Non è un Paese per Vecchie ci ha ricordato Loredana Lipperini nel suo libro scomodo e a mio avviso imprescindibile.
Questa Italia goliarda e ladrona è un Paese solo per pochi vecchi ricchi, le vecchie e i vecchi soli e poveri, quindi la maggior parte, restano sole e soli e in male arnese. Sarà che in questa Milano uggiosa e autunnale i ricordi emergono a tradimento e la mia amatissima nonna Bice mi appare all’improvviso, quasi ancora fosse viva, mentre con il treno passo proprio a pochi metri da casa sua, quella casa che la accolse nel ’24 arrivando da Parma, lei allora 14enne con il suo accento marcato che la rendeva graditissima a tutti, anche a 90 anni.
Mia nonna mi manca molto e mai ho dubitato del fatto che la sua presenza sia stata fondamentale per la mia crescita; mai sono stata contro le anziane, o gli anziani, come invece accade in quei commenti agghiaccianti che Lipperini riportanel suo libro. Ho o sempre visto nei vecchi un passato che mi affascinava e che mi apparteneva e che mi rendeva quello che ero. Sono certa che la coesione sociale parta da un dialogo intergenerazionale continuo, sono certa che c’è un sacco di sapere e di saggezza che attende di essere accolto dalle più giovani. Si può essere trasgressive e rivoluzionarie e al contempo rispettare con amore chi ha più anni di noi.
Essere ponti, appunto. Ponti tra generazioni, tra culture. Che bello sapere essere ponte!
Della Chiesa di questi …
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