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Il Colpo di Coda del Patriarcato che Coinvolge le Donne

Il Colpo di Coda del Patriarcato che Coinvolge le Donne

Il 28 ottobre comincia il Feminist Blog Camp a Torino, qui il programma. Io parlerò sabato raccontando l’esperienza del Corpo delle Donne in Italia, all’estero e soprattutto nelle scuole. Cesare Cantù farà un workshop di montaggio video.

Sono curiosa, non ho aspettative di alcun tipo, molta voglia di capire e conoscere. Mi intrigano i rapporti intergenerazionali credo che una  futura possibile coesione sociale partirà proprio da l’incontro di diverse generazioni. Mi coinvolge assai esplorare territori nuovi, e a Torino ce ne saranno molti. Ho voglia di conoscere da vicino le donne di femminismoasud, frequentare workshop così” poco italiani”, le musiciste che suoneranno la notte. Ci saranno anche le nostre corrispondenti Livia da Berlino e Giulia da Parigi e molte altre ragazze/donne dall’estero: non male un po’ di aria internazionale.  Vedremo. Ne ho in giro qua e là di donne con cui mi relaziono volentieri. Ma sono sconcertata e mi interrogo sul perchè stenti a nascere una rete di relazioni virtuose tra donne, non un movimento, bensì una rete invisibile, sotterranea che unisca i nostri personalissimi tentativi e progetti di miglioramento. Qualche giorno fa si è tenuto il Congresso UDI che, mi raccontano, ha avuto risvolti dolorosi e cattivi fino alle dimissioni, spero non definitive, della Presidente Pina Nuzzo.

Leggo sul blog donnepensanti di un’ennesima difficoltà di relazione tra le giovani blogger e il movimento senonoraquando che sembra avere grande difficoltà a compiere un gesto semplicissimo e foriero di possibili grandi e positive conseguenze: dire GRAZIE. GRAZIE a tutte …

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RAI: WOMEN EMPOWERMENT!

Ricevo ora la notizia che vi passo immediatamente e che ci fa contente: vi ricordate il nostro incontro in Commissione di Vigilanza? Allora l’unico nostro sostenitore oltre al Presidente Zavoli, fu Vincenzo Vita.

Ecco cosa ricevo  proprio ora:

RAI: VIGILANZA, NEL TESTO SUL PLURALISMO ENTRA IL ‘WOMEN EMPOWERMENT’ = APPROVATI ARTICOLI 17 E 19 SU RESPONSABILITA’ DEI CONDUTTORI E DIVIETO DI TALK PER GIORNALISTI IN POLITICA

Entra il women empowerment nel testo dell’atto di indirizzo sul pluralismo nell’informazione e nei programmi di approfondimento della Rai all’esame della commissione di Vigilanza. Un emendamento di Vincenzo Vita del Pd ha ottenuto infatti parere favorevole dal relatore Alessio Butti del Pdl a patto che diventasse integrativo dell’articolo 17 e non sostitutivo, ed e’ poi stato approvato dalla commissione.

L’emendamento recita: “la Rai si impegni a promuovere l’acquisizione di poteri e di responsabilita’ da parte delle donne (empowerment) con azioni antidiscriminatorie mirate, per il reale accesso delle donne alle posizioni dirigenziali nel sistema radiotelevisivo pubblico, al fine di favorire la presenza femminile nelle posizioni apicali delle testate giornalistiche televisive pubbliche, e, piu’ in generale, del sistema radiotelevisivo pubblico, in modo da incidere sulle scelte editoriali e di palinsesto e quindi sull’immagine complessiva delle donne offerta dalla tv pubblica”. Emendamento

Al punto 17, sopprimere il primo periodo

Sostituire il punto 17 con il seguente: “La Rai s’impegni a promuovere l’acquisizione di poteri e di responsabilità da parte delle donne (empowerment) con azioni antidiscriminatorie mirate, per il reale accesso delle donne alle posizioni …

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Gabbie, ancora gabbie!

Gabbie, ancora gabbie!

NEI COMMENTI A QUESTO POST SI STA SVILUPPANDO UNA DISCUSSIONE IMPORTANTE, INNESCATA DA RENATA E PAOLA M.  LEGGETE E, SE POTETE, CONTRIBUITE.

