Il Presidente Napolitano ha risposto in questi giorni con una lettera di grande spessore, ad alcune domande che Giancarlo Bosetti, direttore di Reset, gli pose qualche mese fa. La domanda più importante delle quali, a me pare, è quella che indaga la ragione per cui l’epoca in cui viviamo abbia prodotto solamente dei pigmei della politica, nulla di paragonabile agli Einaudi, Roosevelt, Churchill che li hanno preceduti. Provo a dare il mio parere qui. Potete leggere il mio intervento anche su Reset e su IlFattoQuotidiano.

Gentile Direttore, Le scrivo in qualità di cittadina italiana, per molti anni dirigente in multinazionali e testimone diretta di quell’economia liberista che oggi appare in grave crisi. Le scrivo perché coinvolta dalle sue domande e dalla lettera del Presidente Napolitano per cui mi sento chiamata ad azzardare risposte. Terminai i miei studi laurea e master in Bocconi negli anni ’80: eravamo una quarantina tra uomini e alcune donne con profili eccellenti e molto richiesti dalle aziende: a nessuno di noi venne in mente di intraprendere una carriera politica, né ricordo che in quegli anni ’80, che videro l’adesione totale dei mercati all’economia liberista, circolasse l’idea che entrare in politica potesse essere una scelta giusta e etica. La politica appariva la scelta per i meno capaci, un luogo fuori dai giochi che contavano. Ricordo che mi stupii quando, anni dopo, mi venne offerto un incarico internazionale che mi condusse a vivere in Francia e lì scoprii l’ENA, Ecole Normal Administratif che sfornava …

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