Posts tagged "musica"

Amy, Amore nostro Grande

Continua a leggere...

Un Altro Genere di Comunicazione

Interessante analisi di una canzone dei Moda.…

Continua a leggere...

MI AMI 2010

Ecco il programma del MIAMI FESTIVAL organizzato dai nostri amici di ROCK IT. Noi ci saremo: voi? Una di quelle occasioni in cui Milano sembra umana e libera.

Continua a leggere...

Con gli occhi aperti

Questa mattina mio figlio, che sta scoprendo la musica degli Anni ’70, fa partire a manetta questa canzone di De Gregori:

W l’Italia

W l’Italia è di trent’anni fa.

C’è un’Italia derubata nel testo del ’79, un’Italia del 12 dicembre.

E anche un’ Italia assassinata dai giornali e un Italia presa a tradimento.

E pure un’Italia dimenticata e un‘Italia che avremmo voglia di dimenticare e un’Italia che si dispera.

“Viva l’Italia, l’Italia liberata, l’Italia del valzer, l’Italia del caffè. L’Italia derubata e colpita al cuore, viva l’Italia, l’Italia che non muore. Viva l’Italia, presa a tradimento, l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento, l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare, l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare, l’Italia metà giardino e metà galera, viva l’Italia, l’Italia tutta intera. Viva l’Italia, l’Italia che lavora, l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora, l’Italia metà dovere e metà fortuna, viva l’Italia, l’Italia sulla luna. Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre, l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l’Italia, l’Italia che resiste.”

Vorrei chiamare De Gregori, subito. Dirgli che la canzone è ancora attuale, attualissima, che potrebbe averla scritta oggi…

Però.

Nella canzone c’è anche un’ Italia che non ha paura, un’Italia che è ancora tutta intera. Un’Italia che lavora e che, incredibilmente, si innamora.

C’è una Italia con le bandiere e un ‘Italia che tiene gli …

Continua a leggere...

Corpi vivi

Amy Winehouse

Dopo qualche settimana di riposo, di sole mare e vento sono ancor più convinta dell’importanza fondamentale di liberare l’energia dei nostri corpi.

Corpi liberati in grado di far scaturire cambiamenti, non i poveri corpi burattini televisivi.

Corpi dimenticati dalla politica e dagli intellettuali e quindi lasciati totalmente in balia di tristi personaggi dello spettacolo a cui abbiamo concesso il monopolio della rappresentazione del corpo, che è diventata quel povero avanspettacolo che conosciamo.

Riprendiamoci i corpi e l’energia che ne deriva. Con il corpo compiamo le azioni tra le più belle della nostra vita: balliamo (voi ballate?), facciamo l’amore, ci abbracciamo, corriamo, facciamo sport, ci accarezziamo, ci tocchiamo l’un l’altro. E noi donne è con il corpo che facciamo figli.

Corpo rivoluzionario: almeno una volta nella vita l’abbiamo provato? Quella sensazione di potenza, di pienezza che sale e che ci riempie e che vuole poi trovare uno sbocco fisico, che sia un gesto, uno scatto in avanti, un grido. O, quando siamo avanti nel percorso di vita, corpo che diventa un tramite verso una dimensione alta.

Ritorniamo alla nostra vita di tutti i giorni portando con noi i nostri corpi e la possibilità di ribellione in essi compressa.

“Fango” titolava ieri l’Unità e la scritta campeggiava sull’immagine dell’Italia immersa in una fanghiglia viscida, a simboleggiare quanto stiamo vivendo negli ultimi mesi e che verosimilmente continuerà nei prossimi.

Nel fango si può lentamente scomparire, se il nostro corpo non è allenato a resistere, a reagire.

Non facciamoci sommergere dal lerciume …

Continua a leggere...