Funziona anche al contrario: se è sufficiente scrivere di avere 18 anni e essere Miss Universo perchè il mondo ci creda, allo stesso modo basta anche solo dire che ci piace, chessò, la camicia a righe di Fini per essere etichettati di destra; o dichiarare che la Carfagna indossava un bel tailleur, per passare come una sua supporter. Constato da tre anni che siamo ingabbiate/i: lo dicevo bene in un post tempo fa che mai come ora mi pare valido.

http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=805

Dopo il mio intervento a In Onda sono arrivati tanti commenti, molti a favore come questi: “Volevo solo ringraziarti per il tuo intervento a In Onda: spiccavi davvero per equilibrio ed onestà intellettuale, si vedeva che a te non sta a cuore la polemica ma quello per cui lavori ogni giorno. Eri decisamente l’unico motivo per cui valeva la pena guardarla. Un’altra cosa che mi ha colpito era il contrasto tra il tuo volto, che trasmette sentimenti, e quello dell’On. Santanchè, una maschera fissa siliconata.”

“Grande prova Lorella ieri sera. Mi sono sentita molto orgogliosa di essere una delle vostre braccia… mi dispiace per la Santanchè che ha perso un’altra occasione per dimostare di non essere totalmente rincoglionita e per i due giornalisti padroni di casa un pò maleducati!”

Poi ne sono arrivati pochi  così: Sono un’estimatrice del suo libro, ma se uno va in

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Fuori dalle Gabbie: Giovanna Cosenza ci da una mano

Il 25 settembre ho partecipato ad una trasmissione tv: In Onda su La7. Solitamente come sapete rifiuto gli inviti televisvi, non per spocchia bensì per impossibilità a divulgare, mio principale obbiettivo che, quando non mi imbrigliano, mi riesce anche bene. Qui potete rivedere la puntata.

E questa è l’analisi di Giovanna Cosenza a cui ho chiesto la cortesia di visionare il programma per noi, rilevando punti di forza e punti di debolezza: “La posizione in cui Lorella Zanardo si trova a «In onda» non è facile. Il fatto che sia messa in contraddittorio con Daniela Santanché dà per scontata una polarizzazione politica che non avrebbe ragione di essere: metterle Santanché contro implica infatti che la questione femminile possa essere quanto meno contestata da destra. O meglio: nessuno di fatto dice apertamente che la questione femminile sia di pertinenza esclusiva della sinistra (Telese esordisce con «dottoressa Zanardo, lei non è una moralista di sinistra»). Ma il contesto allude a questa contrapposizione, la dà per scontata. Dal mio punto di vista, dunque, Zanardo fa benissimo a non entrare mai in contrasto con Santanché. Dico di più: non ha altra scelta, pena il rischio di incanalare il dibattito in una direzione stereotipata e banalizzante. Bisognerebbe infatti che in Italia si smettesse di considerare la difesa dei diritti delle donne come qualcosa che spetta solo alla sinistra: i problemi delle donne riguardano tutti, non solo una parte politica.

La trasmissione è inoltre costruita per appiattire la questione su un’altra polarizzazione: l’antiberlusconismo. In questa

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Alice ed io

Alice ed io

Molti anni prima de Il Corpo delle Donne, più di cento anni fa, Alice Hallgarten maritata Franchetti, innalzava il livello di consapevolezza di moltissime giovani contadine umbre della zona di Città di Castello, migliorandone la vita e le possibilità future.

