Sono negli impeti di chi si dà voce e non delega, non pospone, non spera, ma si afferma.
Sono nel grido gioioso dell’umanità stupita della propria bellezza.
Sono dove è la coscienza, e dove questa si oppone all’interesse di coloro che non per merito, non per coraggio, né per illuminazione furono assunti a governare questa civiltà.
Sono nel desiderio di osare e di ricercarsi oltre misura.
Sono dove ogni cosa è una e molteplice, scomposta nelle differenze, congiunta nel tendere unanimemente alla dignità.
Sono nelle parole che non narrano di uomini, né di donne ma di anime generate dal medesimo palpito creativo.
Io sono l’era dell’Incanto.
E con gli sguardi di chi mi percepisce investo la disattenzione di chi non mi crede possibile.
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