Interessante articolo di Naomi Wolf su Madonna e la sua onnipotenza. Antipatica? Forse. Come moltissimi uomini però.…
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Concorso Fotografico
¡Mosquíto! in collaborazione con Imago presenta il Concorso Fotografico
SOVRAESPOSTE – La rappresentazione dell’immagine femminile nei media.
http://mosquito.noblogs.org/files/2012/03/manifesto_concorso_sovraesposte.pdf
Su un cartellone pubblicitario, in televisione, nel cinema, sui giornali, sulle riviste, nella pornografia, sulle passerelle di moda, sulle pagine web, nelle vetrine dei negozi. Il corpo della donna è quotidianamente violentato, imposto, mercificato. Senza alcuna poesia, viene utilizzato, serializzato e reso un oggetto pronto per il consumo.
Quale è l’impatto sociale di questo bombardamento? Quali stereotipi vengono proposti, e come impattano sulle persone? Questi modelli vengono accettati o rifiutati? Da chi e con quali motivazioni?
¡Mosquíto!, in occasione del ciclo di conferenze “Che genere di corpi” che avrà luogo a Pisa nel mese di maggio 2012, lancia un concorso fotografico sul tema della mercificazione del corpo della donna. Nessuna giuria, solo l’espressione critica di un punto di vista attraverso la fotografia.
Le foto verranno esposte in una mostra fotografica nel luogo in cui si svolgeranno le conferenze. Per ragioni di spazio, alcune foto potrebbero non essere stampate. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a chiunque, con le uniche restrizioni indicate di seguito. Le fotografie verranno pubblicate anche in una galleria on-line.
– Il termine per inviare le foto è il 22 aprile 2012.
– Insieme alle foto deve essere indicato nome e cognome oppure nickname dell’autore (o degli autori). Se desiderato, può essere indicato l’eventuale gruppo fotografico di appartenenza.
– Se desiderato, può essere indicato il titolo della fotografia e una breve descrizione.
– Le …
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E adesso che Sofri, FIni e Gramellini ci trovano degne di nota
Sono contenta che Sofri, Fini e Gramellini si siano decisi a tenere conto del 51% della popolazione. C’eravamo già da qualche milioni di anni, ma, come si dice, meglio tardi che mai. Sono contenta che economisti come Fassina o Ferrera si impegnino a studiare l’economia prodotta dalle donne per dimostrarci che valiamo. O Roger Abravanel che conferma che noi donne siamo uno dei 4 pilastri del futuro e viene invitato ovunque per dire quel che centinaia di donne ripetono da qualche decennio inascoltate.
Sono contenta. Meno contenta nel verificare che, se gli uomini arrivano a dire dopo migliaia di anni che le donne contano e non andrebbero tra l’altro ammazzate, vale di più. Vale di più per il mondo dei media, tradizionalmente ipermaschilista, che danno ampio spazio a confermare ciò che questi autorevoli maschi affermano. Tristemente vale di più anche per le donne che si sentono autorizzate a sostenere la causa femminile, autorevole di certo se lo confermano dei signori in pantaloni e non con la poco autorevole gonna.
Non vorrei smorzare gli entusiasmi ma da una situazione così, mi aspetto poco.
Come dicevo in un post di qualche giorno fa, serve coraggio e orgoglio di essere donne senza che ci autorizzino ad esserlo. Di donne insicure il futuro non saprà cosa farsene. In assoluta amicizia con gli uomini. Ma di padri autorizzanti ne abbiamo gia avuti tanti.