Questa è la storia che ieri mi ha completamente rapita. Dopo l’incontro con le scuole, ho visitato il museo della Tela Umbra: un luogo incredibile, un grande laboratorio di tessitura dove Alice Hallgarten avviava giovani contadine analfabete ad un mestiere, permettendo loro di portare i loro piccolini, e infatti piccole culle di legno sono rimaste a memoria. Quasi tute ragazze madri, la giovane Alice di origine tedesca e di idee aperte e moderne oltre a dar loro la possibilità di una vita vera – a quell’epoca le ragazze madri morivano spesso di stenti – aveva organizzato anche una scuola all’interno del laboratorio, con cartine, mappe, attrezzi scientifici. Il disegno che vedete era appeso ad una parete: pensate ad inzio 900, cent’ani fa, Alice faceva ragionare le giovani tessitrici sui danni del corsetto mettendo a confronto uno scheletro femminile che normalmente indossava un corsetto ad un altro invece che era cresciuto libero. Il disegno reca scritte tedesche: Alice importava saggezza dal suo paese di nascita e rendeva le giovani di Citta di Castello consapevoli. In quegli anni strinse anche amicizia con Maria Montessori. Morì giovane di tisi e lasciò tutto alle sue ragazze. I telai, meravigliosi, sono ancora funzionanti e ci lavorano donne di eccezionale manualità e arte, che ho …

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Mi Chiamo Lorella, ho 18 anni, taglia 38 e sono Miss Universo

Mi Chiamo Lorella, ho 18 anni, taglia 38 e sono Miss Universo

Immagino che non abbiate dubbi, è così: ho 18 anni, porto la taglia 38. Di seno ho la taglia 5. Vedo che annuite, mi fa piacere che crediate alle mie parole, non sono certo una bugiarda, lo dico dunque è vero. In effetti guardandomi allo specchio pensavo che forse la mia taglia reale è almeno la 40…42…44…? Ma poi ho capito che non dovevo preoccuparmene: qui funziona che ognuno dice ciò che vuole e che gli fa più comodo e, ciò che è incredibile, tutti gli credono!

Prendete Enzo Iachetti e Antonio Ricci: da 20 anni scrivono e conducono Striscia la Notizia che ci mostra donnine sgambettanti,  propone un umorismo casereccio e fa fare un sacco di soldi al nostro Premier, una vera manna per lui! Ebbene, Ricci dichiara da sempre che lui è fermamente di sinistra. E, ci credereste? Tutti gli credono, anche quelli di sinistra! Vi pare impossibile? Anche a me, ma vi garantisco che è così. Greggio dal canto suo ha dichiarato dalle pagine di Sette, il magazine del Corriere, che lui è stanco di questi politci che ci ritroviamo, che non ne può più. “Ma tu ci lavori per loro!” verrebbe da dire! E ho pensato che qualcuno glielo avrebbe fatto notare, magari il giornalista del Corriere, che come giornalista è certamente imparziale se no che giornalista sarebbe? Niente, nessuno lo ha messo in dubbio.

Sono poi trasecolata quando l’assessorato alla cultura della mia città mi ha invitata alla Mostra di Artemisia Gentileschi, una pittrice …

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Quali Pratiche?

Di tutto ciò che è stato scritto in questi giorni, il commento piu interessante mi pare quello di Alessandro del collettivo Militant, postato sul blog di WU MING, di cui qui riporto l’inizio:

Beh, è evidente che non conosco tutti e 300.000 i manifestanti. Però conosco più o meno direttamente tutte le aree politiche romane e tutte le aree politiche italiane che sono state in piazza oggi. Il dibattito su cosa doveva e non doveva essere questo 15 ottobre, inoltre, era assolutamente pubblico e aperto…” [continua]

Mi lascia perplessa invece ciò che trovo scritto su Minima & Moralia, quale commento alla manifestazione: “Mi ha colpito il fatto che molti di voi fossero ragazzini di 16-17, al massimo 20 anni. I cani sciolti e i capi ambigui tra voi erano molto più anziani, come sempre, ma molti di voi – ho visto le vostre facce dietro i fazzoletti e le maschere, sotto i caschi – non avevano più di 20 anni.E allora mi sono chiesto: da dove uscite fuori? In quali luoghi, su quali libri, attraverso quali lotte vi siete formati in questi anni? Cosa pensate della politica, dal momento che non avete altre idea di manifestazione politica che questa?

Quanti anni ha chi scrive? Quanti anni lo dividono dai ragazzini in manifestazione? Tantissimi parrebbe. I quarantenni non hanno luoghi di frequentazione comune con i ragazzini? I ragazzini sono così alieni ai quarantenni?

Questo è un commento giunto a questo blog ieri, lo …

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