Tratto da cgil.it riprendiamo questo articolo che fa il punto sull’incontro di sabato 11 a Firenze:

Da Camusso a Lo Bello “Declino non irreversibile”.

Da paese industriale e del lavoro al fondo adesso della scala economica europea. Trent´anni di Italia, non da dimenticare, ma da cui capire come uscire indicando le responsabilità e facendo ognuno un mea culpa: perché «non esiste solo il fare ma anche il lasciar fare», dice l´economista Stefano Zamagni alludendo a «passioni tristi» che portano alla rassegnazione e all´«ormai». Quando invece «il declino – dice la segretaria nazionale Cgil Susanna Camusso – è innegabile ma non irreversibile». Le danno ragione economisti di fama come Zamagni, presidenti di Confindustria come Ivan Lo Bello, manager impegnate sulla differenza di genere come Lorella Zanardo, e il presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini, il padrone di casa ieri alla tavola rotonda organizzata da Unicoop e moderata dal giornalista di Repubblica, Curzio Maltese. Sotto accusa il recente falso modernismo e il sogno alla rovescia che ha indotto a credere nella finanza più che nel produrre, che ha glorificato la rendita e affossato il lavoro, che ha portato al 30% di disoccupazione giovanile ma anche femminile, gli interessi particolari, il nessun senso di comunità, la mancanza di un progetto, l´illusione liberista che è solo individualista. E la convinzione che cambiare si può. Con un modello economico e di vita diverso che recuperi, dice Lo Bello, «i valori del nostro passato e cancelli il paese fai da te», il paese «delle disuguaglianze e

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