Vi scrivo da piazza del Duomo. Condivido con voi alcuni cenni sulla vita e sul pensiero di Antonio Greppi – com’è attuale! – amatissimo sindaco della Milano del dopoguerra. Uomo colto e sensibile, grande amante delle arti e del teatro in particolare, fonte di ispirazione per il nostro nuovo sindaco Giuliano Pisapia.

Non risorgevano soltanto le case, gli ospedali, i teatri, ma anche gli spiriti. E Greppi aveva l’abitudine di dire che la ricostruzione della città era un fatto non meno psicologico che materiale. Greppi cerca di coinvolgere tutti i ceti sociali, ogni organizzazione pubblica o privata, ogni istituzione, sensibilizzandole al bene comune, alla ricostruzione della città. La sua prima preoccupazione è quella di bloccare ogni iniziativa di vendetta tra partigiani e fascisti. La sacralità della vita è per lui sempre presente; l’insegnamento del Vangelo, con le sue semplici parole “non uccidere”, rappresenta una verità scolpita nel cuore. E così, sempre coerente ai ‘suoi’ principi, nel primo proclama dal titolo “Non si deve uccidere” è chiaramente scritto: “voglio essere il sindaco responsabile di una città in cui ognuno abbia chiaro e inflessibile il senso della propria responsabilità”, poiché “[…] tanto più bella è una vittoria quanto meno s’invermiglia di sangue”. Finalmente, l’amore del Greppi per la sua città e la sua passione per il teatro possono trovare un punto di contatto: la Scala. Cuore della città, simbolo della sua cultura, nonché tempio della lirica italiana, il prestigioso teatro è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943. Per Greppi la

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