Come sempre consiglio, sù la testa e sguardo lontano. Milioni di ragazze e ragazzi hanno bisogno di donne condottiere che aprino la …
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TANIA al fianco del CHE in Bolivia
E’ sabato, possiamo rilassarci. E allora confidiamoci: quante di voi sognavano una vita come Tania? Quante la sognano ancora? Io ho sognato da bambina una vita così, di lotta per un obbiettivo alto e socialmente utile. E il Che, mitizzato finché si vuole… E allora leggiamo la storia di Tania:
È l’avvincente storia di Haydée Tamara Bunke, conosciuta come Tania la guerrigliera, una donna singolare, nata in Argentina nel 1937 da genitori comunisti tedeschi, che ha combattuto fino alla morte al fianco di Ernesto Che Guevara in Bolivia. Ulises Estrada Tania, al fianco del Che in Bolivia Edizioni Clandestine
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ANDIAMO AL CINEMA! 17 RAGAZZE
Inizia oggi una nuova rubrica: ANDIAMO AL CINEMA! Recensirà film e documentari che raccontano le donne e le ragazze. Responsabile sarà Chiara Mattucci responsabile di un interessante cineforum in viale Monza a Milano e che ha presentato con grande successo il nostro documentario al suo circolo l’anno scorso. Troverete la locandina del film in oggetto, una scheda, e l’opinione di Chiara. Benvenuta alla nostra critica cinematografica!
17 ragazze
Titolo Originale: 17 Filles Regia: Delphine e Muriel Coulin Sceneggiatura: Delphine e Muriel Coulin Cast: Louise Grinberg, Juliette Darche, Roxane Duran, Esther Garrel, Yara Pilartz, Solène Rigot Origine: Francia Anno: 2011 Durata: 90′ Uscita al Cinema: 23/03/2012 Riconoscimenti: presentato alla Semaine de La Critique al 64˚ Festival di Cannes. Premio Speciale della Giuria al 29˚ Torino Film Festival
Trama Diciassette ragazze decidono di restare incinte contemporaneamente per vivere la maternità assieme, e ribellarsi così a un destino già segnato, fatto di adulti incapaci di ascoltare ed estrema solitudine…
Da sapere La storia è accaduta realmente in Massachusets nel 2008. Nel film è stata trasposta alla cittadina francese di Lorient, vicino all’Atlantico, meglio conosciuta dalle registe. Le due autrice sono sorelle, e questo è il loro primo lungometraggio. Avevano già lavorato assieme a diversi cortometraggi.
Perchè vederlo? Perchè la rivoluzione delle ragazze parte dall’appropriazione del proprio destino passando attraverso quella del proprio corpo: è qui che s’incarna la ribellione e il sogno delle protagoniste. Perchè è girato benissimo, senza mai l’ombra di un giudizio o rimprovero, immergendosi nel pieno della forza vitale e …
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G.Codrignani risponde a Muraro sul tema Forza
Il limite, la violenza Giancarla Codrignani
Le ragioni “fisiche e metafisiche” della forza sono facilmente contestabili perché, se è vero che fin dai presocratici sappiamo di non poter prescindere dal conflitto, nel terzo millennio nessuno può teorizzare la guerra come soluzione. Per giunta la sapienza delle donne. che conoscono la violenza delle strutture di potere ma – anche e soprattutto – la violenza dei padroni del corpo femminile, insegna non solo l’indegnità, ma l’inutilità della forza. So bene che non a questo tu fai riferimento, anche se forse non pensi che a muoverti sia la paura. Perché io, per esempio, ho paura.
Io, però, non ho mai pensato al progresso come a un ideale: secondo la storia umana dall’antenato africano – ma anche da Romolo Augustolo – a noi c’è stata una tensione evolutiva che ci induce (anche se non tutti e in tutti i paesi) a vivere perfino meglio e più a lungo .Non c’è garanzia di continuità neppure del sole o della specie umana. Però credo in un senso, il postulato di cui ho bisogno e che posso anche includere nella categoria del divino.
Neppure ho mai pensato che le ideologie fossero per sempre: la sinistra contiene tanti nomi storici che credo di continuare a pensare perfino con affetto, ma la prima incrinatura è avvenuta proprio sulla forza identitaria e, poi, nazionalista, …
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