’eliminazione. Il dolore è telegenico, lo show seguitissimo. Lo spettatore interagisce da casa e uccide con il televoto. La lotta quotidiana tra prigionieri e kapò, il campo di prigionia, le vessazioni e le morti ricordano da vicino la devastazione dei campi di sterminio, fin dal primo atto del processo di disumanizzazione cui le vittime dello show sono sottoposte: l’eliminazione del proprio nome, sostituito da un codice alfanumerico. La televisione tutto può, è un non-luogo in cui ogni cosa è possibile e credibile. Apparire nel suo schermo, per alcuni, rappresenta l’obiettivo di tutta una vita. Rappresenta la VITA. Un grembo da cui nascere, in alta definizione. Per molti altri, rappresenta invece il mondo cui gli spot li ha preparati a desiderare di appartenere. Al Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11, dal 12 al 29 maggio.

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Girls Girls Girls

Il 28 e 29 maggio, al PIM OFF di Milano, in Via Selvanesco 75, Girls Girls Girls, spettacolo teatrale di Giulia Abbate ispirato d al nostro documentario. Moltissimi artisti ci hanno contattato e stanno lavorando su opere teatrali, di danza, visive .

Descrizione:

“Il 60% del pubblico televisivo è composto da donne. L’offerta dell’immagine del corpo femminile in televisione è pornografica”. La manipolazione dell’immagine della donna, tramite la televisione e la pubblicità nella società contemporanea, rende la donna un oggetto che deve rispondere a funzione ornamentale: il corpo della donna è offerto come bene di consumo. Il progetto girls, si ispira al documentario di L. Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù “Il corpo delle donne”; girls analizza le immagini della televisione, ma ribalta l’oggetto della rappresentazione, creando un cortocircuito in un’immaginario contemporaneo prestabilito che manipola e rende lo spettatore schiavo davanti all’unidirezionalità dell’odierno linguaggio televisivo. Girls è un progetto mutevole, che si incontra con le esperienze delle persone che ne prendono parte, non è uno spettacolo precostruito, lascia spazio all’imprevisto, all’opinione dello spettatore. Gli attori che offriranno il loro corpo alla rappresentazione cambieranno ogni sera e si confronteranno con richieste improvvise a loro sconosciute, incarnado le marionette soggette a richieste spesso incomprensibili, come la televisione ci ha abituati a subire, ma anche la possibilità viva di una reazione e di una ribellione.

/ BIO compagnia

Container nasce a Milano nel 2006 dall’incontro tra Giulia Abbate e Fabio Cherstich, diplomati rispettivamente in drammaturgia e regia alla scuola …

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Fuori dalle gabbie

Prendo il metro per andare a teatro, con me i miei figli, intorno  parecchia gente, milanesi e non. D’un tratto musica da un altoparlante vicino a me… riconosco Il Triangolo di Renato Zero. C’ è un tipo con berretto e occhiali che a 2 metri da me canta. E’ bravo, sciolto, balla. Un intrattenitore. Rido, mi mette allegria. Lui  continua a cantare e invita: “tutti insieme!” “…Ma il triangolo io lo rifarei… lo rifareiiiii… lui chi è? Lui chièè!” non me lo lascio dire due volte e improvviso un duetto con questo tipo pazzo come un cavallo e simpaticissimo.  Intorno a me… mummie. Una signora mi guarda serissima, due ragazzi hanno gli occhi bassi, persino i miei figli mi chiedono perché canto. Tutti imbarazzatissimi, tutti rigidamente nella loro confort zone, quella zona che ci costruiamo intorno e entro la quale non rischiamo nulla. Il tipo scende, peccato, ho ancora voglia di ballare, capisco che è da un po’ che rinuncio al corpo e non va bene.

Entro all’Elfo Puccini a Milano e mi immergo ne L’Avaro allestito dal Teatro delle Albe di Marco Martinelli e quella gran donna di Ermanna Montanari: li seguo da sempre ma da quando mi hanno invitata a Ravenna a presentare il documentario, siamo amici. Ermanna lavora sulla voce da anni e l’emozione  che se ne ricava è fortissima e coinvolgente: un lavoro sul corpo di anni le permette di coinvolgerci in un’esperienza imperdibile. Esco dal teatro dopo averli abbracciati, dopo averli applauditi mentre Marco …

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