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Il Corriere della Sera e l'incapacità di Ascoltare il Paese

Il Corriere della Sera e l’incapacità di Ascoltare il Paese

Con un ritardo di qualche anno, i giornalisti del Corriere pubblicano le pubblicità offensive verso le donne, che noi tutte sul web denunciamo da anni. E lo fa con un approccio sexy ammiccante, da side bar a destra delle homepage dei quotidiani, un po’ voyeur, un po’ trasgressive.

Che pena, con tutti e tutte  le giornaliste  giovani che fanno un lavoro interssantissimo online pagati due lire, e questi tronfi giornalsiti che vengono pagati per pubblicare roba vecchia senza averne capito il senso. Come suggerisce lo splendido Daniel Tarozzi direttore de www.ilcambiamento.it,  è sufficiente non leggere più la stampa mainstream, volgere lo sguardo altrove sui media innovativi, per percepire la realtà nella sua verità.…

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Gli Ipocriti, bleahhh

Dopo avere sparato miliardi di immagini di sesso di quasi bambine a tutte le ore sapendo che dall’altra parte ci sono ragazzine/i che guardano, i “grandi”, gli orridi ipocriti, si scandalizzano” ohoh!  i nostri figli/e fanno i maiali a scuola!” Riceviamo dalla nostra lettrice che ringraziamo: leggere questo post e darsi una mossa come proposito autunnale. Qui l’articolo del Corriere della Sera in questione.…

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La 27 Ora: contro le pubblicità offensive

Monica Ricci Sargentini ha pubblicato questo post su La 27 Ora, blog de Il Corriere della Sera fatto dalle donne. Si parla di protesta contro le pubblicità offensive e lo spunto è il dibattito tenuto al Corriere e in cui è intervenuta anche Lorella Zanardo.…

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15 marzo, Milano: La Tv delle donne l’hanno inventata gli uomini

Ore 20.30, proiezione e dibattito presso il Circolo del PD 15 Martiri, via Marcona 101. Alle 14.30 presso Il Corriere della Sera, proiezione del video e dibattito su Donne e Media. Con Lorella Zanardo, Marilisa D’Amico e Alessio Miceli. Riservato ai lavoratori de Il Corriere della Sera.

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Dignità, Onore e altro

Ho poco tempo, mi scuserete. Come vedete non ho commentato l’articolo del Corriere, non solo per non entare in polemica .

Mio padre, molto anziano, proprio di una vecchia generazione, legge per caso l’articolo e dice: “Una volta, per una maleducazione così ad una signora, io sarei intervenuto per difenderne la dignità. L’onore.” Indignez vous! si intitola l’opuscolo sulla necessità  di indignarsi che uno scrittore novantenne ha pubblicato da qualche settimana in Francia raggiungendo milioni di copie.

Chi difende la mia dignità? Non sto scherzando, vi pongo la domanda seriamente. Non ha nulla a che fare con l’avere idee diverse su un determinato tema (in verità Grasso non ha esposto alcuna idea). Grasso mi definisce :Popper de noantri. Il Corriere in teoria è letto dalla borghesia, milanese in particolare. Quella che dovrebbe essere attenta ai valori, buona educazione rispetto. Sono contenti i lettori del Corriere che Grasso mi definisca così?

Nel tempo ho imparato a difendermi da sola, con risolutezza, e a difendere la dignità di altre e anche altri. Trovai vergognoso quando Bindi venne insultata da Berlusconi senza che alcun uomo si alzasse a difenderne la dignità. Così come quando La Russa chiamò De Gregorio: “Concitina”. Il commento di mio padre mi ha fatto riflettere: siamo circondati da uomini miserabili, senza più onore ne rispetto , attenti solo ai loro istinti più bassi e al loro tornaconto.. Nulla giustifica la maleducazione dell’anziano giornalista nei miei confronti.

E’ grave, molto grave. E’ la dimostrazione di quanto penso da tempo: la …

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Le Monde e il Corriere della Sera

Tra ieri e oggi due dei principali quotidiani di Italia e Francia si sono occupati di noi: Le Monde trattando del nostro lavoro nelle scuole in un articolo di Philippe Ridet che parla del “movimento” delle donne italiane, lo trovate qui sotto; il Corriere della Sera attraverso questo articolo del suo opinionista televisivo Aldo Grasso. Giudicate voi.

Une minute de silence, suivie d’un cri. Un hurlement pour dire “Basta !”. Dimanche 13 février, de Turin à Palerme, des dizaines de milliers d’Italiennes libéreront ainsi leur colère contre SilvioBerlusconi. Basta !, ses call-girls qui s’offrent au sultan en échange d’un petit rôle à la télévision, d’une place éligible sur les listes électorales ou d’argent. Basta !, les orgies du bunga-bunga. Basta !, ce modèle de femmes jetables et interchangeables dans lequel elles refusent de se reconnaître. Leur mot d’ordre : “Maintenant ou jamais.” Plus de trente ans après les grandes batailles des féministes italiennes pour le divorce (1974) et l’avortement (1981), une nouvelle vague voit le jour. Le déclic ? Les affaires Noemi, puis Patrizia, puis Nadia et enfin Ruby : autant de jeunes femmes, parfois mineures, qui ont fréquenté les nuits d’Arcore (la résidence milanaise de M. Berlusconi), jetant une lumière crue sur une “putanocratie” où la promotion des femmes est une question de tour de poitrine plus que de mérite. Samedi 29 janvier, déjà, plusieurs centaines d’entre elles ont manifesté, une écharpe blanche autour du cou, derrière une banderole où l’on pouvait lire “L’Italie n’est pas un bordel”. Plusieurs

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