Gran parte del consenso che sta ottenendo IL CORPO DELLE DONNE è dovuto al filmato che lo conclude.

Poche tra le molte persone che hanno visto il video menzionano questa scena, ma senza questi pochi secondi che mostrano cio che dolorosamente abbiamo cercato di raccontare con immagini e parole per i 22 minuti precedenti, IL CORPO DELLE DONNE avrebbe avuto molto meno forza, avrebbe provocato molte meno lacrime, suscitato molti meno discussioni, disturbato molte meno coscienze.

Nell’inerzia della donna, nella sua resa alle mille mani maschili che frugano palpano cercano, come non riconoscere almeno una parte di noi?

Si parla molto di corpi di questi tempi.

Corpi di veline, corpi di grechine, corpi vuoti di senso, manichini aggiustati al gusto del momento o del capo di turno: oggi vai bene formosa, domani chissà…

Corpi ostentati con apparente smaliziata esperienza e che sono così evidentemente ignari di ogni vera coscienza di se’.

E’ una perdita enorme per le donne e per gli uomini questa assenza di verità nei corpi televisivi.

Pina Bausch ha lavorato tutta la vita sui corpi, corpi di donne specialmente, ma anche corpi di uomini.

Essendo una grande artista, riusciva a raccontare la vita attraverso i corpi dei suoi attori/ballerini, per cui assistere ad un suo spettacolo era come mettersi alla finestra per tre ore e guardare la vita, e che vita!, passare davanti ai propri occhi.

A Torino lo scorso dicembre, era tornata per portare un suo capolavoro: Kontakthof. Uno

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