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Prostitu(i)te Convegno milano

Prostitu(i)te Convegno milano

Avviso di convegno: mercoledì 9 maggio Auditorium Università Milano Bicocca  – Ed U12

 Prostitu(i)te.

Uomini, donne e le catene invisibili dello sfruttamento sessuale

Programma Presiede e coordina Patrizia Farina responsabile dell’Osservatorio Tratta e vittime di sfruttamento – Orim

9.00 Saluti di Carmen Leccardi, Direttrice scientifica di ABCD

9.15 Catene invisibili. Strumenti e dati per comprendere la prostituzione straniera e promuovere percorsi emancipativi” Presentazione della ricerca dell’Osservatorio regionale Tratta vittime di sfruttamento Livia Ortensi Osservatorio Tratta e vittime di sfruttamento – Orim Sabrina Ignazi Caritas Ambrosiana

10.15 – Sesso, denaro, potere, amore e libertà: le parole delle donne e degli uomini Stefano Ciccone – Associazione Maschile Plurale Lea Melandri – Libera Università delle donne di Milano

11.15 Operatori e operatrici si raccontano Tavola rotonda con Luca Rousseau, Chiara Benedetti e Marzia Gotti delle Associazioni Ala, Micaela, Lule e Melarancia Modera  Francesco Chiavarini – giornalista Ufficio stampa Caritas Ambrosiana

Light lunch a cura del Progetto Eurosia – Farsi Prossimo

Ore 14.30 Spettacolo teatrale “Stradaprovinciale40” regia di Cristina Belgioioso dal Progetto “Te Nero notte” a cura di Mara Heidempergher – Segnavia-Padri Somaschi Milano e Teatro Scuola Paolo Grassi.

È consigliata l’iscrizione: donne@caritasambrosiana.it

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Intervista a Pia Covre, Movimento per i diritti delle prostitute

Pubblico il punto di vista di Pia Covre, molto acuto. Come sapete benissimo io sono dalla parte di schedine, letterine, meteorine, veline, Noemi e Ruby. Come scrivo nella 4a di copertina del mio libro, io sento il dolore dell’umiliazione sulla mia pelle: io sono la donna a cui viene marchiato il sedere, io sono a 4 zampe sotto il tavolo. La battaglia è contro la televisione, contro chi sfrutta le donne.  Ho aderito alla poesia: “Sono una Puttana”. Come molte sanno, non sono donna da manifestazioni bensì donna del fare. A questa ho aderito perchè ritengo sia una protesta contro un sistema che ci utilizza come merce di scambio. La mia posizione è chiara. Quindi pubblico con vera adesione.

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Multe alle prostitute discinte… Ma in Tv è peggio

Quando presento ai dibattiti, molte ragazze faticano a capire una cosa semplicissima ma non evidente: il problema che stiamo affrontando qui non riguarda le ragazze della tv ma la tv stessa. Ripeto da due anni che se Raffaella Fico o Belen, ad esempio, vengono inquadrate da sotto con primi piani delle mutande, il problema è di Mediaset o Rai, non di Fico o Belen. Infatti certamente esistono in Gran Bretagna ragazze che vogliono guadagnare molto mettendosi in mutande, semplicemente la BBc non lo permette. Ci sono infatti delle REGOLE. Quando ancora vedo la platea che stenta a capire, anche perchè è più facile dare la colpa ad un individuo anzichè ad una istituzione, procedo con un’azione teatrale di forte impatto. Con tono serio chiedo alla Preside della Scuola o al Direttore della Libreria o al Consigliere della Regione che mi hanno invitato, se posso spogliarmi, perchè il mio intervento prevede che la seconda parte venga svolta in mutandine e reggiseno. Lo dico seriamente, ed essendo io una persona adulta e sufficientemente autorevole, tutti mi credono. Inizia allora una situazione di grande imbarazzo, nessuno mi vuole contraddire ma non vogliono nemmeno che io mi spogli. Chiedo perchè, incalzo un po’ nervosa chiedendo se sono dei bigotti, se vogliono limitare la mia libertà espressiva: la provocazione riesce sempre perchè sono molto credibile e a quel punto mi sto gia sbottonando l’abito, o slacciando i jeans. Si crea il panico. Il 100% delle volte c’è sempre una persona che ad un certo punto

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La solitudine degli uomini

Riceviamo e pubblichiamo:

La prima volta che andai con una prostituta fu anche l’ultima. Era il 1992, avevo 20 anni e non mi avevano mai interessato. Sentivo, anche da ragazzo con poca esperienza di vita e di sesso, che la cosa più eccitante nel rapporto fisico con una donna fosse conquistarne il desiderio, che questa con il corpo e anche con la mente mi volesse. Quella volta ero in giro con un amico ed altri ragazzi, che decisero di concludere la serata con un rapporto a pagamento. Non ne avevo alcuna voglia ma non riuscii a dire di no alla loro insistenza e ci andai anch’io. Ero teso e imbarazzato, pur cercando di non darlo a vedere. Avrei voluto aver fatto la corte a una delle tante ragazze che avevamo incrociato nei locali di quella sera. Invece andai in una camera fatiscente con quella giovane argentina, che nonostante i sorrisi era chiaramente lontana da ciò che avrebbe realmente desiderato dalla vita. La conseguenza fu che dopo un approccio non convinto ci mettemmo a parlare: niente di importante o profondo, solo quello che ci si dice quando ci si incontra per la prima volta. Se non ci andai a letto non fu per compassione, non mi facevo alcun problema per lei. Fu perché una cosa mi mancava in quella situazione: essere voluto.

E’ stata una esperienza di solitudine. Ho constatato che per molti uomini è invece proprio il fatto di pagare, e dunque dominare, la fonte di eccitazione. Avere, non essere

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