Pillole dalla Catalogna

Oggi, mercoledì 28 marzo, leggo su La Vanguardia – il quotidiano più diffuso in Catalogna – l’intervista ad Augusto Cury, psichiatra brasiliano e scrittore/divulgatore popolarissimo nel suo Paese. La posizione in cui appare l’intervista è privilegiata: in IV di copertina, nella rubrica più seguita dell’intero giornale, “La contra”. Tutti i lettori de La Vanguardia gli avranno dedicato almeno un sguardo… E la considero una buona cosa.

E che racconta, dunque, Cury (che peraltro è uomo) alla Contra? Parla del suo ultimo libro: La dictadura de la belleza y la revolución de las mujeres (Zenith), in cui ritroviamo svariati concetti molto noti alle lettrici e ai lettori di questo Blog. In questo saggio Cury denuncia, infatti, l’esistenza di una “dittatura” a livello mondiale: la dittatura del canone di bellezza UNICO, del canone di bellezza “Barbie”, che corrisponde ad una donna con le misure e le fattezze di una bambola – una donna, pertanto, irreale – con cui, però, le donne in carne ed ossa si misurano… E cosa propone come antidoto a questa tirannide? Guarda caso proprio un’educazione alla libertà dell’individuo, all’affermazione di un proprio criterio personale, alla consolidazione di un amore e rispetto di sé fuori dagli stereotipi più cristallizzati. E se ci si ferma a riflettere, non si può che essere d’accordo: solo la libertà di ogni individuo, sommata a quella di altri, può sconfiggere l’autocrazia, il pensiero unico. Non esistono scorciatoie. È un cammino lungo ma inevitabile.

Secondo Cury, al giorno d’oggi, le donne di …

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