Versione Inglese

Da oggi è online la versione inglese de IL CORPO DELLE DONNE (SIDEBAR A DESTRA).

Ringraziamo di cuore Serena Povia, che vive in Inghilterra da anni, e che ha collaborato con grandissimo impegno alla traduzione.

VI PREGHIAMO DI DIFFONDERLO TRA I VOSTRI AMICI CHE VIVONO ALL’ESTERO GRAZIE.

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Donne, Media e Costituzione

Il Corpo delle Donne è un documentario che denuncia come gli stereotipi della bellona scema e della matura rifatta non possano essere gli unici proposti dalla televisione e, diciamolo, in particolare dalla tv pubblica.

Alcuni scrivono che le ragazze/donne umiliate e schernite nelle trasmissioni tv sono maggiorenni e scelgono di essere dove sono. Infatti non stiamo discutendo della libertà individuale.

Il tema è: possiamo da subito chiedere che la tv rappresenti l’universo femminile nella sua molteplicità: noi non siamo solo soubrette e “grechine”.

Vi riporto un brano di un’interessante ricerca del Censis del 2006, che spero gli ospiti de L’Infedele di Gad Lerner del 4 maggio, leggano; qualcuno di voi ricorderà che a più voci veniva ripetuto che la proposizione ossessiva del corpo femminile in tv è una realtà europea.

Non è vero. Ce lo dicono i numerosissimi lettori stranieri, esterefatti dalla visione del video e ce lo ribadisce questa ricerca:

“…Il ruolo dei media e della rappresentazione della donna nei media nel processo democratico di affermazione dei pari diritti è ampiamente identificato e riconosciuto da Onu, Ue, Consiglio d’Europa. …Quello che in molti Paesi europei ha prodotto un serissimo dibattito culturale e normativo, nel nostro paese, appare ancora come un “tema di frontiera” o, peggio ancora, un tema da suffragette nostalgiche di un femminismo ormai trapassato..

Stenta In Italia ad affermarsi il principio che una rappresentazione “plurale” delle donne, una rappresentazione non offensiva della loro dignità, non volgare e che non la riduca sempre e solo ad oggetto sessuale,

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La Terra Madre

E’ uscito da poco il nuovo film di Ermanno Olmi “Terra Madre” che racconta della terra, che è di noi tutti, madre.

Esce il 5 giugno “Home” cioè casa nel suo senso piu ampio, terra nostra madre appunto, del fotografo e regista Yann Arthus Bertrand.

Diceva Pratibha Patil, la Presidente donna indiana nel suo discorso di insediamento: “Le donne dovrebbero essere responsabili del futuro sostenibile della terra”.

E Vandhana Shiva, l’economista indiana che ha fermato la Coca Cola impedendole la privatizzazione delle ultime falde acquifere del Kerala, ci esorta ad occuparci della terra.

Mi costa molto occuparmi di tv. Vorrei occuparmi di ciò che conta, della Terra appunto, nel senso piu ampio.

Mi costa e ci costa molto dovere subire l’affronto, l’insulto di vedere i nostri corpi smembrati per pubblicizzare una borsa, le nostre belle facce gonfiate per attirare, pare, piu audience, i corpi di quasi bambine addobbate da lolite per eccitare uomini stanchi.

Mi costa e ci costa da mesi dovere restare sobrie, calme, educate quando ci danno delle bacchettone, quando ci chiedono se vogliamo tornare alla censura: uomini di malafede, lo sapete che non è di questo di cui stiamo parlando.

La posta in gioco è la nostra sopravvivenza, la sopravvivenza della nostra identità.

La tv non ci rappresenta. Punto.

L’audience non è la vita.

L’auditel può provocare disastri.

Vorrei occuparmi di vita, e cio che vedo in tv è spesso simile alla morte.

Devo, dobbiamo occuparci di tv per ridarci dignità, perché è

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Cattiva Maestra Televisione/2

E’ possibile condividere la nostra critica con chi guarda la tv e fornire loro gli strumenti necessari a una percezione corretta? Io credo che sia possibile provarci. Molti di voi hanno scritto evidenziando come la televisione si stia avviando verso una parità di “maltrattamento”: sempre più spesso infatti la proposta del maschile è volgare ed umiliante e, così come avviene per le donne, non rappresentativa di un maschile che possa educare ed essere preso a modello. Il brano che segue è tratto da Scherzi a parte edizione 2009, trasmissione in prima serata di Canale 5. Ve lo proponiamo, perchè si presta ad essere utilizzato per un percorso didattico . Vi chiederei di guardare prima il brano e poi di continuare la lettura. Scherzi a parte – Canale5 – 19/02/09

Anche qui, come nell’ultimo video esaminato, la prima cosa che notiamo è la presenza di due adulti maturi che discutono intorno al corpo di una ragazza molto giovane. Le figure solitamente “di riferimento” quindi gli adulti, utilizzano la ragazza come oggetto. I due uomini hanno entrambi quasi 50 anni.

Viene introdotto il tema dello sketch: sorprendentemente è l’Ecologia, tema serio che desta serie preoccupazioni. La ragazza introduce l’argomento e contemporaneamente si spoglia.
La telecamera si sofferma sull’espressione di un altro maschio adulto: proviamo a dare un nome alla sua espressione.

Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, la ragazza, nonostante la situazione, “regge” il copione: notiamo come riesca ad avere uno sguardo sempre ironico che
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Tempo

Perché non reagiamo? Chiedo a tutte noi donne alla fine del documentario. “Perché non abbiamo il tempo di farlo” mi risponde una lettrice del blog che vive all’estero, “schiacciate come siamo nell’impresa impossibile di conciliare tutto senza sentirci in colpa”. La mancanza cronica di tempo sta certo alla base dell’impossibilità di reazione di noi donne. Mi diceva una signora matura giorni fa: ” Sarete anche emancipate, ma lavorate il triplo di noi, dentro e fuori casa”. L’ennesima statistica che fotografa la condizione femminile a livello europeo lo conferma. Le donne italiane sono quelle che lavorano di più sommando il tempo dedicato al lavoro dentro e fuori casa. Il lavoro retribuito si somma al lavoro contraddistinto dalla gratuita’: la cura degli anziani, della casa, la crescita dei figli sono ancora in Italia di competenza delle donne. Poi c’è il tempo, pochissimo, che ci ritagliamo e dedichiamo ai nostri interessi: potremmo rinunciarci? Ma dopo, che vita sarebbe? Ci sono poi le relazioni affettive con la fatica che oggi spesso richiedono. Si aggiunge il bisogno di “comparire” di essere “bella” a tutte le età, secondo canoni mai stabiliti da noi. Abbiamo riempito le nostre vite di impegni, responsabilità. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto doveri su doveri. Perché all’estero le donne sembrano cavasela meglio di noi? Forse perché da noi la pressione sul” dovere essere belle” si somma al peso di una tradizione cattolica che ci imbriglia in un ruolo materno protettivo all’eccesso verso i nostri figli e spesso verso i nostri compagni. Un’amica

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Cattiva Maestra Televisione/1

Chi è in grado di criticare la televisione, non guarda più la televisione, o la guarda distrattamente. Lo sapevamo e lo si evince dalle mail che arrivano al blog. Spesso invece chi guarda tanta tv non ha i mezzi per interpretarne i messaggi. Molti psicologi dell’infanzia consigliano di non lasciare mai i bambini da soli davanti allo schermo, ma di seguire con loro la visione. Stessa cosa vale a mio avviso per i ragazzi e anche per tutti quelli che subiscono la tv e non hanno maturato un senso critico. Che fare? Continuare a raccontarci le cose tra di noi? E’ possibile condividere la nostra critica con chi guarda la tv e fornire loro gli strumenti necessari a una percezione corretta?

I brani tv che seguono sono tratti da Domenica In Salute, trasmissione della domenica pomeriggio di RAI 1. Ve li proponiamo, perchè si prestano ad essere utilizzati per un percorso didattico . Vi chiederei di guardare prima i due brani e poi di continuare la lettura. Domenica In Salute – Rai1 – 19 aprile 2009 – parte 1 Domenica In Salute – Rai1 – 19 aprile 2009 – parte 2 La prima cosa che notiamo è la presenza di due adulti maturi che discutono intorno alle modificazioni del corpo di una ragazza molto giovane. Le figure solitamente “di riferimento” quindi gli adulti, utilizzano la ragazza come oggetto. Si evidenzia l’attrattiva del prodotto in vendita proposto: una protesi mammaria. Notiamo il medico che mostra una protesi manipolandola,

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Le Monde e l’immagine delle donne nella TV italiana

Ieri Le Monde ha scritto de Il Corpo delle Donne Questo è il collegamento all’articolo. Di seguito la traduzione in italiano della parte che ci riguarda.

Presentato da qualche settimana, il documentario Il Corpo delle donne, visibile su Internet, dona un’immagine devastante –e diciamolo –vergognosa – delle donne e della televisione. Durante venti minuti di montaggio trafelato, vediamo solo cosce, mutandine e altrettanti seni trasmessi non a fine palinsesto, ma al mattino o al pomeriggio, nelle trasmissioni domenicali, nei quiz. Il colmo di una di queste trasmissioni è stato quello d’invitare una “velina” a fare una doccia tutta vestita in modo che i telespettatori vedessero le sue forme più da vicino. In un’altra, una giovane ragazza è costretta a sorridere e ondeggiare durante tutta la puntata in un cilindro di plexiglas che serve come piedistallo del tavolo del presentatore. Lorella Zanardo coautrice del documentario, si interroga denunciando “questa dittatura del corpo perfetto” : “ Abbiamo convertito tutta la nostra cultura all’estetica di un cabaret di spogliarelliste ?” Per la filosofa Michela Marzano , questa “eccezione italiana” riproduce il “vecchio modello di sottomissione della donna all’uomo” a testimonianza d’una volontà “d’espellere le donne dallo spazio pubblico, politico, intellettuale privandole della parola”. Autrice di “Le Fascisme : Un Encombrant Retour” (Larousse) e direttrice della collana PUF, denuncia “una doppia strumentalizzazione“: “fanno loro credere che l’accesso alla politica è aperto, ma le donne restano delle comprimarie.“ […] A seguito di un concorso televisivo che, ogni estate seleziona le più belle tra le candidate,

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