The World in 2012, magazine annuale dell’Economist con le previsioni per l’anno a venire, mette 3 nomi di donna tra i sei della copertina: la Presidenta del Brasile Dilma Rousseff, Aung San Suu Kyi attivista politica birmana e la giovane Sheryl Sandberg vicepresidente di Facebook. Siamo la metà del mondo, contiamo almeno per il 50% della sua forza e della sua  energia. Come ho già avuto modo di ripetere più e più volte, il CAMBIAMENTO è già avvenuto, siamo entrate/i in un’epoca in cui le donne avranno il peso che loro spetta. Saremo DUE, noi e gli uomini. Complementari. Questo a cui stiamo assistendo è il colpo di coda del patriarcato. Il colpo di coda di un maschilismo duro a morire, in un Paese dove alcuni uomini, non tutti, sono impauriti da questa rivoluzione. Lo capisco, è un cambiamento epocale. Basterà adeguarsi, stare in ascolto. E’ già avvenuto, accogliamolo.

Ma il Paese del 74esimo posto del gender gap, è anche quello delle sorprese, dell’inspiegabile, dei contrasti incredibili. E dunque è proprio qui che negli anni si è fatta strada il femminismo della differenza,  grande intuizione che nulla ha a che vedere con una parità che ci condurrebbe ad una penosa omologiazione. E’ anche il Paese dove, mentre si celebrava il rito increscioso delle donne di spettacolo al potere, contemporaneamente si diffondeva un movimento forte, capillare, eterogeneo, energico, inarrestabile di ragazze e donne sul WEB che davano vita ad una delle forme di ribellione più concrete e fruttuose che …

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